I Comitati del NO non si trasformano in comitati elettorali

19 Giugno 2017
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Amsicora

Ci risiamo domenica al Teatro Brancaccio di Roma si sono riuniti, aderendo all’appello lanciato da Anna Falcone e Tomaso Montanari , i “cittadini e cittadine da tutta Italia, rappresentanze della società civile, del mondo del lavoro e del mondo politico di sinistra per aprire uno spazio politico nuovo di confronto sin dal suo atto fondativo”. Sembra una riedizione delle tante iniziative in chiave elettorale del passato, tipo lista Tsipras. Si vuole iniziare l’ennesimo “percorso partecipato fra cittadini, forze civiche e soggetti politici per costruire un’alleanza per la democrazia e l’uguaglianza”. Si legge nell’appello: “Inizieremo dalla individuazione dei punti che ci uniscono e che saranno le priorità di cui occuparsi in un programma che sarà partecipato e costruito dai territori. Dopo il voto del 4 dicembre i cittadini non si accontentano più di difendere la Costituzione ma vogliono che venga attuata a partire dal diritto al lavoro, salute, istruzione alla costruzione di una società solidale e inclusiva che combatta le diseguaglianze e garantisca le pari opportunità”. “L’obiettivo è quello di costruire un programma fortemente innovativo che parli di riconversione energetica, sviluppo sostenibile e equità fiscale, economia della conoscenza, del modo migliore di valorizzare le risorse di questo paese a partire dalle risore umane, dall’ambiente, dal paesaggio, dai beni culturali e dai tanti talenti inespressi del nostro Paese”. L’iniziativa del Brancaccio “è il primo passo per dare protagonismo e rappresentanza alla parte più fragile attiva del nostro Paese”.
Ora, non rimane che augurare buona fortuna a questo ennesimo tentativo, ma già la prima riunione ha mostrato che esistono tutti gli ingredienti per il flop di analoghe iniziative del passato: divisioni, questioni di leaderhip e così via.. Naturalmente, anche per la serietà dei promotori, la proposta va seguita senza pregiudizi e con simpatia. Bisogna tuttavia dire con fermezza che i comitati per il NO, a partire da quello nazionale, si devono tenere alla larga. Nella battaglia referendaria siamo riusciti ad unire persone di varia appartenenza e provenienza, grazie alla rigorosa impostazione della campagna, diretta esclusivamente alla difesa della Costituzione. D’altronde, peronaggi come Alessandro Pace o Gustavo Zagrebelsky, e tanti altri meno noti, difficilimente troverebbero collocazione in questo nuovo percorso. Per questo il Comitato di Cagliari, nel decidere di trasformarsi in “Comitato d’iniziativa costituzionale e statutaria” , ha escluso categoricamente qualsiasi prospettiva elettorale, fermo restando che ogni singolo componente può fare le scelte che vuole, nel rispetto della correttezza e dell’etica propria del comitato.

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  • 1 Oggi martedì 20 giugno 2017 | Aladin Pensiero
    20 Giugno 2017 - 08:29

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