Sardegna24 ovvero dove passa lui il deserto

30 Gennaio 2012
6 Commenti


Andrea Pubusa

Sardegna24 non è più in edicola. La fine di un giornale è sempre una perdita, una voce in meno. Da luglio a ieri è passato come una meteora. Molti, analisti sofisticati, cercano la ragione dell’insuccesso nella mancanza di progetto editoriale. Ma è così? Il progetto non c’era? C’era, c’era, eccome! Era editoriale e politico. Sardegna24 era insieme il segnale del suo ritorno e lo strumento per sopravanzare i suoi rivali, dentro e fuori il centrosinistra. I ticoons che sono entrati in politica hanno sempre fatto incursioni nei media. Sono diventati proprietari di TV e/o di giornali. Non è questa l’artiglieria per conquistare consenso e battere a cannonate i concorrenti? Soru, di lui si parla, lo aveva già fatto con l’Unità, quando il suo astro sembrava esorbitare dalla stretta sfera regionale. Ma fermato dalla debacle elettorale del 2009, inspiegabile a tutti fuorché a noi sardi, ha pensato di ripartire dall’Isola. Pensava che tutti lo stessero aspettando. Che bastasse un segnale per accendere gli animi dei sardi. Pensava che, anche per la modestia estrema di Cappellacci, la nostalgia del suo governo, avesse coinvolto tutti, salvi i suoi incalliti, ma pochi e pregiudiziali, denigratori.
Questo era il piano editoriale del gruppo, fra cui mister Tiscali, che ha messo su Sardegna24. Che non esistesse non è dunque esatto. Era invece errato il presupposto da cui partiva: l’esistenza nei sardi dell’ansia di rimettere in sella Soru. Qui c’è in realtà un errore politico che ha accompagnato la seconda metà della presidenza Soru e sopratutto la sua disfatta. Lui e i suoi fedeli l’hanno sempre vista come l’esito della congiura di pochi, che, nel centrosinistra e nel PD, gli hanno voltato le spalle. O, meglio, gli hanno sparato alle spalle, dal muretto a secco, Una sconfitta da “fuoco amico“, insomma. Dunque, nessuna autocritica da fare, nessuna messa a punto del programma e dell’approccio alla politica, nessun tentativo di ricucitura coi tanto critici del centrosinistra. L’errore era negli altri e a capirlo dovevano essere loro. E, gli elettori del centrosinistra in buona fede, non avrebbero avuto difficoltà a capirlo e ad abbandonare gli uccelli del malaugurio esistenti fin dentro il PD.  Quale lo strumento utile alla bisogna? Un giornale con un buon direttore, ecco la tromba per dare la sveglia e suonare la marcia trionfale!
E se invece la sconfitta di Soru fosse dovuta ai suoi errori? Se il suo autocratismo fosse incompatibile con l’ispirazione democratica degli elettori del centrosinistra? Se i problemi dei ceti popolari fossero estranei a questi disegni? Se nelle zone tormentate dalla crisi e dalla disoccupazione, più che un giornale servisse un leader o meglio un gruppo dirigente  che ne assuma la difesa nel modo più appassionato e deciso? A cosa serve agli operai Vilnys o Alcoa un uomo che non si fa mai vedere in fabbrica, nei territori e neppure in Consiglio regionale? Che se ne fanno, ad esempio, i sulcitani falcidiati dalla disoccupazione di Soru? E quale credibilità possono avere le battaglie giornalistiche di un buon direttore, se la trave negli occhi altrui e quantomeno simile a quella che c’è nei tuoi occhi? Non si può fare una battaglia contro le reali malefatte degli altri se queste non sono diverse da quelle che vengono contestate a te dalla magistratura. E - si sa - l’ombra dell’evasione fiscale è uno scoglio insuperabile per il popolo del centrosinistra. E’ probabile che lo stesso Soru, di fronte a questa disavventura, che -al di là dell’esito processuale (speriamo positivo) - ne mina la credibilità politica, si sia reso conto che un rilancio della propria candidatura diveniva scarsamente probabile. Con quali slogans la rimonta? Avrebbero i suoi sostenitori ancora potuto dire “meglio Soru”? Meglio di chi? Di chi paga le tasse? Di chi non crea società all’estero? Di chi pensa a vivere faticosamente del proprio lavoro e non gioca con le scatole cinesi?
Le vendite in edicola di Sardegna24 subito basse, al di sotto delle aspettative, hanno mostrato impietosamente questa realtà. La batosta del 2009 non è stata il frutto di una subdola manovra di alcuni falsi amici appostati dietro i muretti a secco, è stata - come dicono anche i numeri - un ripudio popolare, il segno della profonda delusione, della perfino rancorosa vendetta nell’urna di chi si è sentito preso in giro, dopo l’appoggio caloroso del 2004.
Giomaria Bellu di tutto questo forse ha capito qualcosa solo nei mesi scorsi. Quando è ritornato in Sardegna non ne aveva forse neppure sentore. Ma - siccome è persona intelligente ed esperta - avrà capito che l’organo di una componente molto integralistica e faziosa come “Sardegna democratica” non poteva avere il respiro necessario a ritagliarsi uno spazio corposo nell’informazione in Sardegna. E dovrebbe anche sapere che un giornale al servizio di una persona e di un suo progetto, un giornale ad personam è esposto, anzitutto nei finanziamenti, alla sorte e agli umori del capo. Alla sua generosità o autoreferenzialità. Troppe controindicazioni a mantenere in edicola un quotidiano.
Ah, dimenticavo! Bellu, quando è tornato in Sardegna, non sapeva - ma questo è imperdonabile - che dove passa lui, il capo, non cresce (politicamente) più l’erba.

6 commenti

  • 1 Antoni
    31 Gennaio 2012 - 15:19

    André esagerau !
    Vabbè non essere d’accordo con Soru, e sopratutto con le schiere dei suoi adoratori laudanti, ed io pure parecchie volte -Statutaria in primis- non lo sono stato, ma vederlo come la causa di tutti mali c’è ne passa. E’ anche lui un povero diavolo.
    Sardegna 24 era un progetto giornalistico sicuramente perfettibile ma ha avuto il grande merito di fare delle vere inchieste,senza guardare in faccia a nessuno, merito soprattutto di quel segugio di Pablo Sole.
    Pablo Sole, ti ricordo, ha pubblicato un libro inchiesta dal titolo “Master and Back, Un’inchiesta 2006/2009″ che ha scoperchiato il verminaio dell’Agenzia del Lavoro proprio sotto Soru.
    Questo penso sia il più grande merito di questa testata.Peccato. Speriamo che il nuovo giornale che nascerà si ispiri di più al Fatto, a Report ed a Presa Diretta ed ai tanti blog d’inchiesta e meno alla Pravda.

  • 2 laura
    31 Gennaio 2012 - 19:46

    Analisi perfetta e condivisilbile in pieno

  • 3 Mario Sciolla
    31 Gennaio 2012 - 21:45

    L’articolo – pur tranciante, al limite del settarismo – coglie elementi essenziali di verità. E’, comunque, settario e prevenuto nei confronti di chi non la pensa allo stesso modo. Un esempio, sul finire dell’articolo: “Giomaria Bellu […] – siccome è persona intelligente ed esperta – avrà capito che …”. Vecchio trucco di ogni polemica, caro amico Andrea: si accredita il destinatario di INTELLIGENZA, ma subordinata all’accettazione della propria tesi. Conseguenza implicita: se non accetti la mia tesi, NON SEI INTELLIGENTE.
    Ma, ribadisco, l’articolo coglie elementi essenziali di verità.

  • 4 admin
    1 Febbraio 2012 - 00:23

    Da Andrea ad Antoni, Laura e Mario

    Che Giomaria sia intelligente, anzi uno dei più brillanti intellettuali sardi della generazione di mezzo, lo penso fin da quando l’ho conosciuto forse ancora liceale nei movimenti di allora. Nessun trucco retorico, dunque, caro Mario.
    Sono esagerato e settario? Una volta per un uomo di sinistra dire che il giornale di un padrone dice ciò che su meri permette o comanda era tanto ovvio da essere banale. Non vedo perché sia eccessivo oggi. Forse che i tycoon che acquistano TV o giornali lo fanno per amore della democrazia o per arricchire il pluralismo? Ammetto che qualcuno possa farlo per un ideale politico in cui credono. Ma se essi stessi sono parte del gioco politico perché eletti o candidati? In questo caso lo fanno per spirito altruista o per avere un’arma in più rispetto agli avversari o concorrenti? E dire che denunciano la trave altrui e nascondono la propria, è azzardato? E ricordare che le scatole cinesi non era proprio il gioco preferito da Laconi, Cardia e, giù giù, neanche da Piersandro Scano, vi sembra un’affermazione originale e tranciante? Non è che sia chi giudica esagerate queste affermazioni ad aver perso un metro di giudizio democratico o di sinistra? O a non averlo mai avuto, come quell’anonimo lettore che ha qualificato questo intervento schifoso?
    Cari Antoni e Mario, confesso, nei miei articoli considerati più graffianti, mi sembra di scadere nell’ovvio e nel banale. E questo mi deprime.

  • 5 Mario Sciolla
    1 Febbraio 2012 - 04:32

    Andrea, non mi interessa molto polemizzare. Ripeto ancora una volta: l’articolo coglie elementi essenziali di verità. Non condivido appieno il tono. Su questo – per quanto io ricordo – il grande Umberto (che tu rammenti) era un maestro: rendere evidenti le ragioni di un discorso, anche molto polemico, con un linguaggio anche deciso, ma pacato e sicuro.

  • 6 Victor
    2 Febbraio 2012 - 12:01

    Tutte le colpe sono sempre di Soru…un articolo sprezzante e schifoso come questo sito…ma xchè non parlate dei problemi che invece stanno creando Cappellacci e gli altri di destra alla Sardegna? Soru avrà tanti difetti ma ha dato tanto lavoro ai sardi, solo che i sardi sono invidiosi e ingrati e sono asserviti agli “stranieri” e ai soliti editori e ladri che padroneggiano nell’interland cagliaritano e non solo.

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