Come dar voce al popolo rom

5 Novembre 2009
Nessun commento


Massimo Marini

Quando si parla di immigrazione, integrazione e accoglienza degli stranieri capita spesso che anche il più progressista è aperto storca il naso davanti alla questione dei rom. Un argomento spinoso spesso lasciato in mano alle amministrazioni locali di buona (o cattiva) volontà, in Italia mai affrontato in maniera organica a livello politico. Una problematica che sconta inevitabilmente il grosso pregiudizio che come tale è figlio forse di qualche verità, ma certo di tanta ignoranza. Il popolo rom, un popolo di origini indiane che ha iniziato la sua diaspora intorno all’anno mille per cause che gli storici ancora non sono stati in grado di definire in modo preciso (guerre? invasione? povertà? messa al bando?), ha contribuito notevolmente alla crescita artistica, culturale, ma anche tecnologica dell’europa tutta. Abili nel lavorare i metalli, hanno fatto la loro comparsa nel vecchio continente verso la fine del 1300 e da allora sono stati prima apprezzati e quasi mitizzati, poi temuti, cacciati e perfino perseguitati. Oggi il rapporto tra i rom e le rispettive nazioni ospitanti è complesso, reso ancora più difficile dal diverso atteggiamento che i leader dei 5 gruppi principali - Rom, Sinti, Kalé, Manousche, Romanichels - assumono nei confronti degli Stati e delle comunità nelle quali si trovano a vivere. In Italia esiste un problema concreto di marginalità sociale che inevitabilmente spesso sfoga nell’illegalità che a sua volta genera l’astio, il rifiuto che questo gruppo etnico minoritario soffre. Ed è proprio per superare questo gap sociale, questa marginalità dannosa e pericolosa, che la Federazione Romanì ha organizzato il 30 ottobre la conferenza dal titolo “La voce del popolo rom. Nuove politiche e strategie verso la rappresentatività”. La Federazione Romanì racchiude in Italia proprio i 5 gruppi principali che costituiscono la galassia rom europea, e prova a porre al centro dell’attenzione alcuni punti basilari dai quali partire per perseguire l’obiettivo di completa emancipazione, integrazione, partecipazione del popolo rom alla vita civica del nostro Paese. Nella relazione finale del Presidente Nazzareno Guarnieri, si propone in primo luogo la promozione di una partecipazione qualificata attraverso il riconoscimento e la valorizzazione delle professionalità rom e sinte oggi esistenti a diversi livelli - dall’artigianato all’Università. Con l’ausilio degli esponenti più inseriti ed in vista della comunità, si auspica la ricerca di nuove politiche e strategie finalizzate alla rappresentatività del popolo rom, attraverso ad esempio, il riconoscimento dello status di minoranza etnica e linguistica. Ma vengono evidenziati anche due aspetti che se accolti e perseguiti, contribuirebbero non poco all’integrazione del popolo rom: la necessità della rinuncia ad ogni forma di assistenzialismo che ha generato le fallimentari politiche differenziate del passato; il rifiuto della logica della “giustificazione dell’illegalità” per un più credibile percorso di responsabilizzazione dei capitribù delle diverse comunità. E sta proprio qui la vera novità che emerge dal mondo rom: la richiesta del riconoscimento di diritti fondamentali, a fronte però della presa di responsabilità matura e consapevole dei doveri di una comunità che si vuole inserita, integrata, emancipata. Una conferenza davvero importante quindi, un primo passo che seppur piccolo, muove nella giusta direzione: l’inclusione e l’integrazione di un popolo che non deve più rimanere ai margini della nostra società; il recupero di una cultura ricca e affascinante che tanto ha dato, specie a livello artistico, all’Italia e all’Europa tutta. E’ un vero peccato che né i media - sempre pronti ad evidenziare però gli aspetti controversi e negativi dei rom - né la politica per mezzo di partiti o istituzioni, abbiano partecipato a questo evento. Sarebbe stata un’occasione per far capire ai cittadini italiani che la politica e l’informazione in questo Paese non è solo questione di escort, trans e toghe rosse.

0 commenti

  • Non ci sono ancora commenti. Lascia il tuo commento riempendo il form sottostante.

Lascia un commento