Caso Saatchi & Saatchi: Fulvio Dettori condannato a due anni. Il 29 gennaio comincia il processo a Soru

17 Dicembre 2009
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Red

Davanti al Gup Giorgio Altieri l’ex Direttore Generale alla Presidenza della Giunta Fulvio Dettori è stato condannato a due anni per i reati di falso, abuso di ufficio, turbativa d’asta rivelazioni di segreto d’ufficio. La gara d’appalto valeva 56 milioni di euro, non poche noccioline. Altri due membri della commissione, Roberta Sanna e Giovanni Maria Filindeu sono stati condannati a otto mesi per falso ma assolti dall’accusa di turbativa d’asta. La minor pena è stata inflitta ad Aldo Brigaglia: sette mesi per i reati di falso e rivelazione di segreti d’ufficio, assolto dalle accuse di turbativa d’asta. In realtà quest’ultima condanna, seppure più lieve, sorprende perché Brigaglia si era adoperato in seno alla commissione per far prevalere criteri di scelta obiettivi in linea con le prescrizioni del bando di gara. In particolare, la destagionalizzazione, ossia il richiamo dei turisti oltre l’estate, come fine della campagna pubblicitaria, che proprio Saatchi trascurava. Brigaglia, fra l’altro, si era dimesso dalla Commissione quando era stato disposto su proposta di Dettori un arrotondamento del punteggio in favore di Saatchi ed era rientrato solo a condizione di riprendere la discussione e ripetere la votazione. La rivelazione del segreto poi attiene ad un occasionale incontro fra Brigaglia, Dettori e Soru nel corso del quale sarebbe stata fatta qualche battuta sulla gara, senza che peraltro nessuno dei presenti abbia mutato poi la propria posizione. Brigaglia in particolare ha proseguto con fermezza nella sua azione, mirata ad una procedura lineare e ad una valutazione obiettiva delle offerte.   
Le sentenza giuridicamente non influenza il processo a Renato Soru (che non ha chiesto il rito abbreviato), ma certo è per lui un campanello d’allarme. Il 29 gennaio avrà inizio il processo all’ex governatore, ai fratelli Marco e Sergio Benoni, membri del direttivo del Consorzio Media Factory, e al rappresentante per l’Italia della Saatchi Fabrizio Caprara.
La condanna di ieri del solo Fulvio Dettori per turbativa d’asta ha almeno due significati.  Anzitutto che - secondo il Giudice - gli altri membri della commisssione di gara non erano coinvolti nell’ipotizzata “combine” per far vincere Saatchi; secondariamente, cuol dire che gli unici interessati all’affare erano il direttore generale della presidenza, il presidente e i dirigenti Saatchi. Infatti, è difficile pensare che Dettori, estraneo all’ambiente della pubblicità, potesse avere un interesse personale e specifico in quella gara. Più facile credere - come ha fatto il PM Marchetti - che agisse in conto terzi.
Dettori e gli altri sicuramente appelleranno la sentenza del GUP e dunque c’è ancora la presunzione d’innocenza, che sopratutto per i membri della commissione suona anche come probabilità di un proscioglimento pieno nel giudizio di secondo grado. In effetti, il falso consisterebbe nell’omissione di  puntuale illustrazione a verbale dello svolgimento tormentato dei lavori della Commissione dove ad una prima votazione in favore di Saatchi ne sono seguite - su richiesta di Brigaglia - altre anche di segno diverso fino a giungere alla votazione definitiva che ha visto Saatchi ancora vincitrice. Vittoria di Pirro tuttavia, perché il Tar ha travolto questa aggiudicazione in favore della seconda classificata TBWA. Ma anche questa vicenda è sub judice e - per puro caso - ieri se n’è discusso davanto al Giudice amministrativo, che a gennaio renderà pubblico il proprio giudizio.
Ne vederemo ancora delle belle! Certo, però, che queste vicende non sono consone ad una giunta di centrosinistra e contrastano con la pretesa opera moralizzatrice dell’ex presidente Soru.

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