Lo ha capito perfino Angelino: l’Italicum è pericoloso!

3 Giugno 2015
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Amsicora

Lo so che voi, malandrini, avete sempre pensato che Angelino sia un po’ coglione o, se preferite, che non sia un’aquila. Confesso, in cuor mio l’ho pensato anch’io, almeno fino all’altroieri. Fino a quando Angelino, con tono da statista, ha detto: ”Sull’Italicum forse un’apertura alle coalizioni la vedrei in termini di opportunità per tutti“. Il leader (si fa per dire!) di Ncd, seppur con lentezza, si è accorto finalmente che oggi al ballottaggio andrebbero Renzi e Grillo. Mamma li turchi! La destra marginalizzata! Bisogna far qualcosa. Correre ai ripari. Sembra pensare alla possibilità di definire le coalizioni dopo il primo turno. Così, lui da qualche parte s’infila per salvare il seggio. E poi, all’occorrenza contro i pentastellati, si può rifare un bel Nazareno. Tutti contro il M5S, il nuovo spettro che si aggira per l’Italia!
Lancia l’idea Angelino, ma di un aut aut al Governo neanche a parlarne. Guandomai! “Non ho mai impostato il rapporto con il Governo in termini di ricatto“, dice. E ci credo, cosa fa ricatta se stesso? Non c’è anche lui al governo? Forse voleva dire che lui non minaccia l’uscita dall’esecutivo. E guandomai! Già non prende voti oggi, che è ministro dell’interno, immaginate se perde quella poltrona! Credetemi, non c’è maggiore certezza, in questo mondo travagliato e imprevedibile, del fatto che Alfano dalla sedia non si sviterà mai. Occorre disvellere lui e la sedia, forse anche il pavimento…ma lui mai e poi mai la lascerà sua sponte, spontaneamente.
Mentre lui è assorto in questi cupi pensieri, Matteo, sorridente (ma cosa c’è da ridere!?) vola dai militari italiani in Afghanistan, va a Herat. Lui statista lo è davvero! Non è come Angelino, che terra terra pensa a come salvare il seggio suo e dei suoi pochi seguaci malfidati. Lui dà un segnale forte d’indifferenza per le miserie locali. Elezioni regionali, comunali? Macché lui non vola basso, lui vola alto verso Camp (non Campo, Camp!) Arena, il quartier generale italiano ad Herat. E qui, come al suo solito, giochicchia, si traveste da soldato, mette la tuta mimetica (ricordate quanto faceva impazzire La Russa?) e incontra gli alpini della brigata Julia. E lì, sapendo di mentire sui fini, annuncia la proroga della missione. “Abbiamo il dovere di concludere una transizione per la libertà e pace dell’Afghanistan“. Di cosa stia parlando, nessuno lo sa. Neanche lui. Ma a lui interessa solo lo spot televisivo.
Poi subito torna al suo sport preferito, twuitta la vittoria elettorale, 10 a 2, da quando c’è lui solo successi. M5S zero! Ma diviene seconda forza. Se n’è accorto anche Angelino e molti intellettuali e opinionisti di regime, che già iniziano ad interrogarsi, pensosi: “non è che con l’Italicum abbiamo pensato di fregare gli altri e rimaniamo intrappolati noi?“.
Lo so è un’ipotesi, una mera congettura o, se preferite, un auspicio. Chiacchiericcio da talk show o da bar, niente più. Ma tutti quelli che iniziano a parlare seriosamente di modificare l’Italicum, credetemi, sentono in cuor loro qualche preoccupazione. I loro sonni sono turbati da un incubo che si chiama ballottaggio. La certezza di essere loro, quelli del patto del Nazareno, a giocare la partita finale, inizia a traballare. Forse esagerano, ma non hanno tutti i torti. C’è un po’ di gente in giro che fa la fronda, M5S, Landini, un’area dello stesso PD. Il pericolo c’è, è innegabile. Lo ha capito anche Angelino, che ha una pensata geniale: una grande coalizione postuma, dopo il primo turno, per esorcizzare lo spettro, per salvare la Patria da li turchi.

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