Poesie di Natale di Gianni Rodari

2 Gennaio 2015
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Per incavolarci abbiamo davanti un anno intero, continuiamo a dimenticare la politica nazionale e regionale, tornando, grazie a Gianni Rodari, alle filastroche dell’infanzia…

 

L’ALBERO DEI POVERI 

 

Filastrocca di Natale, 

la neve è bianca come il sale, 

la neve è fredda, la notte è nera 

ma per i bimbi è primavera: 

soltanto per loro, ai piedi del letto 

è fiorito un alberetto. 

 

Che strani fiori, che frutti buoni 

oggi sull’albero dei doni: 

bambole d’oro, treni di latta, 

orsi dal pelo come d’ovatta, 

e in cima, proprio sul ramo più alto, 

un cavallo che spicca il salto. 

 

Quasi lo tocco… Ma no, ho sognato, 

ed ecco, adesso, mi sono destato: 

nella mia casa, accanto al mio letto 

non è fiorito l’alberetto. 

 

Ci sono soltanto i fiori di gelo 

sui vetri che mi nascondono il cielo. 

 

L’albero dei poveri sul vetro è fiorito: 

io lo cancello con un dito. 

 

IL PIANETA DEGLI ALBERI DI NATALE 

 

Dove sono i bambini che non hanno 

L’albero di Natale 

Con la neve d’argento, i lumini 

E i frutti di cioccolata? 

Presto, presto, adunata, si va 

Nel Pianeta degli alberi di Natale, 

io so dove sta. 

 

Che strano, beato Pianeta… 

Qui è Natale ogni giorno. 

Ma guardatevi attorno: 

gli alberi della foresta, 

illuminati a festa, 

sono carichi di doni. 

 

Crescono sulle siepi i panettoni, 

i platani del viale 

sono platani di Natale. 

 

Perfino l’ortica, 

non punge mica, 

ma tiene su ogni foglia, 

un campanello d’argento 

che si dondola al vento. 

 

In piazza c’è il mercato dei balocchi. 

Un mercato coi fiocchi, 

ad ogni banco lasceresti gli occhi. 

E non si paga niente, tutto gratis. 

Osservi, scegli, prendi e te ne vai. 

Anzi, anzi, il padrone 

Ti fa l’inchino e dice:”Grazie assai, 

torni ancora domani, per favore: 

per me sarà un onore…” 

 

Che belle le vetrine senza vetri! 

Senza vetri, s’intende, 

così ciascuno prende 

quello che più gli piace: e non si passa 

mica alla cassa, perché 

la cassa non c’è. 

 

Un bel Pianeta davvero 

Anche se qualcuno insiste 

A dire che non esiste… 

 

Ebbene se non esiste, esisterà: 

che differenza fa?

 


RITORNA OGNI ANNO
Ritorna ogni anno, arriva puntuale
con il suo sacco Babbo Natale:
nel vecchio sacco ogni anno trovi
tesori vecchi e tesori nuovi.

C’e’ l’orsacchiotto giallo di stoffa,
che ballonzola con aria goffa;
c’e’ il cavalluccio di cartapesta
che galoppa e scrolla la testa;
e in fondo al sacco, tra noci e confetti,
la bambolina che strizza gli occhietti.

Ma Babbo Natale sa che adesso
anche ai giocattoli piace il progresso:
al giorno d’oggi le bambole han fretta,
vanno in auto o in bicicletta.
Nel vecchio sacco pieno di doni
ci sono ogni anno nuove invenzioni.

Io del progresso non mi lamento
anzi, vi dico, ne son contento.



NEVE

Poveretto chi non sa
sciare né pattinare.
Di tanta neve, che se ne fa?
Tutto quel ghiaccio non gli serve a nulla.
Di tanta gioia lui non può godere:
al massimo si farà
una granita in un bicchiere.


IL MAGO NATALE

S’io fossi il mago di Natale
farei spuntare un albero di Natale
in ogni casa, in ogni appartamento
dalle piastrelle al pavimento,
un vero abete, un pino di montagna,
con un po’ di vento vero
impigliato tra i rami,
che mandi profumo di resina
in tutte le camere,
e sui rami i magici frutti:
regali per tutti.

Poi con la mia bacchetta me ne andrei
a far magie
per tutte le vie.
In via Nazionale
farei crescere un albero di Natale
carico di bambole
d’ogni qualita’,
che chiudono gli occhi
e chiamano papa’.

Chi le vuole, le prende:
gratis, s’intende.
La magia è appena cominciata:
dobbiamo scegliere il posto
all’albero dei trenini:
va bene piazza Mazzini?
quello degli areoplani
lo faccio in via dei Campani.

Tutto questo farei se fossi un mago.
Pero’ non lo sono
che posso fare?
Non ho che auguri da regalare:
di auguri ne ho tanti,
scegliete quelli che volete,
prendete tutti quanti.

SULL’ALBERO DI NATALE

 

Sul ramo più alto

vicino alla stella

c’è un passero vero

che cinguetta e saltella.

Ha visto dal davanzale 

quest’albero fatato:

la finestra era aperta,

con un frullo è volato

sul ramo più alto,

proprio accanto alla stella,

il passero vero

che cinguetta e saltella.

Fuori fa freddo

non lo cacciate via

è l’ospite di Natale

vi metterà allegria.

Di tutta la vostra festa

una briciola gli basterà,

sulla tovaglia rossa

un poco passeggerà,

poi tornerà al suo ramo,

vicino alla sua stella,

il passero vero

che cinguetta e saltella

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