Come s’intercetta in Europa?

3 Luglio 2010
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Red

Mentre in Italia si estende la mobilitazione contro il ddl sulle intercettazioni, vien da chiedersi: come s’intercetta in Europa, negli ordinamenti di più lunga tradizione costituzionale? Vediamo cosa dice l’ufficio ‘Biblioteca - Legislazione straniera’ della Camera che ha preso in con- Francia, Germania, Regno Unito e Spagna. La Francia è senz’altro uno dei Paesi dov’e’ piu’ facile fare intercettazioni in Europa. Tra i quattro presi in considerazione e’, infatti, quello che ha la legislazione con meno ‘paletti’ per i magistrati. Secondo questo studio, dal quale emerge che comunque il tetto massimo per la durata dei ‘controlli’ e’ di quattro mesi, cosi’ sono regolate le intercettazioni dei piu’ grandi paesi della Ue:

- FRANCIA: E’ il giudice istruttore che le dispone con decisione scritta, gli ascolti si svolgono sotto la sua autorita’ e controllo. Puo’ ricorrere allo strumento per le indagini su reati che prevedono pene pari o superiori ai due anni di detenzione. Durano un quadrimestre e la decisione puo’ essere rinnovata con le stesse condizioni di forma (scritta) e durata (quattro mesi).

- GERMANIA: Ha una disciplina diversa a seconda se gli ascolti rientrano in inchieste giudiziarie o sono a tutela della sicurezza nazionale. Nel primo caso le ordina (per tre mesi, con possibilita’ di rinnovo di altri tre mesi) il Tribunale su richiesta della procura o il procuratore stesso, e la richiesta deve comunque passare il vaglio del Tribunale entro tre giorni. Il Codice di procedura penale (all’art 100a) elenca i crimini e delitti per cui una o piu’ persone sospettate possono essere intercettate: sono reati contro la Stato (da quelli che minacciano l’ordine pubblico alla falsificazione di denaro) e contro la persona come l’abuso sessuale o la pornografia e l’omicidio. Sono inoltre possibili intercettazioni per traffici illeciti, corruzione, frode, evasione fiscale. Nel caso di tutela della sicurezza nazionale sono disposte dai servizi di intelligence e dal Ministro dell’Interno, con necessaria approvazione del Comitato di controllo parlamentare.

- REGNO UNITO: Sono autorizzate dal ministero dell’Interno su istanza di una serie di soggetti abilitati ad effettuarle, che prevede i vertici dei servizi segreti, le forze di polizia, il ministero delle Finanze, il capo del servizio segreto militare, le autorita’ di Paesi esteri che abbiano accordi di mutua assistenza. Possono essere disposte per la tutela della sicurezza nazionale, per la prevenzione e l’accertamento di ”gravi crimini”, la salvaguardia degli interessi economici del Paese.

- SPAGNA: Non esistono disposizioni normative specifiche in materia di intercettazioni telefoniche, tuttavia il Codice di procedura disciplina la possibile limitazione del diritto al segreto delle comunicazioni postali, telegrafiche e telefoniche. In particolare il giudice puo’ accordare il sequestro della corrispondenza privata, postale e telegrafica di una persona indagata, qualora vi siano ”indizi di ottenere in tali modi la scoperta o la conferma di un fatto o circostanza importante per il procedimento”. Il termine e’ di tre mesi, prorogabile per altri tre mesi.

- ITALIA: E in Italia? Dal limite dei 75 giorni alle sanzioni per gli editori e i giornalisti, ecco i punti salienti del ddl che ha avuto il via libera del Senato con il voto di fiducia  ora all’approvazione della Camera dei deputati.

- LIMITI: Intercettazioni possibili solo per i reati puniti con più di cinque anni. Ci sono i reati contro la Pubblica amministrazione e c’é anche lo stalking. I telefoni possono essere messi sotto controllo per 75 giorni al massimo. Se c’é necessità, vengono concessi altri tre giorni prorogabili di volta in volta con provvedimento del gip. Per i reati più gravi (mafia, terrorismo, omicidio ecc.) le intercettazioni sono possibili per 40 giorni, più altri venti prorogabili.
- DIVIETI E SANZIONI: Gli atti delle indagini in corso possono essere pubblicati non tra virgolette ma con un riassunto. Gli editori che li pubblicano in modo testuale rischiano fino a 300mila euro di multa. Le intercettazioni sono off limits per la stampa fino a conclusione delle indagini: per gli editori che sgarrano ci sono 300 mila euro di multa, che salgono a 450mila euro se si tratta di intercettazioni di persone estranee ai fatti. Colpiti anche i giornalisti: fino a 30 giorni di carcere o una sanzione fino a 10.000 euro se pubblicano intercettazioni durante le indagini o atti coperti da segreto.
- CIMICI: niente più microfoni piazzati in casa o in auto per registrare le conversazioni degli indagati. Le intercettazioni saranno consentite al massimo per tre giorni, prorogabili di altri tre.
- PM CIARLIERI: Se il responsabile dell’inchiesta passa alla stampa atti coperti dal segreto d’ufficio e semplicemente va in tv a parlare dell’inchiesta può essere sostituito dal capo del suo ufficio.
- TALPE: Chi passa alla stampa intercettazioni o atti coperti dal segreto istruttorio rischia da uno a sei anni di carcere.
- NOMA TRANSITORIA: Le nuove regole si applicano ai processi in corso. Quindi, anche se erano già state autorizzate intercettazioni con le vecchie regole, dovrà essere applicato il tetto dei 75 giorni.
- RIPRESE: Sulle riprese tv per i processi decide il presidente della corte d’appello, che può autorizzarle anche se non c’é il consenso delle parti.
- IENE, STRISCIA, REPORT: le registrazione carpite di nascosto sono permesse ai giornalisti professionisti e pubblicisti. Possono essere realizzate anche se c’é in ballo l’interesse dello Stato oppure per dirimere controversie giudiziarie. Negli altri casi, carcere da uno a quattro anni (norma in virtù della quale sarebbe stata condannata la escort Patrizia D’Addario per le sue registrazioni di Berlusconi a Palazzo Grazioli).
- CLERO: Se nelle intercettazioni finisce un sacerdote bisogna avvertire la diocesi; se l’intercettato è un vescovo il pm deve avvertire la segreteria di Stato vaticana.

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