A.P.
La separazione delle carriere nella magistrarura fra P.M. e giudici è stata sollevata con forza da Berlusconi, Craxi ed altri personaggi coinvolti in procedure giuiĺziarie. Quale idea sta al fondo di questa posizione? Si afferma che i P.M. ed i giudici facciano fronte comune in danno dell’imputato. Dividendo le carriere il difetto verrebbe eliminato.
Per la verità i costituenti hanno voluto assorbire i P.M. nella giurisdizione per assicurarne l’indipendenza dall’esecutivo. La Costituzione infatti garantisce l’indipendenza dell’ordine giudiziario dai poteri dello Stato e in particolare da quello esecutivo. Questo è un bene irrinunciabile.
Da questo punto di vista la disciplina vigente è molto rassicurante. La separazione delle carriere può nel tempo consentire qualche correttivo in favore di forme di subordinazione dei P.M. dall’esecutivo. Basta incidere sull’obbligo dell’azione penale, motivando sull’eccessivo carico giudiziario e il gioco è fatto. No, c’è in giro troppa corruzione e delinquenza a livello politico per poterci consentire questo rischio. Meglio lasciare le cose come stanno. Chi ha esperienza professionale, a ben vedere, non può muovere rilievi particolari a questa disciplina o comunque queste critiche si fondano più sui profili soggettivi di singoli magistrati che su fatti strutturali.
1 commento
1 Aladinews
31 Maggio 2024 - 07:31
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