Rottamiamo anche i sani costumi?!

6 Gennaio 2015
4 Commenti


 Francesco Cocco 
 

Visto che bisogna rottamare, rottamiamo tutto, anche i sani costumi. Le cose vanno fatte sino in fondo, ne va della coerenza. Mica siamo ai tempi di Quintino Sella che la sera, prima di lasciare il ministero, si accertava che tutte le candele fossero spente. Era uno spilorcio od un ministro che aveva il senso della sacralità del pubblico danaro? Io opto per questa seconda ipotesi. Soprattutto voleva dare un segno, creare un principio.
Noi cittadini, oberati dai tributi, non possiamo pretendere simili comportamenti  dal nostro presidente del consiglio dei ministri. Oltretutto bisogna incrementare i consumi. L’austerità era un modello di economia e di  vita che poteva andar bene per Enrico Berlinguer. Naturalmente  il segretario generale e tutto il PCI sapeva distinguere  tra consumismo capitalistico e consumi sociali (istruzione, cultura , tutela dei beni pubblici, ricerca scientifica, e così via). Ma queste sono rimasugli  del secolo scorso  e non possiamo pretendere che chi governa oggi  faccia certe distinzioni e segua quelle regole sociali, economiche politiche, morali. Tutte cose da rottamare.
 E così il nostro presidente del Consiglio se ne va a fare la sua bella vacanza sciistica con un aereo di stato. Il viaggio costa migliaia di euro di carburante. Non bisogna essere spilorci, occorre pure consumare per riavviare l’economia (così dicono). Non importa che Quintino Sella si rivolti nella tomba. Anche Bettino Ricasoli riposi in pace, non si rivolti pure lui, visto che da capo del governo pagava regolarmente il biglietto del treno per andare a Roma dalla sua Toscana per sbrigare gli affari di stato. Un po’ esagerato, cose da scimuniti !
 Del resto per viaggiare allora  non c’era la necessità di ricorrere a mezzi speciali per ragioni di sicurezza. Inoltre il nostro attuale presidente del consiglio tiene famiglia, ed il “tenere famiglia” in Italia è la chiave che apre tutte le porte e tutto giustifica. Quindi perché nel percorso aereo non atterrare in quel di Firenze per consentire alla famigliola di godere dei privilegi del potere? Ed anche quando i privilegi non ci sono è sempre possibile inventarseli. Forse che il presidente del consiglio è da meno di un qualsiasi consigliere regionale che per onorare le nozze, cioè il nascere della famiglia, si concede un lauto pranzo con decine e decine di invitati a spese del contribuente!
Devo smetterla di sfogarmi con considerazioni di amara ironia e così chiedo venia a chi ha vuto la bontà di leggere queste righe.

                                                                                              

4 commenti

  • 1 Vittore Nieddu Arrica
    6 Gennaio 2015 - 14:09

    L’onorevole Cocco, persona stimata e coerente, ha ragione! Ma bisogna sapere che i sopracitati Ricasoli e Sella non erano politici di professione ma arrivavano alla politica con spirito di servizio dopo aver dato prova di capacità e moralitá nella vita civile.
    I politici di oggi “partono” dalla politica senza aver mai esercitato professione o mestiere alcuno.
    Non solo il piû delle volte é la politica che da loro ruolo sociale e ed economico.
    A loro tutto é dovuto noi dobbiamo fornire consensi, a parte le voci che hanno il coraggio di scrivere quello che pensano.
    L’amara ironia aiuta a sopravvivere!

  • 2 Gianfranco Sabattini
    6 Gennaio 2015 - 20:16

    Francesco Cocco ha ragione e agli esempi riportati di uomini politici “sparagnini” perché corretti nell’uso delle risorse pubbliche, voglio aggiungerne uno a noi più vicino; ciò varrà a dimostrare che non era solo l’Ottocento ad essere caratterizzato dlla presenza di uomini politici probi; uomini di tal fatta sono esistiti anche durante la tanto vituperata “Prima Repubblica”. Oronzo Reale, più volte ministro della Repubblica, era soliro utilizzare un’”auto blu” per recarsi al ministero o per andare a casa dopo il lavoro; se, però, un bel giorno capitava, che dopo essersi recato al ministero, apprendeva che il governo del quale faceva parte era “caduto”, al termine delle giornata usviva dal ministero ed andava a casa coi mezzi pubblici, pagando il biglietto di tasca proprio. Non faceva come quel tale componente del Consiglio municipale di Roma che, per scremare a proprio vantaggio le risorse ricevute per essere utilizzate per finalità pubbliche non ha esitato a spostare la sua residenza fuori di Roma, al fine di aumentare il numero dei chilometri prcorsi a giustificazione dell’”arricchimento senza causa”.

  • 3 Franca
    6 Gennaio 2015 - 21:23

    È sempre un piacere leggerti, Francesco. E una consolazione constatare che i miei pensieri e il mio modo di vedere le cose combaciano con i tuoi, amico caro. Pur se pervasi da amarezza e ironia.

  • 4 admin
    7 Gennaio 2015 - 01:22

    Da Andrea a Francesco

    Caro Francesco, i sani costumi sono stati rottamati da tempo, ma, ahinoi!, ci accorgiamo delle cose quando queste sono già accadute e spesso mai. Come non vedere che oggi esiste un solo grande partito di centro-destra, con diverse articolazioni, ma senza differenti prospettive? Eppure molti di noi continuano a pensare che il PD sia alternativo a FI!
    La questione morale e le politiche del lavoro sono la cartina di tornasole di questa avvenuta omogeneizzazione. Ciò che manca e bisogna costruire è una credibile alternativa. Ma al momento non se ne vede il nucleo promotore.

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