In morte del Compagno Hugo Chavez

6 Marzo 2013
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A Manca pro s’Indipendentzia

Riceviamo questo ricordo di Ugo Ghiavez, che volentieri pubblichiamo. Il Presidente scomparso è stato certamente una figura di rilievo nella lotta per l’uguaglianza contro l’imperialismo e per la liberazione dei popoli dall’oppressione economica del grande capitale internazionale. 

Il Presidente Chavez non era un presidente come tanti altri. Non era un uomo come tanti altri.
Nato in una poverissima famiglia di origini nativo-americane, crebbe in ristrettezze economiche, ma nella durezza della sua vita di gioventù trovò la forza di studiare i classici del socialismo internazionale, adeguandoli alla società e alle esigenze del popolo venezuelano. Elaborò con altri compagni una teoria del nazionalismo di sinistra che chiamarono bolivariana, una dottrina del socialismo patriottico che si rifaceva anche agli insegnamenti di Simon Bolivar, “El Libertador”, padre della patria e liberatore dell’America latina dal colonialismo europeo.
Alla costruzione di queste idee di uguaglianza e libertà Hugo Chavez ha dedicato la sua vita, è vissuto ed è morto per questo, assassinato da un classico vigliacco attentato nordamericano, fatto ammalare di cancro tramite l’inoculazione del male a sua insaputa.
Chavez non era, come abbiamo detto, un uomo comune né un presidente come tanti altri. Perché prima di lui nessun presidente democraticamente eletto dal suo popolo aveva, nè avrebbe mai, accettato di dimettersi e chiamare nuove elezioni presidenziali. E questo solo per dimostrare alla propaganda imperialista internazionale, che lo dipingeva come dittatore, che lui era il legittimo Presidente del Venezuela, amato dal suo popolo, fratello dei lavoratori dell’America Latina, vincendo nuovamente in maniera schiacciante le elezioni.
Quale altro grigio presidente del mondo capitalista si azzarderebbe mai a chiedere al proprio popolo di riconfermare una fiducia che non gli deriva dal popolo?
Non era un uomo come tanti Hugo Chavez, perché solo un uomo dal coraggio fuori dal comune può sfidare apertamente i padroni del mondo, con sprezzo del pericolo, con una statura umana e morale che incuteva terrore alle serpi statunitensi, sostenuto solo dalla convinzione incrollabile che la forza del popolo è la forza più grande che esista.
Il Venezuela ha perso il degno figlio di Simon Bolivar, piange oggi quello che in tanti chiamano il figlio prediletto del popolo.
Era un uomo come tanti, un povero, un diseredato, un “dannato della terra”, e allo stesso tempo non era un uomo come tutti gli altri, se da Cuba all’Ecuador proclamano tre giorni di lutto nazionale, se tutte le guerriglie antimperialiste nel mondo alzano al cielo i loro fucili in segno di saluto, se tutti i movimenti di liberazione dei popoli oppressi scrivono parole di cordoglio, se tutti i poeti che cantano la lotta dei popoli oggi scelgono per lui i loro versi migliori, se le braccia di milioni di lavoratori sudamericani raccolgono la sua bandiera rossa, se oggi miliardi di sfruttati in tutto il mondo lo piangono sconsolati…
Era un uomo come tutti gli altri, ed era un uomo diverso dagli altri, come diverso è chi lotta e si ribella coraggiosamente a quell’oppressione che altri sopportano con rassegnazione.
Ci hai insegnato a lottare sempre e comunque per difendere la dignità del popolo, anche davanti ai nemici più spietati e potenti.
Grazie, Compagno Presidente Chavez.
Anche nel tuo nome la lotta continua!

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