Libera: 21 marzo Milano, Giornata della Memoria delle vittime innocenti della mafia. Antonio Pubusa, carabiniere di Nuxis, è stata la prima vittima sarda della mafia: agosto 1949 strage di Bellolampo-Passo Rignano

21 Marzo 2023
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Ogni anno, il 21 marzo, primo giorno di primavera, Libera celebra la Giornata della memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie. L’iniziativa nasce dal dolore di una mamma che ha perso il figlio nella strage di Capaci e non sente pronunciare mai il suo nome.

Il 21 marzo nasce dal dolore di una mamma

Una giornata estiva. Il sole splende sulla autostrada tra Punta Raisi e Palermo. Magistrati, rappresentanti delle istituzioni e delle forze di polizia, cittadini e studenti commemorano il primo anniversario della strage di Capaci. C’è anche don Luigi Ciotti sul luogo del dolore. Prega, in silenzio. Quando, all’improvviso, si avvicina una donna minuta: si chiama Carmela, è vestita di nero e piange. La donna prende le mani di don Luigi e gli dice: «Sono la mamma di Antonino Montinaro, il caposcorta di Giovanni Falcone. Perché il nome di mio figlio non lo dicono mai? È morto come gli altri». Soffre, Carmela: in quel primo anniversario della strage la memoria di suo figlio Antonio, e dei suoi colleghi Rocco e Vito, veniva liquidata sotto l’espressione “i ragazzi della scorta”. Da questo grido di identità negata nasce, il 21 marzo, primo giorno di primavera, la Giornata della memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie. Nasce dal dolore di una mamma che ha perso il figlio nella strage di Capaci e non sente pronunciare da nessuno il suo nome. Nessuno. Un dolore che diventa insopportabile se alla vittima viene negato anche il diritto di essere ricordata con il proprio nome.
Un lungo elenco che diventa memoria

Ogni anno una città diversa, ogni anno un lungo elenco di nomi scandisce la memoria che si fa impegno quotidiano. Recitare i nomi e i cognomi come un interminabile rosario civile, per farli vivere ancora, per non farli morire mai. Per farli esistere nella loro dignità.

Il 21 marzo: perché in quel giorno di risveglio della natura si rinnovi la primavera della verità e della giustizia sociale, perché solo facendo memoria si getta il seme di una nuova speranza. Il 21 marzo 1996 a Roma, piazza del Campidoglio, la prima edizione. E poi Niscemi (Cl), Reggio Calabria, Corleone (Pa), Casarano (Le), Torre Annunziata (Na), Nuoro, Modena, Gela (Cl), Roma, Torino, Polistena (Rc), Bari, Napoli, Milano, Potenza, Genova, Firenze, Latina, Bologna, Messina,Locri, Foggia, Padova, Roma, Napoli.

Ogni piazza, il valore e la testimonianza dell’esserci. Ogni città, un ricordo e una denuncia.

Anni di memoria e impegno. Anni di verità e giustizia. Per le stragi e le vittime delle guerre di mafie. Oltre il settanta per cento delle famiglie delle vittime non conosce la verità sulla morte dei propri cari. E quel giorno – e per tutti gli altri 364 giorni dell’anno – insieme ai familiari tutti diventiamo cercatori di verità.
21 marzo 2023

Il prossimo 21 marzo, ricorre la XXVIII edizione della Giornata della Memoria e dell’Impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie, promossa da Libera e Avviso Pubblico. La manifestazione nazionale si svolgerà a Milano. Replicando la “formula” adottata negli ultimi anni a causa dell’emergenza, Milano sarà la “piazza” principale, ma simultaneamente, in centinaia di luoghi in Italia, Europa, Africa e America Latina, la Giornata della Memoria e dell’Impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie verrà vissuta attraverso la lettura dei nomi delle vittime, saranno ascoltate le testimonianze dei familiari e approfonditi le questioni relative alle mafie e corruzione , nel segno di una memoria che non vuole essere celebrazioni ma strumento di verità e giustizia. L’obiettivo è un coinvolgimento ampio di tutto il territorio nazionale con collegamenti internazionali: per le istituzioni e per la società civile sarà occasione per lanciare un segnale concreto di impegno comune contro le mafie e la corruzione.
Lo slogan: “È possibile”

Lo slogan di questa Giornata vuole portarci a riflettere su ciò che ciascuno di noi può fare per l’affermazione dei diritti e della giustizia sociale. La parola “possibile” deriva da “potere” e indica ciò che si può realizzare, ciò che può accadere. In un momento storico in cui le difficoltà sono numerose, con la crisi ambientale, sociale ed economica aggravata dalla pandemia e la vulnerabilità politica internazionale provocata dalla guerra, abbiamo il dovere di indicarci insieme la strada, di dirci dove può e deve portarci il nostro impegno comune. Oggi ci troviamo su un sentiero oscuro, dove talvolta non ci sono neanche le stelle a farci da guida. Ma se diventiamo tutti consapevoli di questo sentiero e del perché sia divenuto oscuro, possiamo attraversarlo e superarlo, per raggiungere l’alba del cambiamento necessario. Questo è un tempo di “attraversamento” difficile, in cui ci pare che le vecchie “mappe” non servano più a ritrovare la strada. È un tempo complesso che ci chiede di metterci in gioco anche componendo nuovi orizzonti, ponendo in dialogo competenze diverse e saperi transdisciplinari, per generare un pensiero meticcio. Sappiamo che “è possibile” superare questa fase se a metterci in gioco siamo tutti, insieme: solo con il noi si può arrivare ad affermare la pace, la giustizia, la verità, i diritti, l’accoglienza e la libertà.

Perché a Milano?Milano e la Lombardia sono da sempre un territorio considerato utile per le mafie e la corruzione, per l’importante movimentazione di denaro derivante dall’industria e dalla finanza. Contemporaneamente però, è importante sottolineare che siamo in presenza di un contesto capace di reagire a queste forme di insediamento, promuovendo pratiche civiche e istituzionali di risposta, di riscatto, di restituzione sociale del maltolto.
L’elenco dei nomi delle vittime innocenti delle mafie letto il 21 marzo in tutta Italia. Per una memoria viva che si fa impegno quotidiano.

ANTONIO PUBUSA MEDAGLIA D’ORO AL CARABINIERE DI NUXIS CADUTO A PALERMO

 

Per la “Giornata contro le mafie e per la legalità”, indetta dell’Associazione Culturale “Le Sorgenti” di Nuxis, è stato ricordato Antonio Pubusa, medaglia d’oro, carabiniere di Nuxis caduto a Palermo in località Bellolampo nel 1949 con altri sei militari nella lotta contro la banda Giuliano. Le cerimonie prevedevano la scoperta una targa nella casa natale di Antonio Pubusa e poi, nel salone del Centro sociale, un incontro con gli studenti delle Scuole medie di Nuxis e Santadi alla presenza del dottor Mauro Mura, già Procuratore della Repubblica e coordinatore dell’antimafia in Sardegna. La scoperta di una targa ricorda un fatto lontano. La morte in Sicilia, per mano della banda di Salvatore Giuliano, di un giovane carabiniere di Nuxis: Antonio Pubusa allora ventitreenne. Con lui trovarono la morte altri sei carabinieri. L’eccidio fu consumato alle ore 21.30 del 19 agosto del 1949 in località Passo di Rigano, una piccola borgata alle porte di Palermo, che era un passaggio obbligato di accesso al capoluogo siciliano, con l’esplosione una potente mina anticarro, collocata subdolamente lungo la strada. La deflagrazione investi l’ultimo mezzo della colonna, con a bordo 18 Carabinieri, composta da 5 autocarri pesanti e da due autoblindo che trasportavano complessivamente 60 unità del “XII Battaglione Mobile Carabinieri” di Palermo che si stavano recando in una località vicina dove era avvenuto un attentato. L’esplosione dilaniò il mezzo e provocò la morte di sette giovani Carabinieri, di umili origini, provenienti da varie città italiane tra cui Antonio Pubusa classe 1926 di Nuxis. Altri 10 carabinieri rimasero feriti, alcuni subendo gravi mutilazioni. Ai funerali, svoltesi nella Cattedrale di Palermo, che furono officiati dal Cardinale Ernesto Ruffini, partecipò una grande folla e tutte le Autorità del capoluogo regionale, nonché rappresentanti del Governo nazionale. Nel 1992, a ricordo dei caduti, l’Amministrazione comunale di Palermo, ha eretto un monumento nei pressi del luogo dell’eccidio. I nomi sono stati inseriti dall’Associazione Libera nell’elenco delle vittime della mafia e poi dopo tanti anni il presidente della Repubblica, il 27 aprile dello scorso anno, ha conferito ai caduti la medaglia d’oro al merito. A queste vittime della mafia Nuxis ha rivolto un accorato e sentito pensiero. Alla manifestazione erano presenti con un folto numero di carabinieri, sia in servizio attivo, e di reduci che hanno con la loro consistente partecipazione dimostrato vicinanza alla famiglia Pubusa e all’intera cittadinanza di Nuxis. Don Marco Farris, parroco di Nuxis e l’Associazione Genitori Nuxis e lo Speleo Club Nuxis, molto attiva in paese. Alla presenza del sindaco Deias e di una rappresentanza dell’Amministrazione Comunale del paese, dei sindaci di Giba, Masainas, Narcao, Santadi e Villaperuccio, di una parte degli studenti delle scuole secondarie di I° grado dell’Istituto Comprensivo di Santadi con i rispettivi docenti, di alcuni rappresentanti delle associazioni culturali operanti nel territorio comunale e della popolazione del paese, il presidente dell’associazione ha ricordato gli eventi per cui il carabiniere Pubusa, nell’esercizio del suo dovere, ha perso la vita insieme ad altri sei suoi compagni. A seguire è avvenuta la scopertura di una targa commemorativa, apposta sui muri della casa natale del militare, a imperitura memoria degli avvenimenti. La giornata è proseguita presso la sala convegni del centro sociale di Nuxis. Dopo il saluto di benvenuto del sindaco del centro sulcitano è iniziata l’esposizione dei lavori eseguiti dagli studenti delle scuole secondarie di I grado di Nuxis e Santadi culminata cantando tutti insieme la canzone “Pensa” di Fabrizio Moro che ha raccolto unanimi consensi tra gli intervenuti, per il profondo significato del testo e per la qualità della canzone. L’associazione ha portato il proprio contributo alla manifestazione sia con la proiezione di un video storico dell’Istituto Luce in cui avviene il racconto dell’eccidio di Bellolampo che di una breve dissertazione sul legame indissolubile tra legalità e libertà. A tale concetto si è legato il discorso tenuto dal magistrato Dottor Mauro Mura, ex procuratore di Cagliari, che dall’alto della sua esperienza e competenza ha approfondito e meglio calibrato i pensieri in precedenza espressi. L’ultima relazione è stata esposta dal Capitano Lucia Dilio che ha sottolineato la gratitudine che si deve avere per chi, proprio come Antonio Pubusa, ha offerto la propria vita per la nostra libertà, e la conseguente riconoscenza verso chi svolge attualmente il ruolo di difensore di questi alti ideali.

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