No alla Strategia Energetica Nazionale del Governo

8 Novembre 2012
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Red
 
Il Governo ha presentato la bozza di “Strategia Energetica Nazionale”. Occorre su di essa aprire una grande discussione di massa per prospettare un’altra Strategia Energetica Nazionale, che consenta di ottenere benefici sul piano ambientale e climatico e sviluppi occupazione qualificata nel nostro paese. A questo fine ci sembra utile pubblicare le osservazioni alla bozza del Governo avanzate dal “Comitato SI alle energie rinnovabili NO al nucleare”.

La bozza di “Strategia Energetica Nazionale” su cui il Governo apre “un’ampia consultazione pubblica, non risponde agli obiettivi europei verso la “decarbonizzazione”, né tanto meno sceglie di avviarsi sulla strada maestra della produzione energetica da rinnovabili ma introduce due novità particolarmente negative: il raddoppio della produzione nazionale di idrocarburi, che darebbe il via libera alle perforazioni, anche con la riduzione della distanza minima dalle coste per l’estrazione a mare; l’obiettivo di fare dell’Italia un “hub” del gas per il resto dell’Europa.
Oltre ai danni ambientali che queste scelte comporterebbero, esse prefigurano un modello energetico ancora basato sulle fonti fossili, che non è accettabile neppure dal punto di vista della sostenibilità economica.
Le riserve di idrocarburi, dichiarate come accertate, sono ben poca cosa (700 Mtep) rispetto ai consumi annui complessivi (135 Mtep). Per di più, l’ipotesi avanzata è quella di collocare sul mercato internazionale le quantità estratte per poi ricomprarle ai prezzi di mercato. Molto più conveniente conservare queste risorse come riserve strategiche, quando il picco del petrolio sarà superato e i prezzi lieviteranno ulteriormente.
Per quanto riguarda invece l’approvvigionamento di gas naturale, fonte significativa per la transizione, reputiamo negativa la scelta della proliferazione di gasdotti e rigassificatori, con il fine di rendere  l’Italia l’hub del gas per tutta l’Europa, in particolare nel momento in cui negli altri paesi si punta ad un calo dei consumi da fonti fossili.
Sbagliato è anche l’affidamento alla pura logica di mercato: il pubblico deve mettere precisi vincoli (norme impositive, oltre che strumenti incentivanti e disincentivanti) allo sviluppo di questi settori, per il complesso della società e del sistema delle imprese, a partire dalle scelte delle grandi aziende partecipate, seppur parzialmente, dallo stato (Enel, Eni, Snam, ecc.) o dagli EE.LL. come il sistema delle multiutility.
Ai contenuti della bozza di SEN va aggiunto che il Consiglio dei Ministri ha recentemente approvato un disegno di legge costituzionale di riforma del titolo V che riporta nel campo della legislazione esclusiva dello Stato alcune materie tra le quali: la produzione, il trasporto e la distribuzione dell’energia. Questa scelta conferma l’idea di un modello energetico centralizzato, che è l’opposto di uno fondato sulle rinnovabili e la generazione distribuita.
Come “Comitato Si alle energie rinnovabili No al nucleare” intendiamo partecipare alla consultazione pubblica, sviluppando ulteriormente queste considerazioni, e lanciamo la proposta a tutte le realtà che condividono queste valutazioni di fondo (Associazioni, Comitati, Movimenti sociali e politici, Amministratori territoriali e regionali, federazioni sindacali e lavoratori ed anche realtà imprenditoriali sensibili allo sviluppo  di un modello energetico sostenibile) di costituire una rete e una iniziativa coordinata per un’altra Strategia Energetica Nazionale.
La scelta dell’uso più razionale, appropriato ed efficiente delle risorse energetiche e lo sviluppo di tutte le fonti energetiche rinnovabili sostenibili, secondo un modello di generazione distribuita, nella logica della progressiva sostituzione delle fonti fossili, promuovendo la ricerca e lo sviluppo del know how, consentirebbe di ottenere notevoli benefici sul piano ambientale e climatico, e prefigurerebbe un’altra risposta alla crisi, sviluppando occupazione qualificata nel nostro paese.
 

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