Il mio Novecento

2 Agosto 2009
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Gianluca Scroccu

Angelo Del Boca, Il Mio Novecento, Neri Pozza, 2008, pp. 571, € 19,00
Un libro, quello di questo grande giornalista e tra i massimi esperti della storia del colonialismo italiano, costruito alternando la scrittura con articoli originali, relazioni per convegni, lettere, poesie, pagine dei diari, ricordi personali e familiari che non appesantiscono la lettura, anzi la rendono più viva e l’arricchiscono.
Nato nel 1925, partigiano nelle file di “Giustizia e Libertà”, socialista senza tessera, capocronista appassionato per “La Gazzetta del Popolo”, sino alla straordinaria esperienza giornalistica come caporedattore e responsabile delle pagine culturali de “Il Giorno” diretto da Italo Pietra, un quotidiano che avrebbe accompagnato la crescita dell’Italia durante gli anni del miracolo economico con inchieste e approfondimenti che ancora oggi restano ineguagliate. Già inviato speciale in tutto il mondo, da cui avrebbe ricavato reportage arricchiti da bellissime fotografie, nelle pagine del libro si succedono i suoi incontri con uomini e donne come Albert Schweitzer e Madre Teresa, Norberto Bobbio o sacerdoti cattolici come Padre Balducci, Padre Turoldo o Padre Zanotelli, con i quali il laico Del Boca avvia uno scambio fecondo di esperienze. Impegno culturale e civile destinato a trovare spazio anche in una parentesi di diretto impegno politico con la candidatura come indipendente al Senato per la lista dei Progressisti alle elezioni politiche del 1994. È però l’Africa il filo conduttore dell’esistenza dell’autore, diventato negli anni uno dei più importanti storici del colonialismo italiano, di cui ha studiato a fondo tutti i fatti ad iniziare da quelli più violenti e vergognosi che l’Italia commise durante la costruzione del suo fragile impero coloniale in Libia, Eritrea, Somalia ed Etiopia, costata la vita a circa 500 mila persone. Un’esperienza con cui il nostro Paese non ha ancora fatto i conti, e che grazie all’impegno di storici come Del Boca ha permesso la riapertura di pagine dimenticate come la famosa vicenda dei gas usati dal fascismo durante la campagna d’Etiopia, di cui egli fu il primo a parlare attirandosi accuse da più parti, ad iniziare da Indro Montanelli, che avrebbe poi riconosciuto i suoi errori dando ragione all’autore della monumentale L’Africa nella coscienza degli italiani.

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