Elly, una buona notizia e una no

7 Marzo 2023
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A.P.

La faccia sorridente di Schlein, insieme a Conte e Landini, alla manifestazione antifascista di Firenze è una bella novità. Certo non avremmo visto uno scatto così con il volto smorto di Letta jr. nè con quello più sveglio di Bonaccini, che al più si sarebbe posizionato altrove, a sottolineare la sua distinzione rispetto a Conte e Landini e ai movimentisti. Bene dunque la nuova segretaria, che evoca futuri scenari unitari. Non è difficile, tuttavia, immaginare cosa pensano quelli che hanno scelto Bonaccini nei circoli e poi nei gazebo. Loro una convergenza con Conte non la vogliono, un partito di movimento non lo vogliono e non vogliono neanche un PD di lotta e di governo. Loro vogliono solo di governo. Non hanno fatto altro in tutti questi anni. Hanno donato, sì donato!, il governo alla destra nostalgiica pur di non allearsi, anche solo tecnicamente, coi i pentastellati, hanno ingaggiato una lotta con costoro, più che con la destra. Difficile che oggi e per il futuro cambino posizione. Anche perché in loro più che dissenso alberga un “odio”, una contrapposizione viscerale verso i 5stelle. Costoro - pensano in cuor loro - gli hamo portato via l’oggetto del desiderio, il governo, il sottogoverno, gli incarichi, tutto ciò che per loro è la politica, cioé il privilegio.
Per la nuova segretaria sarà duro superareì tutto questo, perché non si tratta di far prevalere una linea politica su un’altra in un libero confronto, si tratta di togliere agli avversari interni ciò che per loro è l’essenza, senza alternative, della politica. Non è da escludere una scissione, in forme classiche e con la formazione di un altro partito o con modalità striscianti non meno devastanti. Sarebbe stato meglio - come disse Rosy Bindi - uno scioglimento del PD, liberi tutti di farne altri due.
Vedremo. Vedremo se il tesseramento, aperto subito dalla Schlein, rimpiazzerà chi se ne va o neutralizzerà i padroni delle tessere che rimangono, mantenendo la propria pelle conservatrice.
Certo, non aiuta la nuova segreteria la dichiarazione di voler mantenere la vecchia linea sulla guerra in Ucraina. Questo è in fondo il discrimine fra chi vuol cambiare e chi no. Chi dei pacifisti, pur soddisfatti del movimentismo della nuova segretaria, e suoi sostenitori  ai gazebo, può iscriversi ad un partito che è per continuare a inviare armi, ossia a perpetuare una guerra senza sbocco ed anzi con rischio di allargamento fino al limite nucleare? Se ci pensate la linea Meloni-Crosetto.
No, su questo punto il nuovo corso deve inventarsi qualcosa. In fondo, una soluzione pacifica per i territori russofoni c’è ed è semplice ed è democratica. Si facciano dei referendum sotto l’egida dell’ONU e dell’OCSE e si decida con chi vogliono stare gli abitanti, o, forse meglio, per una loro autonomia federativa, in pace con Russia e Ucraina.
Se non c’è un aggiustamento visibile e forte sulla guerra, la nuova segretaria, col suo bel sorriso e la sua grinta contagiosa, sarà ben accetta nelle manifestazioni, sarà positivamente presente nei disastri nazionali (vedi Cutro), ma difficilmente riuscirà a rimpiazzare nel suo partito chi ha trasformato il PD in un partito di centro con propensioni di destra. Vedremo.

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