Michela Murgia

12 Agosto 2023
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Andrea Pubusa

Ho incontrato Michela Murgia circa 25 anni fa ad Iglesias. Nell’aula consiliare l’instancabile Gianluca Medas aveva organizzato una rappresentazione su Sigismondo Arquer. Sue le letture, da eccellente attore quale e’, e due interventi per illustrare la vita e la figura del grande intellettuale sardo, mandato a fine “600 al rogo dalla Santa Inquisizione a Toledo. Michela fu invitata da Medas perché aveva la laurea in teologia e dunque poteva meglio trattare gli aspetti “religiosi” della vicenda. Io, nei miei corsi di diritto amministrativo a Giurisprudenza, amavo deragliare dal programma e fare incursioni nella storia, cercando di mantenere un collegamento con vicende dai risvolti istituzionali.
Mi colpì subito la vivacità di Michela e la sua originalità. Le sue osservazioni erano acute e stimolanti. L’iniziativa catturò così l’attenzione del pubblico, che intevenne con domande e considerazioni.
Poi finimmo in pizzeria e la conversazione mi convinse della brillante intelligenza di Michela e della sua forte volonta’ di farla emergere. Insomma, mi  fu chiaro ch’era ambiziosa e convinta, a buona ragione, delle sue doti. Mi colpì il fatto ch’era accompagnata dalla madre, benché non fosse più ragazzina. Era evidente che c’era fra madre e figlia un grande e affettuoso legame. Fu un incontro positivo che lasciò fra noi un rapporto amichevole.
Quando si buttò in politica, candidandosi alla Presidenza della Regione sarda, mi contattò chiedendomi un aperto sostegno e forse mi avrebbe proposto una candidatura se io non avessi subito declinato l’invito, dicendo che non intendevo espormi pubblicamente, pur guardando alla sua iniziativa, molto innovativa anche per i profili federalistici, con simpatia. Lei continuo’ con merito la sua bella carriera, imponendosi su scala nazional 

La chiamai dopo tempo per invitarla ad un’iniziativa  del Comitato per il NO alla revisione Renzi, ma non mi rispose. Era diventata importante e  un dibattito con un attempato prof. universitario non la interessava più. La dimensione nazionale e la posizione spiazzante (talvolta anche troppo come per Battiato) in Michela dimostra il suo valore. Ci ha lasciato, ma non la dimenticheremo.

Che riposi in pace.

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