L’attacco al territorio a Pula, Nebida e Cagliari

6 Settembre 2010
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Stefano Deliperi
Gruppo d’Intervento Giuridico o.n.l.u.s.

Su segnalazione del Gruppo d’intervento giuridico riportiamo le notizie su altri scempi ambientali, dopo Tuerredda, su cui occorre la massima mobilitazione.

Da L’Unione Sarda, 18 agosto 2010

Pula. “Golfo dei Fenici”, restano i sigilli. Agumu, il gip conferma il sequestro del camping.
Andrea Piras

Il giudice delle indagini preliminari, Giovanni Massidda, ha convalidato il sequestro del campeggio Golfo dei fenici realizzato nella baia di Agumu, già messo sotto i sigilli, lo scorso 20 luglio, dagli agenti della Polizia municipale di Pula. L’indagine (partita per un esposto presentato dal Gruppo d’Intervento Giuridico alla Procura della Repubblica) è in corso e il responsabile del camping, già presidente dell’associazione che gestisce la struttura, potrebbe dover rispondere dei reati lottizzazione abusiva e violazione del vincolo paesaggistico. Ad esclusione dei servizi igienici e delle linee elettriche, le roulotte piazzate all’interno della zona recintata a pochi metri dalla spiaggia, del tutto prive di ruote e con coperture di legno annesse, erano tutte abusive. Non solo. Nei 125 lotti, di proprietà socio, erano state realizzate senza alcuna autorizzazione, strutture fisse e amovibili. Una vicenda, questa del campeggio-bidonville di Agumu, che durava da tempo. Già nell’aprile del 2009 il Servizio governo del territorio e tutela paesaggistica per le province di Cagliari, Carbonia-Iglesias aveva sollecitato per la seconda volta, come aveva fatto il 4 dicembre 2007, il Comune di Pula a “fornire tutte le proprie dettagliate considerazioni” sulla relazione alle opere realizzate all’interno del campeggio e “a voler provvedere alla verifica sulla legittimità delle stesse”. Anche la Soprintendenza per i beni architettonici e paesaggistici di Cagliari aveva chiesto lumi. E a novembre del 2008, insieme con l’Ufficio tecnico comunale, aveva riscontrato che l’area risultava fortemente compromessa. A luglio il blitz dei vigili urbani e il fascicolo consegnato al sostituto procuratore della Repubblica Daniele Caria. L’ordine di sgombero è stato sospeso per la presenza di bambini e donne in attesa, ma l’iter giudiziario è andato avanti. Fino alla decisione del gip che ha confermato il sequestro richiesto dal pubblico ministero.

da La Nuova Sardegna, 21 agosto 2010

Intervengono gli ambientalisti del Gruppo di intervento giuridico. Nebida, coro di no all’ecomostro.
Laura Sanna

IGLESIAS. Sul «misterioso» progetto turistico di Nebida prende posizione il Gruppo di intervento giuridico. Nebida: turismo o speculazione immobiliare?, chiedono, in una nota, gli ambientalisti «75 ville, 300 appartamenti, di cui 60 suites, centri benessere, centri sportivi, piscine oceaniche, eliporto a Nebida, il centro minerario sulla costa iglesiente? – prosegue il documento -. Questo il disegno della Dimore Esclusive s.r.l. – insieme a un’iniziativa tesa alla ristrutturazione di un hotel a Villasimius – con il Pan di Zucchero resort. Pubblicità nei periodici specializzati e offerte straordinarie sono già ammiccanti. Finora di concreto c’è solo la realizzazione della palazzina “Monte Agruxau” nel centro del paese, in zona “B – residenziale” del vigente p.r.g. di Iglesias. Gli obiettivi dichiarati sono, come ormai di consueto in questi anni, la “riqualificazione paesaggistica” e soprattutto “una nuova cultura nel centro abitato sul mare, tanti microinterventi capaci di coniugare l’innovativo risparmio energetico della bioedilizia con e tradizioni architettoniche, in grado di rispettare i ritmi, i luoghi, la gente” ovvero, più prosaicamente, “investire nel mattone approfittando dell’attuale fase di stallo può costituire una valida alternativa alla borsa o ai titoli di Stato”. Dietro a volti noti in sede locale – concludono gli ambientalisti – Unipol Gruppo Finanziario – U.G.F. s.p.a., la holding bancaria e assicurativa della Lega delle Cooperative. Capitale interamente versato quasi 2,7 miliardi di euro (esattamente euro 2.698.895.169,10). Si tratta di una delle coste più suggestive del Mediterraneo, tutelata con vincolo paesaggistico, sito di importanza comunitaria, ricca di testimonianze di archeologia mineraria. E’ d’obbligo, quindi, la massima attenzione e ogni tentativo speculativo sarà oggetto delle opportune azioni».

da La Nuova Sardegna, 24 agosto 2010

Denuncia degli ambientalisti «Siti archeologici nascosti e abbandonati tra i rifiuti». Italia nostra, Legambiente e Gruppo di intervento giuridico: «Una ricchezza che la città non sa tutelare, né valorizzare». Chiesta un’operazione di bonifica ambientale per l’area di Bonaria. Roberto Paracchini

CAGLIARI. «Gli spazi archeologici in città sono tanti, ma anche trascurati e frammentati», sottolinea Vincenzo Tiana, responsabile regionale di Legambiente. «Quello che Cagliari non ha – precisa – è l’agibilità complessiva di questo patrimoio: si va dall’anfiteatro romano a villa Tigellio, sino ai reperti incapsulati in vari edifici (da via Nazario Sauro a via Sant’Avendrace). In questo quadro di disattenzione, il Gruppo di intervento giuridico e gli Amici della terra sottolineano anche il degrado in cui viene lasciata la nicchia archeologica (con resti di tombe romane) che si trova a due passi dalla basilica di Bonaria.
«Il problema – sottolinea Maria Paola Morittu, responsabile del settore monumentale e archeolgico di Italia nostra – è che manca la cultura della tutela che porta a quello che io chiamo “il degrado della valorizzazione” con un tutto finto che danneggia e nasconde». In questo quadro il rivestimento ligneo dell’anfiteatro romano è l’esempio più evidente. Vi sono, però anche esempi virtuosi come il museo di Sant’Eulalia, che mostra come la strada della tutela possa diventare anche valorizzazione. Molti siti archeologici sono stati rovinati, ma i resti e i reperti sono ancora tanti e, se tutelati, potrebbero creare un percorso turistico importante. «Noi abbiamo sempre puntato molto su Tuvixeddu – sottolinea Tiana – perchè, per dimensione e valore, può rappresentare un punto di collegamento tra diversi periodi storici. Poi c’è il periodo medievale di Santa Igia e quello pisano con le mura e le torri, solo per fare alcuni esempi. Cagliari possiede un patrimonio in grado di tracciare un percorso culturale di grande interesse». Intanto si muove ben poco. Solo di recente «c’è stata la riscoperta dei reperti che si trovano nel bastione di Santa Caterina, sopra quello di San Remy», continua Morittu. Stefano Deliperi, responsabile del Gruppo di intervento giuridico, chiede che almeno si intervenga allontanando l’immondizia dalle nicchie archeologiche che si trovano vicino alla basilica di Bonaria. Deliperi ricorda che «un anno fa, erano bastati una paletta, un paio di guanti, un rastrello, una scaletta, una busta in plastica e tanta buona volontà per ripulire la nicchia in poco meno di un’ora». Eppure «si tratta di tombe romane scavate nella roccia, resti della necropoli che occupava buona parte del Colle di Bonaria». Il Gruppo d’intervento giuridico e gli Amici della terra hanno inviato la richiesta di bonifica ambientale al sindaco e alla soprintendenza archeologica e informato il ministero per i Beni e le attività culturali.

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