In gioco c’è la Costituzione, dobbiamo mobilitarci!

17 Gennaio 2016
3 Commenti


Anche a Cagliari stiamo lavorando a costituire il Comitato per il NO al referendum costituzionale. Chi intende farne parte è invitato a partecipare Mercoledì 20, ore 19, alla riunione, che si terrà nella sede del CSS - Conf. sindacale sarda -  via Roma n. 72, messa cortesemente a disposizione da Giacomo Meloni. Seguiamo il monito lanciato l’altro giorno dalla giurista Lorenza Carlassare: “In gioco c’è la Costituzione, non il destino del premier. Dobbiamo mobilitare i cittadini”

Lorenza Carlassare a domanda di Silvia Truzzi risponde

Riforme, la giurista Carlassare: “In gioco c’è la Costituzione, non il destino del premier. Dobbiamo mobilitare i cittadini”

Lorenza Carlassare, eminente costituzionalista, alla vigilia dell’incontro dei Comitati contro il ddl Boschi, ha rilasciato un’intervista a Silvia Truzzi, apparsa sul Il fatto quotidiano del 10 gennaio 2016. Eccola.

Lunedì scorso, nell’aula dei gruppi parlamentari della Camera dei deputati si è tenuto il primo incontro dei Comitati del No alla riforma Boschi: “Proveremo a sensibilizzare i cittadini”, spiega Lorenza Carlassare. “Addirittura una modifica che saggiamente la Camera aveva eliminato (l’attribuzione al Senato del potere di eleggere da solo due dei cinque giudici costituzionali che ora vengono eletti dal Parlamento in seduta comune) è stata ripristinata dal Senato”, e ormai approvata dalla Camera. “Evidentemente non c’è spazio per una riflessione critica. Non resta che mobilitare le persone in vista del futuro referendum, che il presidente del Consiglio va annunziando come un’iniziativa sua: lui sottoporrà la riforma al popolo perché la approvi; lui, in caso contrario, si dimetterà. Si arriva al punto di personalizzare persino il referendum costituzionale. Ma non è questo il senso del referendum costituzionale che non è previsto per ‘acclamare’, ma per opporsi a una riforma sgradita”.
L’equivoco non è nuovo: nel 2001 votammo per confermare la riforma del Titolo V della Costituzione. Governo di centrosinistra.
Si vede che è un’idea del Pd! Ma è sbagliata. E non si tratta di una sfumatura. Il referendum serve a rafforzare la rigidità della Costituzione impedendo alla maggioranza di cambiarla da sola. O la riforma è approvata da entrambe le Camere con la maggioranza dei due terzi – vale a dire con il concorso delle minoranze – oppure la legge, pubblicata per conoscenza, è sottoposta a referendum qualora entro tre mesi “ne facciano domanda un quinto dei membri di una Camera o 500 mila elettori o cinque Consigli regionali”. Se nessuno chiede il referendum, trascorsi i tre mesi la legge costituzionale viene promulgata, pubblicata ed entra in vigore; interessato a chiedere il referendum dovrebbe essere chi è contrario ai contenuti della riforma, per impedirne l’entrata in vigore. L’art. 138 non si presta a equivoci. Il referendum quindi è una possibilità, quando la riforma non ha coinvolto le minoranze, per consentire a chi non è d’accordo di provare a farla fallire; può essere anche una minoranza esigua non essendo previsto un quorum di partecipazione.

Che significato hanno le dichiarazioni con cui il premier ha legato il suo destino politico all’esito del referendum?
Insisto: il referendum costituzionale non è uno strumento nelle mani del Presidente del Consiglio a fini di prestigio personale. In molti hanno messo in luce l’intenzione di trasformare la consultazione in un plebiscito pro o contro Renzi: ma qui è in ballo la sorte della Costituzione, non la sua. Invece, pensando che – 5Stelle e Sinistra Italiana a parte – non troverà oppositori sul suo cammino e il referendum sarà un trionfo, intende servirsene per rafforzare il suo potere personale, da esercitare senza controlli e contrappesi, senza che nessuno lo contraddica.

Risponderete con un’informazione basata sui contenuti della riforma: come pensate di farli passare? C’è il precedente del 2006 in cui i cittadini bocciarono la riforma Berlusconi: ma era Berlusconi, appunto.
Questo è il vero problema. Mentre nel 2006 il progetto di modifica della forma di governo era chiara perché Berlusconi aveva parlato esplicitamente di premierato, ora apparentemente la forma di governo non viene modificata; ma nella sostanza – grazie al combinato disposto di Italicum e riforma Boschi – l’effetto è proprio quello di trasformare la forma di governo e persino la forma di Stato, vale a dire la democrazia costituzionale.
Il leitmotiv è stato “abolire il bicameralismo perfetto”.
Su questo erano d’accordo tutti. Bastava fare una riforma circoscritta, non c’era bisogno di sfigurare la Costituzione. Fra l’altro, una delle ragioni della riforma del bicameralismo perfetto era la semplificazione delle procedure: semplificazione che non c’è stata, semmai si è complicato e confuso il procedimento legislativo. Per alcune leggi il Senato interviene, per altre no. Per alcune il Senato vota, ma poi la Camera con maggioranze diverse deve tornare sul testo del Senato. Tutto irrazionale. Il vero dato è che la composizione del nuovo Senato – della quale abbiamo già detto molto nei mesi scorsi – lo rende agevolmente controllabile. Le riforme vanno tutte nella stessa direzione: pensi alla Rai!

Cioè “chi vince piglia tutto”?
La legge elettorale che entra in vigore nel 2016 è una via traversa per giungere di fatto all’elezione diretta del premier. Quando si arriva al ballottaggio (per il quale non c’è quorum, e dunque le due liste più votate partecipano a prescindere dal seguito elettorale che hanno avuto), l’elettorato deve necessariamente schierarsi a favore di uno dei contendenti e chi vince si prende tutto. È una forma d’investitura popolare per chi guida il governo; un discorso non nuovo che precede Renzi di molti anni: le elezioni come strumento non tanto per eleggere il Parlamento, ma per scegliere e investire un governo e il suo Capo. E senza che a una simile trasformazione si accompagnino i contrappesi indispensabili in una democrazia costituzionale.

Da Il Fatto Quotidiano del 09/01/2016

3 commenti

  • 1 Referendum costituzionale: riunione a Cagliari per la costituzione del Comitato per il NO | Aladin Pensiero
    17 Gennaio 2016 - 10:10

    […] costitutiva del Comitato per il NO al referendum costituzionale. - Approfondimenti. Democraziaoggi rilancia un’intervista del Fatto quotidiano alla costituzionalista Lorenza Carl…. Referendum costituzionale: riunione a Cagliari per la costituzione del Comitato per il NO […]

  • 2 marcello dessena
    17 Gennaio 2016 - 16:12

    a che ora è l’incontro di mercoledì 20 in via Roma?
    grazie e saluti

    Risposta
    Alle 19

  • 3 ADRIANA CAVIGLIA
    20 Gennaio 2016 - 02:04

    VORREI DARE UNA MANO.. 8 CONTOINUO A PRESENTARE ILMIO DISSENSO ARGOMENTANDOLO SU FB PER QUEL CHE VALE ).SONO CONVINTISSIMA DEL FATTOCHE SIA STATO FATTO UNO SCHIFO E CHE SI DISINFORMINO GLI ITALIANI
    PAUROSO IL FUTURO SE PASSA QUESTO REFERENDUM

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