Ma il premio maggiore è venuto dal pubblico, molto numeroso, molto attento e partecipe, anche con interventi, dopo le relazioni introduttive, al punto che il limite orario della sala (chiusura alle 23) si è di fatto protratto fino a mezzanotte. Mi ha colpito l’attenzione e la partecipazione calorosa di tutti, al di là degli interventi, sempre interessanti, condivisibili o meno che fossero. Ciò vuol dire che è questa la strada giusta, per informare, per comunicare e per riflettere insieme. Questo è davvero il senso della democrazia, che si sostanzia nella partecipazione. E poiché i temi che sono stati trattati a Ravenna, come a Torino, a Genova, a Roma e in tante altre città, attengono alle riforme costituzionali, alla legge elettorale, infine alla democrazia, è un gran buon segno questo risveglio dell’attenzione e dell’interesse per tematiche che forse, ad alcuni, appaiono estranee e invece ci riguardano, direttamente, tutti.
Bisogna dunque insistere moltiplicando, ovunque, gli sforzi perché i cittadini siano informati e partecipi; proprio perché si tratta di una “questione di democrazia”.