Il Manifesto: oggi in edicola a soli 50 euro!

16 Dicembre 2009
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Loris Campetti

Molti hanno versato il sangue per difendere o darci la libertà, altri hanno lottato duramente. Noi, invece, dobbiamo solo versare 50 euro, avendo in cambio un bel giornale ed assicurandoci che resterà in edicola per molto tempo ancora. In effetti, per chi può, è un piccolo obolo in difesa dell’altrui e anzitutto della propria libertà. Il berlusconismo si combatte anche così. Ed allora suvvia oggi  facciamo a noi stessi un regalo natalizio, acquistando Il Manifesto.
Ecco di seguito l’appello di Loris Campetti

«Comunista sarai tu», grida un Lenin in versione Vauro, rinviando al mittente la provocazione. 50 euro sono tanti, troppi per un quotidiano sia pure speciale come il manifesto. Il fatto è che insieme al giornale, oggi giovedì vendiamo in edicola la nostra pelle. Da quarant’anni sono stati i lettori tenerci in vita, grazie a loro il calabrone ha continuato a volare contro le leggi della fisica e dell’economia, in un mercato in mano a pochi (pre)prepotenti che controllano tutto, anche la pubblicità. Il calabrone è nel mirino dei cacciatori di Palazzo Chigi pronti a cancellare il diritto soggettivo ai contributi pubblici ai giornali in cooperativa. Non ci stiamo, e chiediamo un pezzo di tredicesima ai lettori, alla sinistra, ai democratici che non hanno gettato la spugna. Con 50 euro, insieme al quotidiano, oggi 17 trovate in edicola un inserto specialissimo che chiede a scrittori, disegnatori, artisti di rispondere alla domanda: «Comunista a chi?». C’è chi teorizza il passaggio dalla dittatura del proletariato all’estinzione dello stato (Valerio Evangelisti) e chi sogna la rivoluzione sulla canna della bici (Stefano Benni). Per Eduardo Galeano il nome (comunismo) è il meno: «Ulisse si salvò dicendo di chiamarsi Nessuno». Domenico Starnone non ha dubbi: «O si fa la rivoluzione oppure saluti e baci». Per il Nobel José Saramago il comunismo è «uno stato dello spirito», mentre Ascanio Celestini suggerisce «l’immaginazione al potere». Andrea Bajani scrive «in memoria di Boscevik», Alessandro Robecchi ci narra la «storia del decoder per il comunismo terrestre» e un altro Nobel, Dario Fo, recita «la Comune di sant’Ambrogio». Massimo Carlotto rilegge il bolscevismo nelle vesti di Viktor Serge. L’altro valore aggiunto del numero a 50 euro sta nelle tavole e nei disegni di una quindicina di straordinarie matite (da Crepax a Disegni) che ritengono il manifesto un bene comune.

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