Primarie del centrosinistra: avviso ai naviganti

24 Novembre 2012
1 Commento


Andrea Pubusa

Molti pensano ancora ch’io sia un politico in servizio permanente ed effettivo e così, negli ultimi giorni, sono stato richiesto da tanti amici e compagni del mio voto alle primarie. Risposta semplice e secca. Non voto. Non mi sono neppure registrato. Le ragioni? Molto semplici. Dovrei recarmi al seggio al solo fine di sbarrare la strada a Renzi. Ma è proprio questa la ragione della mia non partecipazione al voto. Se Renzi può addirittura aspirare a divenire il leader del PD e, conseguentemente, del centrosinistra, vuol dire che le distanze fra me e il PD sono diventate abissali. Per capirci, non una diversità di vedute nella stessa area, sempre possibile e fisiologica. No un abisso, profondo, incolmabile ed io sono sull’altra sponda. Non c’è ponte per un attraversamento o zattera per un avvicinamento.
Ma, mi si obietta, c’è Bersani. E’ una brava persona, piena di buon senso e dotato di capacità unificante. Certo. Non lo nego. Ma Bersani è quello stesso che anziché battersi per le elezioni immediate per decidere sul dopo Berlusconi, ha accettato di mettere in sella Monti. Voi direte, scelta necessitata, pena disastri. Nossignori! La Spagna non era meglio di noi. Ma la destra ha chiesto le dimissioni di Zapatero ed è voluta andare ad elezioni,; aveva tutti gli elementi per vincerle. E le ha vinte. Non ha accettato, in nome della salvezza nazionale, di fare un governo di larghe intese col PSOE. Ed allora, di grazia, spiegatemi perché se è la destra a dover vincere si va ad elezioni, se invece è in vantaggio il centrosinistra non si vota ed anzi si mette in sella un esponente della destra. Sissignori, della destra e non di quella all’acqua di rosa di casa nostra, ma di quella internazionale, dura e tosta dei circoli ristretti  dove è stata e viene elaborata la strategia iperliberista che sta affamando il mondo. Se permettete, allora, per quel barlume di memoria che ancora mi permette  di ricordare cos’è la politica di sinistra e di distinguere la destra dalla sinistra, non posso accettare che la più micidiale delle politiche antipopolari del nostro secondo dopoguerra (questo è il governo Monti) trovi l’avallo del centrosinistra. Dunque, Bersani le palle doveva mostrarle al momento giusto, quando tutti gli indicatori dicevano che il centrosinistra avrebbe vinto, dato lo scarto abissale di voti rispetto al centrodestra in sfacelo.
D’accordo, mi rispondono, gli amici e compagni. Ma c’è Vendola, un esponente della sinistra, coerente, onesto e di spessore. Ammetto, Vendola mi piace. Mi piace come parla e come agisce. Ed allora perché non votarlo? Perché Nichi è una bandiera dietro la quale marciano tante persone per bene, ma anche truppe mercenarie. Quel rimasuglio della sinistra che pensa solo agli affari suoi. Che occupa seggi per scansare la fatica del lavoro o dello studio. Se vi guardate intorno, a Cagliari e in Sardegna, non avete difficoltà a trovare esponenti di SEL di questa risma, che per di più si danno passare per movimentisti. Usano la bella immagine di Vendola per fare e occupare seggi. Punto e basta. Ed allora, no grazie. Quando SEL sarà dappertutto come Vendola o come  Fava non solo avrà il mio voto, ma certamente anche la mia adesione permanente e il mio tempo libero. Fintanto che è una “maginetta” dietro la quale trova riparo e conforto chiunque, sto alla larga e valuto caso per caso. E a queste primarie, domenica, non è il caso.
E alle elezioni vere? Dipende. Se vince Renzi, l’astensione è certa. Non voto il candidato che Berlusconi sogna per il suo partito. Le smorfie e le battute non fanno una politica. Se vince Bersani, può darsi. Dipende dalla decisione che mostrerà, sul piano programmatico, per ridare ai lavoratori e ai giovani del nostro Paese una speranza, una politica di ripresa economica all’insegna del rigore morale, dell’austerità berlingueriana, della solidarietà e dell’eguaglianza.
Sarei ridicolo se pensassi di lanciare come singolo avvisi ai naviganti delle primarie del centrosinistra. Ma poiché - come me la pensano in tanti - mi sento di inviare un avviso al popolo delle primarie. Evitate scelte sciagurate. Non costringeteci ad ingrossare le fila degli astenuti. Il voto ci piace, ma non a tutti i costi, sempre e comunque. E’ chiaro il messaggio?

1 commento

  • 1 T.D.
    27 Novembre 2012 - 22:15

    Caro Andrea, continua, ti prego, a scrivere.
    Molti di noi sentono la propria vena creativa inaridita, ma hanno bisogno di leggere pensieri lucidi e fuori dal coro. Il tuo blog resta un presidio di pensiero democratico qualificato e ti assicuro, per quel che mi risulta, che è letto da un numero importante di persone di sinistra.
    Nemmeno io ho votato alle primarie. Temo - quando, come è praticamente certo, i (post ?) berlusconiani perderanno le elezioni - l’arrivo al governo di un centrosinistra montiano, ossia di una destra sotto altro vessillo. Il ballottaggio tra Bersani e Renzi si presenta, a mio avviso, come il confronto tra un tardo schema di governo subalterno al neoliberismo e una proposta politica sviluppata più che sul conclamato terreno del rinnovamento rispetto all’establishment oligarchico (che pure, ben prima di Renzi, abbiamo auspicato), su quello dell’allontanamento dalla cultura democratica e dalle finalità sociali della sinistra. Ciao. Tonino.

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