Province, podestà subito! A quando nei Comuni?

13 Marzo 2015
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Amsicora 

La Costituzione e lo Statuto speciale, che è legge costituzionale, le prevedono. Ma chi se ne…, con una semplice leggina, il Consiglio regionale ha disposto il commissariamento delle tre province storiche (Sassari, Nuoro e Oristano) e nel giro di un mese decadranno anche i funzionari pubblici che in questo momento guidano gli enti a Cagliari, in Ogliastra, nel Medio Campidano, in Gallura e nel Sulcis.
Gente, così va il mondo, in questo stato delle bananas. Tutti sulla Carta fanno pipì, dal governo, al parlamento, ai consigli regionali. E lo fanno in pieno accordo, maggioranza e opposizione, tant’e che la proposta di legge ha come primi firmatari i capigruppo di Pd e Forza Italia, Pietro Cocco e Pietro Pittalis. Tempi stretti, amici miei, siamo nell’epoca della velocità. Renzi docet. Si va di corsa. Più la si fa in fretta meno si sente l’odore. Pensate, se non ci fosse stato il commissariamento, il presidente Pigliaru avrebbe niente meno dovuto indire i comizi elettorali e le Province arebbero avuto organi elettivi. Non sia mai detto! Quando mai!. «Non c’erano alternative», ha sentenziato l’assessore agli Enti locali, Cristiano Erriu. Lui si che se ne intende. E’ stato presidente dell’Anci, quindi le autonomie le difende al meglio. E cosa c’è di meglio, di un podestà. Nelle province e non solo. Perché non anche nei comuni? Del resto, anche lì, i consigli non sono stati già soppressi? I sindaci non sono già un po’ podestà e un po’ sceriffi? Non è un caso che a risolvere i loro problemi chiamano Alfano, caserme non scuole.  Al diavolo la Commissione Medici! Voleva più cultura, più lavoro e meno caserme per risolvere il malessere delle zone interne. E al diavolo le lotte di Pratobello contro la militarizzazione del territorio per il lavoro e la cultura! Stellette e gambali e disoccupazione, questo è il rimedio!
Ma, attenzione, ci sono state complicazioni! C’è stato l’intervento di un legge, la legge Delrio, che entro l’8 aprile di quest’anno impone alle regioni a Statuto speciale di adeguare il proprio ordinamento interno. Ma  lo Statuto speciale non assegna alla Sardegna la potestà legislativa sulla materia? Certamente, ma è una legge costituzionale, è solo orientativa, se fosse stato un regolamento governativo allora sì ch sarebbe stato precettivo! E allora? Tempi stretti, anzi strettissimi, i comizi elettorali devono essere convocati 55 giorni prima del voto. Emergenza! Pocedura di massima urgenza! Podestà nelle province subito!  Meno male! Pericolo scampato! Niente organi rappresentativi! Che sollievo! Tiriamo un sospiro e andiamo a prenderci un brodo.

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  • 1 marco de rebus
    13 Marzo 2015 - 18:37

    Cosa ne sarà dei funzionari delle province? e degli altri lavoratori? Premesso che la maggior parte di loro è stata assunta per raccomandazione e non per merito, mi sembra un gesto di civiltà fargli (almeno) sapere che fine faranno…. Altro che brodo, qui non si sa che pesci pigliare!

    Risposta

    Caro Marco,

    I dipendenti delle province possono stare tranquilli: passeranno alla Regione o ad altri enti. Le controriforme renziane non sono volte al risparmio di risorse né al miglior esercizio delle funzioni, ma più semplicemente alla soppressione della democrazia rappresentativa. Ai podestà provinciali si aggiungono quelli comunali (sindaci senza vero consiglio e senza opposizione) e regionali (Pigliaru ha meno del 20% dei voti), con al vertice il capo del governo, senza bilanciamento parlamentare (italicum e senato non elettivo). E’ un disegno mostruoso, cui - ahinoi! - stanno prestando consenso anche molte persone un tempo dell’area democratica e di sinistra. Ora anche i presidi delle scuole diventeranno dei piccoli ras! Berlusconi vince per mano di Renzi.

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