A Marco Sini il Premio Pro Monserrato, per le sue storie su una comunità straordinaria

12 Gennaio 2023
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Piero Carta

Capita che un monserratino di adozione sia chiamato a presentare ad un pubblico di monserratini le motivazioni del conferimento del premio Pro Monserrato, riservato ai cittadini che nei vari campi si sono distinti nel dare lustro alla propria città, .
Questo, però, capita solo nelle comunità aperte ed accoglienti e di questo sono grato per l’onore che mi è stato riservato.
Che Monserrato abbia memoria lunga non è una novità; da anni associazioni, testimoni, studiosi di storia locale sono impegnati in un lavoro di ricerca volto a far luce sulla storia della comunità.
Serafino Agus, Pietro Picciau, Mario Vincis, il circolo del cinema “Nuovo Pubblico, coi suoi straordinari documentari, Gianfranco Vacca con la raccolta di testimonianze sulla tragedia della seconda guerra mondiale, Valeria Patanè col documentario “Zuddas alias Resy”, la rappresentazione teatrale di Rita Atzeri “La pedala bianca” e Marco Sini coi sui  lavori dedicati a Monserrato, ci restituiscono immagini nitide della società monserratina, ma non dobbiamo dimenticare la preziosissima testimonianza di uno dei protagonisti del libro di Marco, Mario Corona col suo “Ricordare non è peccato”, e l’opera di Gianni Argiolas “Libertadi paulesa” ispirato a un episodio di lotta politica accaduto a Monserrato cento anni fa ( il 10 settembre 1922) che Marco ha ricostruito in dettaglio e raccontato nel libro
“Antifascisti, Partigiani e Deportati. Appunti di Storie monserratine” e in “Quaderni monserratini n.2″.
Evidentemente e contro ogni apparenza esiste a Monserrato una grande fiducia nel futuro; se è vero quanto dice lo storico E. Carr: “una società che ha perduto ogni fiducia nella propria capacità di progredire verso il futuro, cessa contemporaneamente di preoccuparsi dei propri progressi passati”.
La storia che noi studiamo, quella nota, è ben poca cosa rispetto alla totalità degli eventi passati.
Ma ogni giorno la sirena della semplificazione e dei luoghi comuni col suo canto suadente e facile da mandare a memoria ci richiama sulle scogliere e come in una notte buia ci fa apparire tutte le vacche nere.
Ogni giorno rischiamo il naufragio. Eppure per chi ama distinguere, vedere chiaro, ogni giorno il passato rivela a noi particolari significativi.

Storici professionisti e appassionati di storia locale, accendono lumi su angoli nascosti o trascurati, rivelando storie di persone straordinarie che in modo semplice sono entrati a contatto con la grande storia, occupando a volte ruoli da protagonisti.
A questi lavori, come ho già detto, capaci di aggiungere storie alla storia, si deve la capacità di trasformare i numeri e i quadri generali di ricostruzione dei grandi eventi del passato in persone che con la loro carne, col loro sudore, col loro lavoro e con le loro idee hanno vissuto e dunque fatto la Storia.
E’ su questo terreno che si incontra la straordinaria complessità e varietà.
Nei libri di Marco si fa questo, come l’operatore cinematografico che lavora di zoom e inquadra i particolari.
Nei suoi lavori Marco Sini usa documenti storici di varia natura, fonti orali ed anche qualche nota leggendaria che insieme concorrono a dipingere questo quadro con i colori vivi della vita vissuta da donne e uomini che hanno visto tempi difficili ed hanno fatto scelte anche dolorose.
Ma tra le cose sorprendenti della ricerca di Marco colpisce ancora di più la coralità, la forza della Comunità.
Uno dei filoni indagati da Marco, quello dell’antifascismo a Monserrato, risulta essere di assoluta rilevanza sia per le persone coinvolte, sia per i numerosi fatti.
Si dirà più tardi che i “monserratini, (sono) geneticamente predisposti a spintonare sconsideratamente”
Allora il senso vero dell’espressione “accollada ‘e paulesu”, come Marco ci suggerisce   è da intendersi proprio in questa coralità, ovvero nella capacità di prendere decisioni, per altri avventate, sia che si tratti di difendere il lavoro dei trasportatori col carro dopo l’arrivo delle tranvie, sia che si tratti di reagire a provocazioni come quella del 10 Settembre 1922, quando i nazionalisti e i fascisti, provenienti da Cagliari e dintorni, ebbero l’ardire di sfidare a casa loro i monserratini.
Quella stessa coralità che si ritrova nelle elezioni politiche del 1924, quando contro il listone che poi avrebbe trionfato in tutta Italia, il P.S.d’Az. ebbe a Monserrato il 75% dei voti.
E tutto questo ha lasciato tracce profonde anche nel presente?
La riconquista dell’autonomia ha fatto ben sperare.
Se si vuole davvero progredire, senza scappatoie e imbrogli, non si può non partire dal recupero della memoria storica. Il progetto del futuro non può prescindere dalla partecipazione, dal protagonismo delle persone che di quella comunità sono parte.
Ogni comunità deve incoraggiare la ricerca e quando qualcuno come Marco spulcia le carte polverose degli archivi e porta alla luce personaggi, storie anche minute, non possiamo che essergliene grati.
Così una comunità rinforza il sentimento dell’insieme, così ciascuno rinsalda il convincimento di essere parte di qualcosa di più grande.

Le comunità non sono il risultato di individui che si sommano, sono semmai il convincimento che ciascuno di noi ha in comune qualcosa con gli altri.
Sono questi fili, questi legami che fanno tessuto, che fanno vera comunità.
In modo diverso lo hanno detto due straordinari intellettuali del 900, Italo Calvino con il suo meraviglioso “Le città invisibili” e Maria Lai con i suoi stupefacenti fili intrecciati.
Il telaio che annoda i fili è la memoria che permette agli individui di dialogare, un dialogo che si svolge sia tra contemporanei sia tra gli uomini del presente e quelli del passato.
Marco in questo affresco che sta dipingendo ci guida in un percorso che per alcuni può essere di riscoperta ed attualizzazione, ma per molti il viaggio tocca mondi inesplorati. Le storie proposte nei suoi libri e nei quattro Quaderni (nome di straordinaria suggestione), per richiamare l’immagine usata da Marco Asunis e Lino Ariu nel loro bellissimo documentario, costituiscono il materiale di un immenso baule che ci viene aperto e che chiede, a quanti hanno interesse, curiosità e sensibilità, di essere esplorato.
Marco Sini, monserratino, 74 anni, è stato dirigente sindacale della CGIL Sarda e Segretario Generale della Camera del Lavoro di Cagliari dal 1986 al 1994; collaboratore dell’Assessore regionale alla Programmazione; Direttore di Legacoop Sardegna; componente Comitato di Sorveglianza dei Fondi Comunitari - POR Sardegna 2000-2006; Sindaco di Monserrato (2006-2011) e vice-Presidente ANCI Sardegna; Presidente Provinciale ANPI di Cagliari. È componente del Consiglio di Amministrazione della Fondazione Casa Museo Antonio Gramsci di Ghilarza.
Collaboro con le riviste: Patria Indipendente, Democrazia Oggi e Il Manifesto Sardo.
Suoi articoli sono pubblicati sul quotidiano Unione Sarda
Ha già pubblicato:
Cinque anni al Comune (Monserrato 2006-2011), Grafica del Parteolla, 2013;
Pace, -Shalom, Salam – Israele-Palestina. Diario di viaggio ed altre annotazioni, CUEC, 2013;
-  Antifascisti, Partigiani e Deportati. Appunti di storie monserratine, CUEC, 2015.
Ha inoltre curato quattro Quaderni Monserratini: “Appunti di storia paulesa e monserratina e di paulesi-monserratini”, Stampalux;
“Giuseppe Zuddas – Sardista, antifascista, internazionalista”, CUEC 2017;
“Genti de Pauly: Arrexìnas. Is contus de is antigus e de genti passada in Pauly – Radici: Racconti degli antenati e di gente passata a Pauli (dal 1560 al 1660 e poco oltre)”, Aìpsa, 2019;
ed infine: Mario, Antonino e gli altri, Condaghes 2021 e  Monserrato 15 Maggio 1906: una storia rimossa. La protesta popolare, l’incendio della stazione tranviaria e altri danneggiamenti, Condaghes2021.
I libri hanno avuto diverse presentazioni anche fuori da Monserrato, sia in Sardegna che in continente ed hanno contribuito e contribuiscono a far conoscere la storia della comunità monserratina.
Alla luce di quanto scritto Marco Sini può a ben diritto essere annoverato tra le persone meritevoli di un riconoscimento pubblico da parte della sua comunità e bene ha fatto la Pro Loco ad insignirlo del prestigioso premio.

Monserrato 07/01/2023

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