Invece io Graziano lo voto

10 Giugno 2010
4 Commenti


Massimo Deiana, Preside Giusrisprudenza - Cagliari

Gianni Loy è uomo di cultura ed intelligenza ed ha espresso una rispettabile opinione negativa sulla ricandidatura di Graziano Milia, che non mi sento di condividere. Anzi, vorrei offrire a lui, e ai lettori dubbiosi o contrari come lui, uno spunto per cambiare idea, pur conscio della difficoltà del cimento. Io non avrei difficoltà a candidare e votare Graziano Milia come Presidente della mia Provincia; la riterrei una scelta giusta, politicamente corretta, per certi versi naturale.
Potrei dire che conosco Graziano da oltre 30 anni, da quando facevamo l’autogestione al liceo Siotto con quella formidabile passione che solo i diciottenni sanno avere. Che gli riconosco una robusta preparazione culturale coniugata con una consolidata capacità amministrativa, il che nel panorama delle amministrazioni locali (e non solo) è quasi un lusso.
Potrei infine dire che voterei Graziano perché sono convinto che è un candidato vincente (ne abbiamo avuto le prove). Tutto ciò sarebbe sufficiente e forse perfino convicente, ma non dirò niente di ciò. Dirò una cosa molto più elementare, che a forza di essere ripetuta da molti appare banale ai più distratti: voterei Milia perché rivendico per lui (come per me, per Gianni Loy e per tutti voi che leggete) il diritto ad essere considerato innocente fino al passaggio in giudicato di una sentenza definitiva di condanna.
Lo voterò perché rivendico per Graziano il diritto ad essere considerato una persona per bene, moralmente e penalmente integra, esattamente come me, esattamente come Gianni Loy, esattamente come (spero) tutti quelli che leggeranno queste righe. Secondo Gianni non dovremmo candidarlo e così “sacrificarlo” per il bene della causa comune, perché è troppo attaccabile e ci metterebbe in imbarazzo e perché la sua condizione di condannato, seppur in via non definitiva, rischierebbe di inquinare la campagna elettorale. Insomma in questo momento, pur essendo forse per bene, appare troppo brutto sporco e cattivo, perché possa anche solo essere avvicinato alla coorte delle anime belle, progressiste, salmodianti e giudicanti.
Ma qualcuno mi saprebbe dire con quale investitura e legittimazione i novelli Torquemada di provincia istruiscono processi e bruciano gli eretici sui roghi autogestiti di periferia? E qualcuno, soprattutto, mi saprebbe indicare quale è l’eresia da punire, quale l’ortodossia da difendere? Oggi l’eresia di Graziano è una condanna non definitiva per un reato talmente frequente fra chi amministra da essere quasi patologicamente divenuto un corollario del pubblico ufficio; domani l’eresia potrebbe essere un abbigliamento eccentrico, un orientamento sessuale non canonico, una sensibilità religiosa inusuale, l’essere divorziato, un eccesso di multe per divieto di sosta o l’alito cattivo.
E chi sarebbero i puri che compilano gli ostraka e decretano l’allontanamento dell’impuro dalla polis, sulla base di un mero sentire, non di una regola (chè la regola altro dice, e non chiede né giustifica, l’ostracismo)? Mi inquietano i processi di piazza e le ronde autogestite dei pretoriani del bene che vigilano severi sulla dirittura altrui, perché dagli uni e dalle altre non è mai stato generato alcun bagliore di democrazia, ma solo il buio del pregiudizio e la tenebra dell’arbitrio.

4 commenti

  • 1 giovanni
    10 Giugno 2010 - 23:50

    Ma siamo così sfigati da eleggere un presidente che potrebbe essere costretto a dimettersi se fosse condannato? A questo punto andrò a votare!

  • 2 occhiale
    13 Giugno 2010 - 22:46

    sig.Preside mi ha convinto…voto farris…prima di questa lettera non sarei andato a votare…ora mi ha convinto. w FARRIS

  • 3 Giulio Lobina
    15 Giugno 2010 - 01:26

    “Oggi l’eresia di Graziano è una condanna non definitiva per un reato talmente frequente fra chi amministra da essere quasi patologicamente divenuto un corollario del pubblico ufficio; domani l’eresia potrebbe essere un abbigliamento eccentrico, un orientamento sessuale non canonico, una sensibilità religiosa inusuale, l’essere divorziato, un eccesso di multe per divieto di sosta o l’alito cattivo…”

    Quando mi sono laureato in Giurisprudenza, non pensavo minimamente di poter leggere un giorno paragoni simili. Le elezioni, caro Preside, si sono concluse oggi con un misero numero di votanti. Misero. E tra qualche anno, se si rimane a far discorsi come i suoi, i giovani si “autogestiranno” nei Comuni e nelle altre Amministrazioni, con la passione che si ha a 18 anni, ma anche con il coraggio di chi non sta zitto quando vede candidati condannati, anche se solo in secondo grado.

    Esiste anche il buon senso. Esiste l’opportunità…non solo l’opportunismo. Da oggi siamo in balìa di un “giudizio pendente”. Di un terzo grado che “potrebbe” mandare a casa tutto il centro sinistra. Potrebbe, sì…è un condizionale. Ma dovevamo arrivare a questo?

    In Giurisprudenza ho imparato ben altro. Ho anche imparato che se un cittadino comune ha “giudizi pendenti” o condanne non può fare un concorso pubblico. Perchè il decoro e l’onore della pubblica amministrazione vanno tutelati. Il cittadino deve sentirsi protetto. Tanto dai pubblici funzionari, quanto dagli amministratori. (La ratio non dovrebbe essere la stessa? O siamo di quelli che vogliono una legge per ogni situazione, che non conoscono il buon senso…che “ma se la legge non lo vieta…è permesso anche se deludente”?)

    Con quale coraggio allora consentire ai condannati (anche se solo in secondo grado) di candidarsi portando con sè il rischio di mandare tutti a casa?

    La Provincia non andava salvata dall’uomo Milia…ma da questo rischio. Che invece ora corriamo tutti insieme. Sempre meglio di una destra al potere, vero…ma non è sufficiente per dire alla gente comune, a quella che vuole fare i concorsi pubblici e magari ha giudizi pendenti…VENITE A VOTARE.

    O siamo tutti uguali davanti alla legge, o siamo come la destra che inventa Lodi per proteggere 4 uomini.

    Ha vinto l’astensionismo. Ha vinto la delusione e l’allontanamento dalla vita politica. Non è questa la Democrazia che voglio. In Giurisprudenza ho imparato a non accontentarmi mai. Se lei si fosse accontentato non avrebbe mai fatto autogestione…e neanche il Presidente Milia l’avrebbe fatta.

    Cos’è cambiato? E’ così sbagliato volere istituzioni limpide, e partiti seri che scelgano candidati seri? E’ questo l’esempio che date ai giovani?

    Auguri al Presidente Milia, complimenti per il miracolo dell’elezione (nonostante le percentuali del primo turno), e speriamo in un secondo miracolo ora. O meglio nell’onestà della persona, messa in dubbio da una condanna in secondo grado (non da voci cattive), che potrebbe salvare l’intera Provincia da nuove elezioni. E anche qui il condizionale è d’obbligo, purtroppo.

  • 4 Democrazia Oggi - Dirigenze o camarille? Vittoria o morte della democrazia?
    15 Giugno 2010 - 06:04

    […] sinistra e dell’essere democratici. Che tristezza, ci sia consentito l’inciso, leggere l’intervento di Massimo Deiana, pubblicato in questo blog l’altro giorno. Cambiate in quello scritto il nome Milia, […]

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