Lettera aperta della CSS a Cappellacci

2 Settembre 2011
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Giacomo Meloni - Segr. Gen. CSS

 

Caro Sig.Presidente,
il 27 febbraio 2009 - proprio nel giorno del suo insediamento nella funzione di Presidente della Giunta della Regione Sarda- nel formulargli gli auguri di buon lavoro,evidenziavamo le aspettative dei sardi,le loro preoccupazioni dinanzi alla crisi globale che investiva l’intero Paese,l’Europa ed il Mondo ed in particolare la nostra isola
già in condizioni di grande fragilità economica e sociale.
Leggevamo nel Programma della sua Giunta e della Coalizione che aveva appena vinto le elezioni regionali obiettivi e propositi interessanti,ma nello stesso tempo,la mettevamo in guardia avvertendola “ del pericolo che l’emergenza possa condizionare le scelte di governo indebolendo le risposte strutturali di medio e lungo termine di cui il nostro sistema produttivo industriale ha urgentemente bisogno”.
Il riferimento era in particolare alle industrie dell’area del Sulcis-Iglesiente ed alle risposte che si debbono dare ai circa 900 lavoratori,le cui sorti dipendono dalla soluzione che si darà alla crisi della Eurallumina.
Ritorniamo sull’argomento Eurallumina alla vigilia dell’importante incontro da Lei fissato per domani 31 agosto 2011 con le parti sociali e con il neo assessore all’Industria dr.ssa Alessandra Zedda ; incontro a cui Lei stesso ha voluto dare un particolare rilievo,esprimendo la volontà di “affrontare i problemi rimasti irrisolti che impediscono il riavvio degli impianti”,dopo che gli Uffici hanno operato “una ricognizione normativo - finanziaria del progetto new-Co, la società che dovrebbe nascere per finanziare la nuova caldaia a carbone necessaria per abbattere i costi di produzione anche se è ancora da definire la formula e l’ammontare dei finanziamenti con i quali la regione ed il Governo potranno intervenire “
La Confederazione Sindacale Sarda- non certo per scelta propria- non è ammessa a questo tavolo
importante, ma fa proprie le cautele e talvolta le perplessità che da più parti sono state espresse
intorno a questa vicenda. Conosciamo per altro le enormi e comprensibili pressioni sul Governo Nazionale e sulla Regione perché si trovi una soluzione-ponte che apra una immediata linea di credito alla Rusal e l’operazione francamente ci appare molto rischiosa, anche alla luce della dichiarazione dell’Assessore Reg .le Zedda che recentemente ha affermato di avere come obiettivo “l’individuazione di strumenti opportuni per evitare sanzioni dell’Unione Europea in tema di
aiuti di stato e per i quali sono in corso le operazioni di verifica necessarie con la Sfirs,il Ministero dello Sviluppo Economico e l’Azienda “.
Noi della CSS,inoltre,siamo molto preoccupati per le notizie di stampa nazionale e internazionale che hanno rilevato che la Rusal avrebbe contratto debiti verso le banche e il Governo russo, verso i fornitori e gli stessi azionisti per un totale di 16.3 miliardi di dollari.
Ci permettiamo di osservare sommessamente che agendo così si potrebbe allungherebbe di alcuni mesi l’agonia della fabbrica Eurallumina ,ma i finanziamenti rilevanti di cui si parla da parte governativa e regionale finirebbero davvero dentro un pozzo senza fondo.
Vi è, inoltre,come ben evidenziava lo stesso Assessore Reg.le Zedda ,“il problema del bacino dei fanghi rossi,ancora sotto sequestro,al quale stiamo lavorando insieme all’Assessorato e al Ministero dell’Ambiente”.
La CSS,sia chiaro,anche dopo il recente disastro verificatosi in Ungheria in presenza di un bacino di fanghi rossi di dimensioni molto più ridotte,è per la bonifica totale dello stesso. Ma sull’argomento vi segnaliamo le riflessioni che il prof. Vincenzo Migaleddu, Coordinatore Area Ricerca ISDE-Italia Medici per l’Ambiente, ha in modo puntuale svolto sul sito dell’Associazione Nino Carrus in data 16/01/2009 all’interno della sua pubblicazione
“ Procedura VAS. Osservazioni per la modifica del Piano Energetico Ambientale Regionale Sardegna ( PEAR ) ai sensi dell’art.10 comma 4 parte II del Decr. Leg. 152/2006 e s.m.i “
Ci permettiamo,condividendoli pienamente come Confederazione Sindacale Sarda,di riportarne
i passi più significativi sia in tema di bonifica ambientale, di politiche energetiche e interventi di prevenzione della salute in particolare per l’area del Sulcis-Iglesiente.
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L’ obiettivo del Piano relativo al “sostegno del Sistema produttivo industriale e carbonifero dell’area Sulcis-Iglesiente”, appare di sapore autarchico , datato e lontano dalle più moderne concezioni di risparmio energetico.
La necessità di supportare una produzione energivora come quella dell’alluminio è nel PEARS il presupposto per la produzione di ulteriore EE da fonti fossili, solo in parte locali.
La riduzione dei consumi energetici del 20% al 2020 non può essere raggiunta puntando solo sulla riduzione dei consumi energetici di tipo domestico ( vedi certificazione energetica delle nuove costruzioni), ma deve partire dalla riconversione di un sistema produttivo a bassa efficienza come la produzione di alluminio dalla bauxite.
L’alluminio è un materiale totalmente riciclabile. Il suo recupero e riciclo, oltre a evitare l’estrazione di bauxite( più produzione annua di 1 500 0000 ton/anno di rifiuti speciali, quali i fanghi rossi), consente di risparmiare il 95% dell’energia richiesta per produrlo, partendo dalla materia prima. Infatti per ricavare dalla bauxite 1 kg. di alluminio sono necessari 14 kWh, mentre per ricavare 1 kg. di alluminio nuovo da quello riciclato servono solo 0,7 kWh di energia. Il riciclo dell’alluminio costituisce un’importante attività economica, che dà lavoro a molti addetti: l’Italia è il primo produttore europeo di alluminio riciclato ed il terzo nel Mondo. Una nuova quota di tale produzione e occupazione dovrebbe essere assegnata alla Sardegna: ciò garantirebbe con maggiore efficacia il raggiungimento dell’ obiettivo della stabilità “socio-economica”della comunità dell’isola.
La mancanza di competenze multidisciplinari nella stesura del PEARS,inoltre, emergere chiaramente nell’assenza di una seria analisi sui costi sanitari delle attuali strategie industriali ed energetiche. Fra tutte le normative considerate nella stesura del piano mancano quelle che saldano le attività produttive ed energetiche alle ricadute sulla salute dei cittadini, attraverso il cambiamento della qualità dell’aria. Non viene dunque preso in considerazione il D.Lgs 351/99 “attuazione della direttiva 96/66 CE in materia di valutazione e gestione dell’ambiente aria”.Tale norma, seppur non recente, si ritrova ancora inapplicata nell’isola per quanto riguarda l’art 1-finalità,comma d, che impone di mantenere “la qualità dell’ aria ambiente ,laddove è buona e migliorala negli altri casi”.
E’ noto come un sistema regionale di centraline di rilevazione efficiente ed efficace sia ancora progettualità sulla carta, mentre nei fatti si ritrovino “controllati” che si controllano con centraline proprie.
I dati del registro Tumori della provincia di Sassari sull’elevata incidenza di tumori tra i lavoratori dell’area industriale di Porto Torres, non sono confortanti; quelli più recenti che riguardano l’incremento annuo dei tumori nella prima infanzia e nell’adolescenza nell’intera provincia di Sassari,caratterizzati da incidenze superiori al 2% dell’incremento annuo della penisola ( 1% negli altri paesi europei ; 0,7 negli Stati Uniti ), sono anch’ essi significativi per le ricadute di un certo sistema industriale sulla salute delle fasce biologicamente più vulnerabili della società. L’esistenza di dati solo per la provincia di Sassari (Non sono stati ancora resi pubblici quelli delle altre provincie ) dimostra l’ arretratezza del sistema sanitario regionale che anche l’ultima gestione non è riuscita a sanare. Invero, i dati biostatistici sulle 18 aree a forte impatto ambientale sono frutto dell’ impegno dell’ultimo assessorato alla sanità, anche se a tale impegno non ha fatto seguito una adeguata progettualità di prevenzione primaria inserita nel piano sanitario regionale. Tra i dati raccolti in queste aree della Sardegna (circa 900 000 persone) il sesso maschile mostra un tasso di mortalità indicizzato per età per mille abitati per anno, più elevato rispetto all’intera penisola italiana, val padana compresa (84.4 v/s 80.8). Il rapporto Censis del dicembre 2007 riporta altri dati su cui riflettere ; tra questi, un rilievo particolare merita l’indicatore sintetico della salute che come si osserva, ci vede all’ultimo posto nel paese.
Caro Sig.Presidente, confidiamo che questo nostro contributo possa servire perché le scelte che il Governo e la Regione si accingono a fare per il sostegno del sistema produttivo industriale della Sardegna,legato in gran parte al Piano Energetico Ambientale,siano scelte coraggiose e giuste che aiutino i Sardi e la Sardegna ad intraprendere decisamente la strada del nuovo modello sviluppo e proprio la soluzione della crisi dell’Eurallumina potrebbe segnare la svolta nella direzione di uno sviluppo
ecocompatibile all’interno del quale salvaguardare insieme ai posti di lavoro l’ambiente e la salute delle popolazioni dell’intero territorio.
Con cordialità
Il Segretario Generale CSS
Dott. Giacomo Meloni

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