Regionali. Il lavoro e la coalizione del Meno Peggio

20 Settembre 2023
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Stefano Boi

C’è una ragazza dietro un bancone in un chioschetto in una spiaggia sarda dove mi piace andare, dove un ombrellone e due sdrai costano 35 euro al giorno. Chissà come sta, quante ore fa al chiosco, se la pagano dignitosamente…
C’è un corriere che sotto il sole di Luglio a mezzogiorno, con 40 e passa gradi, consegna i pacchi assegnati alla sua area di riferimento, e cerca di sorridere ad ogni consegn. Ma sta subendo le conseguenze del caldo? Quante volte rischia il ritiro della patente, parcheggiando dove non dovrebbe per accelerare la consegna?
Magari ha appena consegnato un Iphone 14 Pro, ma lui ha ancora un cellulare Xiaomi di tre o quattro anni fa, pagato allora 200 euro, che sta cercando di utilizzare il più possibile per non avere un’altra spesa questo mese.
C’è una ragazza che lavora in un negozio di scarpe, una catena, l’azienda le manda costantemente messaggi dicendole che sono in crisi e che devono fare tutti il massimo per farla sopravvivere. Ha un contratto part time e prende 700 euro al mese. Quando una cliente è indecisa se comprare una scarpa o meno e lei sente il bisogno di andare in bagno, lo store manager le indica di rimanere a seguire il cliente fino alla conclusione della vendita.
Ci sono montatori di una ditta rinomata di vendita di mobili, i loro camion sono dappertutto. Arrivano, scaricano, montano e scappano via per un’altra consegna di un divano, una stanza o di una cucina. Quanto fa male loro la schiena a fine giornata? Ce la faranno a darsi una prospettiva di lavoro fino alla pensione rimanendo sani? E se avessero complicanze di salute, il sistema sanitario sarebbe in grado di sostenerli senza fargli perdere energie, giorni liberi, la voglia di curarsi, o li porterà a trascurare piccoli doloretti che nel tempo diventeranno problemi sempre più seri?
C’è una callcenterista a cui la sua cara amica ha chiesto di essere testimone di nozze. È turnista, però, quindi deve chiedere permesso per essere presente alla cerimonia. Lo chiede con largo anticipo, ma non le viene data risposta. Dipende dai flussi, le rispondono. Non dovevi dire di si alla tua amica se non eri sicura dell’approvazione, azzardano a dire. Il cliente viene prima, la vita del lavoratore sempre dopo.
C’è un aiuto cuoco in una brigata in uno dei tanti ristoranti di pesce sardi del centro di Cagliari. È straniero, viene dal Bangladesh e cucina piatti tipici della tradizione culinaria sarda. Li sa fare molto bene, ma nessuno dei clienti in sala può immaginare il caldo soffocante nel quale lavora immerso per gran parte della sua giornata. Quei piatti lì che cucina lui, li vendono come identitari della sardità con cui dovremmo attrarre i turisti.
Vive in affitto, ovviamente. Non gli passa nemmeno per l’anticamera del cervello l’idea di potersi comprare una casa accendendo un mutuo. Nessuna banca lo finanzierebbe. I prezzi degli immobili in città poi sono saliti alle stelle. Eppure lavora, e i suoi piatti portano al ristorante rinomato ottime recensioni su TripAdvisor.
C’è un minatore a Silius, che per protesta è sceso nelle viscere della terra che gli danno da mangiare e da vivere, perché non è stato pagato per un lavoro che sicuramente non è molto cool dalle parti di piazza Yenne. Ah si, ne ho sentito parlare di sfuggita, terribile. Come è finita? Non so, non mi sono informato. Il tg ha smesso di parlarne dopo qualche giorno. Spoiler alert: il suo datore di lavoro è una azienda “in house” della Regione Sardegna.
E poi c’è una ragazza che è in attesa, a La Maddalena, che lavora in gelateria per la stagione turistica. Nei mesi invernali, la gelateria chiude e prende la disoccupazione. Non è il massimo, ma è già qualcosa. Sa che non potrà partorire nella sua meravigliosa isoletta perché il punto nascita è stato chiuso, ed inizia ad arrovellarsi su come organizzarsi per spostarsi sulla terraferma.
Il problema è che il nascituro non le farà sapere in anticipo quando arriverà, quindi tutto questo gli genera una angoscia costante, in un momento in cui dalla sua serenità dipende il buon esito della gestazione.
A chiudere il punto nascita però è stata allora “la Coalizione del Meno Peggio”, quindi in merito a questo tema evidentemente questo è il migliore dei mondi possibili. Speriamo che questo però lo capisca anche il nascituro.
Immaginiamo per un attimo che tutte queste figure, di fantasia ma non troppo, si possano riassumere con una formula: il Lavoro. È una astrazione, forzata, ma fingiamo che abbiano interessi in comune.
E cambiamo per un attimo argomento.
Dopo tanti anni di divisioni, in Sardegna la Coalizione del Meno Peggio si è finalmente riunita. Il 7 Luglio.
Hurrà.
E’ una grande coalizione, nutrita, larga e colorata, ci sono tante persone a rappresentare tante forze politiche e sociali: c’è l’immancabile PD, i coerenti Progressisti, l’eterno nuovo del Movimento 5stelle, i sardisti di sinistra, persino le associazioni a rappresentare il civismo.
È lecito però chiedersi se qualcuno dentro quella grande coalizione abbia ancora il coraggio di parlare a tutti quei soggetti sociali (e tanti altri ancora) elencati prima, che una volta erano il pensiero fisso dei loro predecessori.
Me lo domando, perché se gli esponenti dell’attuale Coalizione del Meno Peggio non diranno una singola parola che possa essere percepita come utile per la sua condizione dal corriere, dalla callcenterista, dalla lavoratrice stagionale, dal montatore di mobili, dal minatore, dalla venditrice di scarpe, essa sarà percepita da loro soltanto come un’altra candidata in un concorso di bellezza.
E generalmente, in questi concorsi di bellezza, in politica e in Sardegna, non vincono nemmeno i più belli.
Siete in tanti a quel meraviglioso tavolo, a Luglio eravate ventitre sigle, non c’è nessuno lì dentro che abbia voglia di parlare al Lavoro? Guardate che non è che voglia fare grandi discorsi eh, anzi.
Vuole parlare di cose spicce, non serve una grande preparazione. Il costo del pane, del latte, degli altri beni primari. Gli affitti. La benzina. I mutui, grande sogno poterne accendere uno. Il medico di famiglia sostituito senza un sostituto. La truffa che ha preso da un grande operatore telefonico il padre settantenne e le chiamate che sta ricevendo da un’agenzia di recupero crediti. Il terrore che la disabilità della madre possa aumentare nel tempo e dio solo sa quanto si dovrà spendere per cercare di darle una vita dignitosa. Cose normali.
Certo, sarà traumatico cambiare registro e confrontarsi con il Lavoro. Vi avviso, è molto arrabbiato. Cercate di mettere da parte la vostra infinita supponenza e la pretesa di aver sempre fatto qualcosa per lui, se posso darvi un consiglio non richiesto.
Evitate di andare da lui con la Verità e il Sole in tasca. Lui, che ne ha le tasche piene dei vostri bei discorsi.
Ascoltate, anche se non parla molto bene e alzerà la voce, o peggio. Sarà traumatico, ma vi farà bene. SE avrete il coraggio di farlo.
E anche se lo troverete, quando lo troverete, prima o poi, sarete sempre arrivati in ritardo.
Perché alcuni di loro hanno già deciso di emigrare da un’altra parte.
Lo so perché qualcuno di loro lo conosco.

P.S. : Questo scritto non avrà nessun effetto concreto. La Coalizione del Meno Peggio continuerà come sempre ad ignorare il Lavoro. Ma se anche solo una persona che lo ha letto avrà qui trovato le ragioni di essere un micron più esigente con qualsivoglia dirigente/rappresentante/eletto di qualsiasi delle formazioni di questa proposta politica, l’impegno messo nel scriverlo non sarà stato sprecato.

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