Senato: della porcata renziana è meglio il monocameralismo

30 Settembre 2015
2 Commenti


Andrea Pubusa

Quel fanfarone di Renzi dice che l’Italia aspettava da quasi 70 anni l’eliminazione del bicameralismo perfetto. Forse vuole ostentare la sua (peraltro ben nota) ignoranza, ma esattamente 70 anni fa iniziava a prender forma, dopo la Liberazione, l’idea dell’Assemblea costituente, da cui poi sarebbe nata la nostra Carta, che il bicameralismo, invece, lo prevede e perfetto!
La scelta non era obbligata, ci furono costituenti favorevoli al mocameralismo, e il bicameralismo può essere anche imperfetto, ossia con poteri diversi per le due Camere. Nel nostro Paese, invece, le due camere hanno gli stessi identici poteri, ma il nostro Paese non è solo. Molte democrazie hanno optato per il bicameralismo perfetto o si sono orientati verso sistemi che assegnano poteri talmente simili alle due camere da poter utilizzare la definizione di bicameralismo quasi perfetto.
In Francia ad esempio le due camere hanno poteri pressoché analoghi ma il Senato ha minori poteri di controllo e indirizzo dell’attività dell’esecutivo mentre in ambito legislativo l’ultima parola sulle proposte di legge spetta alla Assemblea ma solo in accordo col Primo Ministro. L’Assemblea Nazionale cioè non può mai legiferare da sola ma deve avere una seconda firma, Senato o Primo Ministro.
Ma qual’è la ragione che induce a preferire il monocameralismo?
Al bicameralismo viene spesso addebitata la sua lentezza. Il semplice fatto di dover approvare due volte lo stesso identico testo, affinché divenga norma, porterebbe ad aumentare il tempo necessario alla formazione delle leggi. In realtà ad incidere sui tempi di approvazione delle norme più che il numero di letture è la sintonia o il diverso orientamento politico dei parlamentari delle due Camere. Comunque, in linea astratta, è fuor di dubbio che una sola Camera delibera più in fretta. Tuttavia, c’è l’aspetto negativo, riconducibile al fatto che il monocameralismo si presta ai colpi di mano, può dar luogo a leggi approvate senza un adeguato coinvolgimento dell’opinione pubblica. Il bicameralismo rallenta, ma favorisce leggi più meditate e più controllate dai media e dall’opinione pubblica.
Si tende anzi, in talune Carte, a favorire un diverso orientamento delle due Camere, spezzando il sincronismo del voto. In molti paesi infatti la camera alta si vota a scadenze differenti dalla camera bassa, per assicurare una diversità di orientamenti ed un continuo controllo degli elettori. In Francia, ad esempio, viene rinnovata metà assemblea ogni tre anni mentre negli Usa se ne rinnova un terzo ogni due anni. Nel testo originario della nostra Costituzione era così anche per il nostro Paese, con il Senato che avrebbe dovuto essere rinnovato ogni sei anni contro i cinque della Camera.
Può essere utile notare che in Italia le regioni, hanno assemblee monocamerali, negli Stati Uniti invece, oltre al Senato federale, esiste un Senato in 49 dei 50 stati formanti l’unione. L’unico stato degli USA che ha adottato un sistema monocamerale è il Nebraska. I membri della unica camera del Nebraska vengono chiamati curiosamente “senators”!
Dunque, anche negli States, presi a modello di efficienza decisionale e democrazia, c’è un sistema bicamerale e si verifica spesso il fenomeno della “anatra zoppa” (il presidente senza maggioranza in una o in entrambe le camere), che viene però bilanciato da adeguati poteri presidenziali. In fondo, nelle democrazie il problema è proprio questo il bilanciamento dei poteri e la chiarezza delle norme. La riforma in discussione in questi giorni è pasticciata e confusa sia nel definire i poteri del nuovo Senato sia nello stabilire la modalità di elezione, che demanda ad una legge.
E’ facile prevedere che, anziché velocizzare l’attività legislativa, questa modifica peggiorerà le cose. Sarebbe meglio, dunque, passare senz’altro al monocameralisno, sopprimendo tout court il senato, con le controindicazioni dianzi indicate, o lasciare le cose come stanno. Ma Renzi ha necessità di dire che fa riforme, anche a costo di scassare il sistema e i suoi equilibri. E poi è portatore di un disegno di soppressione della rappresentatività: oggi le province hanno il podestà-commissario straordinario (v. Sardegna), i Comuni. eliminata l’opposizione, un quasi podestà, le regioni presidenti espressione di infime minoranze, la legge elettorale ci dà una camera di nominati, al pari del Senato. Ormai, la democrazia rappresentativa, vanto del costituzionalismo occidentale è già scomparso. Aggiuttoriu!

2 commenti

  • 1 francesco Cocco
    30 Settembre 2015 - 09:40

    Caro Direttore, Renzi sarà pure un fanfarone ma quel che più mi preoccupa è la cialtroneria dei suoi fans italiati. Mussolini disse di non aver inventato lui il fascismo ma di averlo tratto dal subconscio degli italiani. Forse è la via che il Matteo nazionale vuol seguire.

  • 2 Io
    17 Agosto 2016 - 12:02

    «Molte democrazie hanno optato per il bicameralismo perfetto».
    Potrebbe dirmele?
    Risposta.
    Vedi http://www.lacostituzione.it/bicameralismo_estero.php e in genere su internet alla voce bicameralismo perfetto o simili.
    In Italia il sistema attuale ha consentito l’approvazione di grandi riforme (quelle vere) dalla scuola dell’obbligo, allo Statuto dei lavoratori, al processo del lavoro. La lentezza non è connessa al bicameralismo perfetto, ma alla non condivisione dei testi spesso nello stesso partito di maggioranza.

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