I meridionali nella Resistenza

19 Aprile 2018
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Gianna Lai

Copertina anterioreOggi alle 17,30 nella sala conferenze della Fondazione di Sardegna in via S. Salvatore d’Haosta n. 2 verrò presentato il libro “La partecipazione del Mezzogiorno alla Liberazione d’Italia (1943.1945), a cura di Enzo Fimiani. Ecco la recensione di Gianna Lai. 

 Delinea e sviluppa il quadro storico su Resistenza e Liberazione, in quanto esperienza nazionale unificante a livello popolare, il bel volume intitolato ‘La partecipazione del Mezzogiorno alla Liberazione d’Italia 1943-1945, a cura di Enzo Fimiani, Le Monnier, 2016. Conoscenza storica e divulgazione, in un progetto di ricerca avviato dall’ANPI nel 2013 con l’INSMLI (Istituto Nazionale per la Storia del Movimento di Liberazione in Italia), le vicende personali e collettive della Resistenza nel Mezzogiorno. Interpretazione storica nel contesto della Seconda guerra mondiale, per aprire a sempre nuovi studi e a nuove indagini sull’argomento, impegno significativo dell’ANPI a farne conoscere i risultati, diffonderne i contenuti nell’associazione, nella scuola, tra i cittadini, per una storia nazionale che sia formazione di una più ‘consolidata coscienza civile’. E il lettore comune apprende molte cose e gli si chiarisce il quadro che realmente ha dato impulso alla costruzione di una vera identità di popolo, fondata sulla partecipazione e sulle scelte comuni, che attraversano l’intero paese da Nord a Sud. Diviso dall’oppressione fascista prima, dal dispiegarsi del conflitto e dall’occupazione dell’esercito nazista poi, a dimostrarne dignità e valore sarà il processo di Liberazione, vissuto in modi diversi nelle varie parti d’Italia, intanto per motivi storici, certo con maggiore partecipazione al Nord, ma tuttavia non semplicemente in termini episodici al Sud, oltre le Giornate di Napoli, cioé, oltre l’insurrezione di Matera, oltre la Brigata Maiella.
E nel dopoguerra la Ricostruzione e il lavoro di uomini e donne, la riunificazione del Paese durante il tempo dell’Assemblea Costituente e dell’entrata in vigore della Carta, le energie più valide che l’Italia abbia espresso su tutto il suo territorio, la fase più alta dell’edificazione di una democrazia nuova, al centro della storia di questo Novecento.
Mezzogiorno e Liberazione, resistenze plurali, le storie dei partigiani nelle regioni centrali e dei partigiani meridionali nel Nord d’Italia, contro l’esercito nazifascista, e poi di quelli che combatterono nella Resistenza piemontese.
E poi la storiografia, le questioni di metodo di fronte a ‘la straordinarietà della Resistenza come fenomeno complessivo‘, come dice Smuraglia nell’introduzione, per ricostruire ‘un’idea complessiva della Resistenza che partisse dall’antifascismo, passasse attraverso gli scioperi del 1943-44, e gli atti di resistenza immediata conseguenti all’8 settembre, per poi esprimersi in modi sempre più argomentati e consistenti nei famosi venti mesi, fino alla liberazione d’Italia‘. Così le rivolte popolari, le resistenze alla guerra, fino agli ‘atti di disubbedienza, di contrasto di opposizione in Sicilia, in Campania in Sardegna, in tante forme diverse ma ugualmente importanti’, che già determinavano l’inizio della costruzione di una Repubblica democratica.
Si tratta di un’esperienza più ampia di quanto non sappiamo, un fenomeno nazionale indagato negli scritti degli studiosi, che partono dalle ricerche già compiute e dalle discussioni e dai Seminari e dai Convegni già svolti, per aprire la strada a ulteriori studi e approfondimenti, perché sia ancora possibile parlare, come dice il curatore Enzo Fimiani, ‘in termini meno aleatori e sulla base di più fondate griglie scientifiche, di Resistenza e Liberazione come fenomeni nazionali
Un bell’apparato di note arricchisce il volume e ne caratterizza l’andatura da un capitolo all’altro, e poi il richiamo continuo alle fonti e l’uso di quelle memorialistiche, e del Fondo RICOMPART (le carte dell’Ufficio per il servizio Riconoscimento qualifiche e per le Ricompense ai Partigiani), custodito presso l’Archivio Centrale dello Stato. Così la ricostruzione del quadro di insieme aggiunge i territori mancanti al disarticolato paesaggio storico italiano, così l’indagine si fa sempre più chiara e definita. Nei saggi degli studiosi, Isabella Insolvibile, Chiara Donati, Toni Rovati, Guido d’Agostino, Claudio della Valle, i dati storici e interpretativi, le tabelle, e poi gli approfondimenti, secondo il mutare dell’orientamento ’suggellato dalla pubblicazione nel 1991 di Una guerra civile, di Claudio di Pavone’. Per ‘riconoscere il valore nazionale della Resistenza’, citando ancora Carlo Smuraglia nello scritto finale, che chiude il libro, ‘contro ogni forma di negazione o di riduzione del fenomeno

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