Il Comune di Cagliari trasloca a Monserrato tra scuole che sgomberano dal centro storico

16 Novembre 2015
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Gianna Lai 

Riassunto delle precedenti puntate

Comune di Cagliari e Istituto Tecnico Commerciale, trasferiti a Monserrato per la messa in sicurezza, intasano l’Asse Mediano. Dura discussione tra  automobilisti e ciclisti democratici, convinti che la Scuola appartiene alla citta, e motociclisti reazionari e filogovernativi, che difendono le scelte della Provincia e della Regione. Si giunge a votazione

Vincono per un pelo automobilisti e ciclisti, nello spoglio delle schede che inizia di buon mattino, tra il serpentone di macchine e il groviglio di mezzi pesanti. Ma nessuno è in grado di dire a che diavolo mai servirà questo voto. I soliti guastafeste e qualunquisti dicono che la gente si accalora tanto sull’Asse Mediano, perchè si sente esclusa dalle decisioni che riguardano Cagliari e la Provincia, una volta ucciso il dibattito e impedita ogni forma di partecipazione alla vita della città. Altri, per niente toccati dalle questioni politiche, dicono che si tratta di buontemponi disoccupati, quasi tutti con Laurea e Master di alto livello, che non hanno un cazzo da fare e che, prima di andarsene in Inghilterra o in Germania o in Australia, passano il tempo tra Monserrato e Cagliari, sperando di trovare un’occupazione. Anche precaria, anche part-time, anche a tempo determinato, con tutele o in nero, nell’edilizia, nella grande distribuzione, nella Scuola privata, nelle imprese di pulizia. Ma niente, confermano e spiegano gli automobilisti iscritti alla CGIL, le Agenzie non danno risposta alcuna, neppure quando apriamo vertenze a livello nazionale. Nè hanno mai risposto quelli della Giunta,  più volte interpellati sull’argomento Lavoro, e sull’argomento Scuolechetraslocanoeliberanofinalmenteilcentrostorico. Si intravvedono insegnanti pendolari precari, della Fase B e della Fase C che, bloccati in strada e, per fortuna, muniti di computer, dovrebbero dare, via mail, la loro adesione alla sede stabilita dal Governo entro la mezzanotte di oggi, pena l’immediata decadenza dalla graduatoria. Ma che, in questo affollamento inaudito, non riescono a connettersi e vagano inutilmente alla ricerca della linea.
 La gente si aggiusta come può, abituata come è a essere mollata dalle istituzioni nei momenti cruciali: i primi bagni chimici sono stati piazzati in piena notte sulle isole spartitraffico e negli spazi ancora rimasti tra una corsia e l’altra. Coperte e  cuscini vengono dalla Protezione civile e tende dall’Esercito che, finalmente senz’armi, svolge una giusta missione di pace. All’alba, la Caritas, Santa Caritas con i soldi del Comune, della Regione e del Governo, allestisce la colazione nelle aiuole adiacenti. Non risulta che alcuno sia in grado di sgomberare le strade intasate, ormai fino a tutto il territorio della città metropolitana-CITTA’ METROPOLITANA.
Già dopo qualche giorno, i professori dell’Istituto Tecnico Commerciale iniziano a fraternizzare con i dipendenti comunali, le professoresse con i Consiglieri e gli Assessori, tutti con gli automobilisti solidali. Mentre gli spazi, lasciati prudentemente liberi tra un mezzo e l’altro, vengono rapidamente occupati dagli studenti dell’Istituto Tecnico Commerciale che, a piedi, raggiungono i docenti da tutta l’area della città metropolitana-CITTA’ METROPOLITANA, per recuperare il tempo perduto. Tra un ‘col cavolo che l’anno venturo mi iscrivo da voi’ e un ‘mia mamma ha già chiesto il nulla osta senza neanche dirmi niente’, si organizza la lezione alla bell’e meglio. Al centro di ogni gruppo, i professori che, per buona sorte, hanno a portata di mano il Registro, e possono mettere subito le assenze e i voti, e  anche le note a chi non sta attento in quella bolgia infernale, sotto l’occhio vigile dell’automobilista accanto. E tutto da soli devono fare, voti, provvedimenti disciplinari e sospensioni, perchè il preside non c’è, come non c’è il Sindaco, ma dice che verranno, dopo aver risolto problemi importanti in città, fuori dall’ingorgo. E poi spiegazioni e interrogazioni, e conteggio demenziale di debiti e crediti, convinti sempre  che ci sia  di mezzo denaro sonante, anche quando si parla di cultura: in nome dell’eccellenza, è chiaro, e della meritocrazia, da non confondere neanche lontanamente con i capaci e i meritevoli dell’articolo 34 della nostra Costituzione. Purtroppo mancano i Tablet, la Lim, la  Lavagna luminosa, per i quali preziosissimi e imprescindibili strumenti dell’apprendimento, che qui da noi in Sardegna hanno egregiamente  risolto l’annoso problema della dispersione scolastica, tanto tempo di formazione hanno speso gli insegnanti e tanti soldi hanno guadagnato le ditte produttrici.  Così, nel terremoto della scuola in trasloco, anche il docente che deve fare Orientamento, privo della giusta attrezzatura, e che, del tutto  disorientato chiede aiuto ai colleghi, viene regolarmente mandato a quel paese, invitato a dimettersi subito, pregato di non rompere più.
Labai, labai, dopo una guerra o un terremoto si cerca subito un posto dove fare scuola, mancai strintu, mancai senz’e mobilia. Perchè la prima cosa è sa scola po’ is pippius. E a Cagliari, fanno loro stessi la guerra contro le scuole? De nu logu bellu, bei laboratori, belle palestre, ché si son fatti il mazzo gli insegnanti a impegnarsi per tutto questo, sa scola a su corr’e sa furca. Boh!, commenti anta fai  is picioccheddus? Ci saranno gli autobus? E mo’ li stanno pure smontando i bei laboratori e in tutta fretta, con un vero atto di prepotenza, che, chissà, se li rimonteranno mai. E la palestra di Monserrato, è vero che non si può più usare dopo le ultime piogge? Boh! E quando è che tornano gli studenti in via S. Eusebio?

Continua..

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