Carbonia. Muore operaio a Pozzo 6 travolto da una frana, L’Unità del 16 novembre dice che è dovuta all’incuria della direzione. L’azienda impone nuove elezioni dell Commissioni interne per far posto anche ai liberini. Operai, salari e costo della vita nel Sulcis

18 Giugno 2023
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Gianna Lai

 

Oggi, come ogni domenica dal 1°.9.2019, un tassello della storia di Carbonia.

 

Ed esprimono la loro solidarietà a Dessanay e ai lavoratori picchiati dai poliziotti, tutti i parlamentari da Nenni a Polano, e i consiglieri regionali della sinistra, e le direzioni dei loro partiti, “politica sopraffatrice delle libertà costituzionali attuata a Carbonia”, su L’Unità del 18 e del 22 ottobre, mentre i democristiani e i sardisti minimizzano sulle violenze.
Prima lo scioglimento del comizio, dunque, poi la verifica dei fatti e le commissioni di inchiesta, prima il carcere e poi la sentenza, come solitamente accade quando la pubblica sicurezza perseguita i lavoratori di Carbonia. Così dopo i comizi di Nadia Spano e di Sebastiano Dessanay, così per gli 11 operai di Bacu Abis, coinvolti in una rissa e assolti dall’accusa di tentato omicidio per non aver commesso il fatto, ma solo dopo aver scontato due anni di carcere. Così sarà per i fatti del 14 luglio, la denuncia su L’Unità del 21 ottobre 1949. E tuttavia continua a non impaurire questo modo di “far rispettare la legge” in città, gli operai sempre impegnati, anche quando la repressione si fa particolarmente dura, nel sostegno dei loro dirigenti sindacali e di partito.
A incupire quel clima fascista, sottolineando ancora le parole di Laconi e di Lussu in Parlamento, la morte di un operaio a Pozzo 6, travolto da una frana durante il riempimento di una galleria già sfruttata, secondo L’ Unità del 16 novembre per “incuria della direzione”. Sciopero dei lavoratori, cui segue l’adesione a quello generale contro l’eccidio poliziesco di Torremaggiore, il 90% delle maestranze di Carbonia incrociano le braccia. Mentre il ministro Lombardo, Psli, fa una visita brevissima nella miniera di Serbariu, memore dell’accoglienza riservata poco tempo prima a Saragat, cui i lavoratori impedirono di parlare, come aveva ricordato Chieffi alla Camera, interrompendo l’intervento di Laconi sulla repressione seguita al comizio di Nadia Spano in città.
Sempre più aspro lo scontro fra SMCS e lavoratori, ora di nuovo sulle Commissioni interne di cui si annunciano nuove elezioni per il 16 novembre, le attuali non riconosciute dall’ azienda, che pretende invece la presenza, nelle liste, di alcuni suoi dirigenti. Esito pressocché invariato rispetto alle precedenti, in aggiunta alcuni impiegati eletti dai “sindacati liberi”: hanno votato 7899 operai ,705 impiegati, totale votanti 8.504: la Lista unitaria 6.758 voti fra gli operai, 302 fra gli impiegati, i liberini 905 fra gli operai, 330 tra gli impiegati. Totale Lista unitaria 7.050, liberini 1.235. Nuove Commissioni interne che devono cimentarsi con la crisi sempre più grave della SMCS: secondo lo Studio per la Riorganizzazione dell’Azienda, ottobre 1955, la precarietà del mercato in quel 1949, era dovuta “principalmente al ritrovamento del metano, proprio nel periodo 1948-49”, a seguito del quale diveniva “sempre più importante la rapida utilizzazione su, scala industriale, di tale materia prima”. Per il futuro, altrettanto “prevedibile… il rapido orientamento di molti consumatori di carbone verso la nuova fonte di energia”, pur se “quando l’O.E.C.E., nel 1949, convoca a Parigi i rappresentanti dei Paesi aderenti, per discutere della concessione di un prestito ERP destinato alla meccanizzazione delle miniere”, l’azienda SMCS presenta ugualmente il suo piano di sviluppo e meccanizzazione del Sulcis, destinato tuttavia, in seguito, solo all’apertura della miniera di Seruci. Ed è l’ultimo anno, il 1949, in cui appare la voce “bonifiche” nelle tabelle SMCS, poi chiusi quei cantieri sicché, per quanto riguarda la concentrazione degli operai presso le singole direzioni in quel periodo, essa risulta la seguente: “la metà degli operai a Serbariu, un quarto a Cortoghiana, che comprende anche Bacu Abis, un quarto a Sirai. Gli impiegati costituiscono il 5% circa del totale dipendenti, distinti tra impiegati tecnici (di cui fan parte anche sorveglianti) e impiegati amministrativi”. In tutto 13.991 al giugno 1949 i dipendenti, mancano sempre i dirigenti, mai riportato il loro numero complessivo nei quadri aziendali. E la crisi già provoca, subito dopo, la riduzione della settimana a cinque giornate lavorative, mentre i salari si mantengono al solito bassi, come da tabella SMCS al 1 dicembre 1949: Operaio specializzato, paga oraria 65,70; quota di valutazione 7; terzo elemento, quota oraria, 3,25; contingenza oraria 56,75; indennità mensa 40; caro pane 60; indennità sottosuolo 48; totale 8 ore: 1.049,90. Operaio qualificato 41,25; 3; 1,65; 56,75; 40; 60; 48, totale 8 ore 968,80. Operaio comune 36,90; 1,50; 1,05; 56,75; 40; 60; 48; totale 8 ore 933,60. Manovale 35,85; -; -; 56,75; 40; 60; 48; totale 8 ore 888,80. Donne capo famiglia 35,10; -; 1,55; 48,00; 40; 60; -; totale 8 ore 697,00. Ragazzi e ragazze 16 anni 18,90; -; -; 27,65; 40; 60; totale 8 ore 472,40. I salari nelle bonifiche AcaI, per gli ex minatori, corrispondono a quelli degli edili, più bassi rispetto alla miniera del 7-8%. e da confrontare coi prezzi dei generi di prima necessità, carne lire 550 al kg., pane lire 100, pasta 125, latte 100 al litro, frutta 120, verdura 60, burro 130 l’etto. Tenendo conto che il fabbisogno di calorie giornaliere per un operaio addetto al lavoro della miniera si aggirava intorno alle 4.000, sulla base dei prezzi stabiliti per i generi di prima necessità si sarebbe dovuto spendere lire 520 per sfamare il singolo lavoratore, mentre quella popolazion era costretta a nutrirsi di solo pane, pasta, scatolame e insaccati.
Molti gli ordini del giorno e le interpellanze e le interrogazioni dei consiglieri regionali, in quei mesi, sulle miniere del Sulcis-Iglesiente: l’8 settembre Cocco e Colia su licenziamenti alla Carbosarda e poi, sugli stessi problemi, Covacivich- Filigheddu; il 3 ottobre i consiglieri Cocco, Ibba e Colia sulla tutela dei lavoratori e sui problemi minerari e, il 22 novembre, il consigliere Melis sulla riorganizzazione ACaI. Tutti a sollecitare interventi immediati che scongiurino l’abbandono delle miniere.

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