Quarto (non Quartu), Capuozzo, Zedda, il M5S e il PD

16 Gennaio 2016
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Amsicora

Avete seguito la vicenda di Quarto? Attenzione! Quarto, non Quartu, che pure sarebbe interessante. Se l’avete seguita anche di striscio, nei TG, non vi viene subito in mente un parallelo Capuozzo-Zedda? E non vi salta per la testa la squallida disonestà intellettuale, e non solo, dei dirigenti del PD? Sono tutti all’attacco, paladini del rigore morale. Anche se poi vanno a zig-zag. Prima, i piddini chiedevano le dimissioni della Capuozzo, che non è neppure indagata (parola del PM), poi, dopo che il M5S, ha chiesto le dimissioni, e l’ha esplusa, attaccano il M5S per “stalinismo” e invocano il garantismo. Per Zedda, Soru e i mille altri in tutta Italia, rinviati a giudizio e talora perfino condannati, nelle loro fila, il PD segue una giurisprudenza diversa. Se non è il giudice e la legge a costringerli alle dimissioni o meglio a farli decadere, rimangono in carica o addirittura vengono candidati  o ricandidati.
In realtà il sindaco di Quarto, Rosa Capuozzo, è stata espulsa dal Movimento 5 Stelle non per fatti penali, non per infrazione del c.p., ma  “per grave violazione dei principi” del Movimento. Ed eccolo il principio, richiamato nella motivazione dell’espulsione: “È dovere di un sindaco del Movimento 5 stelle denunciare immediatamente e senza tentennamenti alle autorità ogni ricatto o minaccia che riceve. Perché noi siamo geneticamente diversi dai partiti che invece di sbattere la porta in faccia alla criminalità organizzata, come fatto a Quarto, la fa accomodare e sedere al proprio tavolo per spartirsi la torta“.
Soggiune il blog dei Cinquestelle: “La nostra differenza sta proprio nel non predicarla solamente, l’onestà, ma nell’applicarla giornalmente. Come diceva Paolo Borsellino in riferimento alla necessaria pulizia da fare all’interno dei partiti, non bisogna soltanto essere onesti, ‘ma apparire onesti’, al di fuori di ogni dubbio e al di sopra di ogni sospetto“.
La camorra a Quarto ha perso, perché non è riuscita a incidere in alcun modo sull’amministrazione, e tutte le richieste pervenute sono state rimandate indietro duramente. Ma dalle parole di Rosa Capuozzo è evidente che si è trattato di un caso di ricatto da parte dell’ex consigliere Giovanni De Robbio, al contrario di quanto da lei stessa sostenuto nelle sue dichiarazioni pubbliche e di quanto riferito ai membri del M5S nei diversi incontri avuti, in cui ha parlato di semplici pressioni politiche“, conclude il blog di Grillo.
Non solo essere, ma apparire onesti, al di fuori di ogni dubbio e al di sopra di ogni sospetto“. Il PD è lontano mille anni luce da questa concezione dell’etica pubblica del M5S, che ricorda tanto quella del PCI e di Berlinguer. Se il PD si avvicinasse anche di qualche anno luce a questo rigore morale, Zedda non sarebbe stato ricandiato, come la Barracciu, Soru non sarebbe segretario regionale ed eurdeputato, tanti altri consiglieri regionali sardi, coinvolti nell’affaire spartizione finanziamenti ai gruppi consiliari regionali, sarebbero fuori dal PD.
Da garantista permanente e impenitente, ovviamente auguro a Zedda di uscire indenne dal giudizio, ma, come tanti altri cagliaritani democratici, mi trovo a subire una scelta umiliante: un candidato a sindaco sotto processo.
Confesso. Preferisco il M5S e le sue espulsioni. La candidatura a primo cittadino di una persona a giudizio è offensiva e politicamente deprimente, ingiustificabile da ogni punto di vista, considerando che esistono tanti galantuomini a cui si potrebbe chiedere di rappresentare l’area democratica e il volto per bene e progressista della nostra città. Ma cosa abbiamo fatto di male per meritarci tutto questo!

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