Gorbaciov, per vincere la sua scommessa, doveva avere un interlocutore come Roosevelt

1 Settembre 2022
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Andrea Pubusa

E’ morto Gorbaciov. Politicamente lo era da molto. Lo ha ucciso l’occidente, quello che oggi si scaglia contro Putin che esso stesso  ha messo in sella dopo Eltsin.
Gorbaciov voleva ricondurre la Unione sovietica e la Russia nella famiglia europe’ che non a caso lui chiamava “Casa comune europea”, e vagheggiava un comunismo con il temperamento della impostazione socialdemocratica piu’ conseguente: partecipazione, democrazia, trasparenza. La perestrojca fu la sua parola d’ordine. Convoco’ a Mosca per questo scopo anche i leader del socialismo occidentale, ma senza successo. In fondo la visione di Gorby era cosi’ viosionaria da richiedere interlocutori come lui in occidente. Ma qui c’era un reazionario come Reagan. Ci voleva un novello Roosevelt che si alleo’ perfino con Stalin per battere il nazifascismo e riteneva di dover dialogare con l’URSS dopo la fine della guerra nella ricostruzione materiale e politica. Fatto sta che i patti non furono mantenuti, che Gorbaciov fu disarcionato senza alcun riguardo in favore di Eltsin, in funzione di un’egemonia del peggior capitalismo di rapina. Putin e’ il frutto avvelenato e ultimo di questo processo sciagurato e miope. La NATO ha spostato i suoi interventi ai confini con la  Russia e le “abbaia” contro minacciosa. Guardando le cose di oggi alla luce di quella svolta, e’ chiaro che la politica di Gorbaciov non ci avrebbe portato alla guerra in Ucraina e che questi esiti disastrosi sono frutto del tradimento vile dell’occidente delle aperture generose e ottimistiche di Gorbaciov.
Di lui si parlera’ molto. Certo si puo’ dire che era una persona per bene, amante del dialogo e della pace, della Casa comune europea, portatore di un progetto epocale, che aspetta protagonisti di altissimo profilo. Il contrario di cio’ che passa il convento oggi. La ragione della guerra e’ tutta qui.

Ecco su Gorbaciov una nota di Alfiero Grandi
La morte di Gorbaciov. Ricordiamolo come un grande protagonista della Storia
Gorbaciov è morto, lascia il mondo molto diverso da come lo aveva trovato. Sicuramente migliore. I blocchi politico/militari che avevano governato gli equilibri del mondo dopo la Seconda guerra mondiale, fondati sul pericolo della guerra nucleare (equilibrio del terrore), potevano essere superati, trovando i fondamenti della sicurezza tra popoli, sistemi, Stati nella reciprocità, nella cooperazione, nella distensione progressiva e controllata. Aveva una visione del futuro dell’umanità.
Gorbaciov è stato determinante nell’imboccare questa strada per invertire la tensione, l’escalation militare per imboccare una via di fiducia e di convivenza pacifica. Va ricordato che l’avvio della distensione Gorbaciov lo costruì con Reagan un Presidente della destra americana, visceralmente anticomunista, eppure riuscì a stabilire un rapporto di fiducia, compiendo atti importanti, che in seguito gli furono rimproverati come ingenuità che avevano indebolito le posizioni dell’Urss e ne avevano accelerato la crisi.

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