Coalizione sociale vs. coalizione affaristica

9 Giugno 2015
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Andrea Pubusa

L’ho già detto. Alla Coalizione sociale aderisco, sia o non un partito. Il segretario della Fiom Maurizio Landini durante la presentazione a Roma, l’altro giorno, ha detto che non sarà un partito, sarà un movimento politico. E mi sta bene. Sono così disperato, politicamente parlando, che tutto ciò che Landini propone mi va bene. Lo accetto senza discutere (e per me…credetemi, è difficile). Infatti, volevo porre una condizione. Ma non lo faccio, perché l’ha posta già lui. Da soddisfare - dice -  non “sono certo le mire personali”, si vuole ripristinare la “cultura dei diritti” nel Paese. A me ciò che interessa è ovviamente il fine ultimo, ripristinare i diritti (per me, invero, il programma massimo è sempre il socialismo, ossia il massimo dei diritti e della democrazia, coniugati all’eguaglianza), ma confesso mi preme molto anche il programma minimo, la premessa, lo stop alle mire personali. E sapete perché? Perché la sinistra si è suicidata sull’altare del cadreghismo. Quando fondammo Sinistra democratica avevamo la possibilità di un grande successo. Ma i satrapi della vecchia-nuova sinistra hanno ben pensato di finalizzare tutto alle loro sorti personali: stare in parlamento o entrarci, andare o rimanere in consiglio regionale. Perfino i consigli comunali o circosrcrizionali sono diventati l’oggetto oscuro del desiderio dei nostri baldi sinistri. E abbiamo visto com’è andata… SEL o fa l’acaro del PD o scompare, gli altri sono passati alla clandestinità, nessuno sa dove sono e che fanno.
“Noi restiamo fuori dai partiti – promette fulgidamente e grillianamente Landini – ma nelle battaglie e nelle lotte siamo pronti a confrontarci con chiunque per cambiare le leggi sbagliate”. Attento, caro Maurizio, noi stiamo fuori dai partiti e va bene, ma loro? Loro non vogliono star fuori dalla Coalizione sociale perché così possono rientrare in gioco, e, se entrano, è la fine, alle prossime elezioni saremo già alla lotta fratricida, alla guerra interna sanguinaria. E saranno più i fuggitivi che i combattenti. Per quel che conta, io sarò fra i primi, me la darò a gambe! Quindi, massima attenzione, custodite bene la porta d’accesso! I residui della vecchia-nuova sinistra fuori, se vogliono dare una mano, la diano, una volta tanto per fini ideali, senza nulla pretendere.
Landini ci tiene a smarcare il nuovo soggetto dall’asse politico: Coalizione sociale non è alla sinistra del Pd, “qui non si parla di sinistra e di destra. Questa cosa succede a sinistra del Pd, è una menata di Renzi per descrivere il mondo come vorrebbe lui. Noi non siamo a sinistra del Pd e non siamo a sinistra di nessuno. Siamo persone che vogliono cambiare il paese, riaffermare dei diritti e che pensano che le cose che sta facendo il governo Renzi sono contro i lavoratori, contro i precari e a favore solo di una parte del Paese”.
Anche qui molte assonanze col grillismo. Niente compromissione coi partiti, ormai consorterie dedite al malaffare, come le cronache stanno mostrando. Nessuno più di Grillo ha capito meglio questo degrado morale. E molti a criticarlo per non essersi alleato…al PD! PD, sia detto inter nos, che ha fatto fuori Bersani e Prodi per Berlusconi, Napolitano benedicente.
Sintonia col M5S anche sul reddito minimo, che, guarda un po’!, Renzi bolla come “anticostituzionale” e, udite! udite!, la cosa “meno a sinistra che c’è”, puro assistenzialismo.  Ma va là, Matteo, ricordati della solidarietà, che sicuramente è di sinistra, ed è di sinistra anche la redistribuzione della ricchezza. Impara da Maurizio: “Il reddito minimo non deve essere pagato con il contributo di altre persone ma a carico delle imprese o della fiscalità generale, cioè quelli che prendono di più devono garantire anche per chi non ce la fa”.
“Il premier e anche segretario fa bene a preoccuparsi di cosa c’è fuori dal Pd – dice Landini. E ci credo, vede crescere e concretizzarsi un fantasma, che agita le sue notti: una grande opposizione alternativa, a livello sociale, con la Coalizione, e a livello elettorale, con un M5S in crescita. Se si trova l’intesa sulla candidatura di una grande personalità democratica per la presidenza del Consiglio, l’Italicum potrebbe fare un brutto scherzo al suo fautore. Ecco perché Renzi deve - come gli ha suggerito Landini,  “preoccuparsi anche di quelli che stanno dentro il Pd”. Danno segni di insofferenza. E li danno i cittadini di fronte al “garantismo” che - come ha detto bene Rodotà - Renzi riconosce solo verso i “politici inquisiti”. Mafia capitale con annessi e connessi, danno il senso di una coalizione affaristica attorno al PD. La coalizione sociale è già in movimento: la reazione alla proposta del governo di marca thatcheriana sulla scuola mostra che la società esiste, non è passiva e si è rimessa in movimento. Il conto alla rovescia già è iniziato?

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