Il discorso (riassunto e chiosato) di Soru alla Fiera

8 Gennaio 2009
7 Commenti


Red

Riportiamo la cronaca della Convention del 6 gennaio nella nota stampa APCOM

“Sardegna/Soru: Unità e rinnovamento per battere il centrodestra. Candidato centrosinistra apre campagna elettorale Regionali”

La forte unità ritrovata nella coalizione di centro-sinistra come arma in più per battere la destra alle prossime regionali di metà febbraio. Un punto, quello dell’unità, che il candidato governatore, Renato Soru, ha messo subito in chiaro davanti ad un Palacongressi della Fiera di Cagliari pieno fino all’inverosimile: “Si tratta di un’unità vera e non di maniera - ha spiegato - non frutto di accordi sottobanco ma che nasce dalla consapevolezza di uno scopo comune: fare della politica un servizio per gli altri”.

Partito Democratico, Rifondazione, La Sinistra, i dissidenti del Psd’az che hanno rifiutato il ‘matrimonio’ con il centro-destra di Berlusconi: ci sono tutti al Palacongressi di Cagliari. Mancano i socialisti ai quali Soru ha rivolto un appello: “Spero - ha detto - che possano riconsiderare la loro posizione di correre da soli ed unirsi alle altre forze del centro-sinistra”. L’ex governatore ha ricordato il patto con gli elettori sancito dalla Legge Statutaria, approvata nella legislatura appena conclusa (”un patto che va rispettato”) e ha posto l’accento sul rinnovamento ed il ricambio della classe dirigente: “La gente se lo aspetta - ha argomentato il leader del centro-sinistra sardo - cambiare è importante per dare la possibilità a tutti di fare politica come protagonisti e non solo come spettatori nell’ottica di un percorso collettivo in cui tutti sentano di far parte di una collettività in cui tutti possano andare avanti e non curare semplicemente i propri interessi”.

E sulla politica ha assunto impegni importanti: “Una legge da approvare subito dopo l’inizio della legislatura - ha assicurato - per ridurre numero dei consiglieri regionali e i loro emolumenti”. Renato Soru ha posto l’accento sui cambiamenti intervenuti in Sardegna nei quattro anni e mezzo di governo della sue giunta e del centro-sinistra e su ciò che c’è ancora da fare. “Puntiamo sui giovani e sulla scuola - ha spiegato Soru - la povertà si sconfigge con la cultura. Per far ciò bisogna aumentare il livello d’istruzione, la ricerca scientifica, la tecnologia, la capacità di stare sul mercato”. I giovani devono essere protagonisti di questo cambiamento che peraltro è abbondantemente iniziato in quasi un lustro di amministrazione. Un esempio su tutti, lo snellimento della Pubblica Amministrazione: “La cancellazione di tanti enti inutili - ha ricordato l’ex governatore - ha liberato molte risorse. Oggi la Sardegna è la prima regione in Italia per transazioni on line con la pubblica amministrazione e il numero dei dipendenti è passato dai 3500 del 2004 ai 2500 attuali. I dirigenti sono scesi da 220 a 150″. Il candidato alla presidenza della Regione ha anche ricordato il Piano Paesaggistico Regionale, la politica di salvaguardia dei centri storici, il Piano di Assetto Idrogeologico (”che se fosse stato adottato tanti anni fa ci avrebbe risparmiato disastri come quello di Capoterra”), il Piano Sanitario Regionale (”La Sardegna è la Regione d’Italia con i ticket sanitari più ‘leggeri’”. Soru ha anche ricordato i lusinghieri risultati nell’assistenza sanitaria a domicilio: “Nel 2004 la Regione garantiva assistenza a 3000 famiglie - ha ricordato - oggi è possibile assisterne ventimila”. E per il futuro: “Bisogna cominciare a costruire partendo da ciò che si è già fatto”, questa la ricetta di Soru.
Conclusione con stoccata per il suo “competitor”-ombra, Silvio Berlusconi: “Ottimismo? Spendere di più? - ha ironizzato Soru - lo vadano a dire ai sardi che vivono nelle aree disagiate delle città e dell’interno. Occorre invece smettere di consumare in modo insensato”.

Questa, in sintesi, la cronaca della Convention. Ecco alcune nostre chiose:
1) Il centrosinistra è in realtà un grande cumulo di macerie a partire dal PD, che non esiste più  come soggetto dotato di capacità di decidere o fare alcunché. Non può dunque parlarsi di unità. A comporre i cocci ci sta provando il buon Passoni con la pazienza del vecchio sindacalista. Ma per Soru, da buon populista, unità è sinonimo di adesione…ovviamente a quanto lui ha deciso.
2) I socialisti non hanno subito il diktat di Soru, o ubbidite o fuori, che invece è stato accettato da tutti gli altri. A Balia Soru ha detto che il programma è indiscutibile perché già approvato (da lui) e fra i candidati socialisti non devono esserci consiglieri che gli hanno votato contro. L’invito all’unità di Soru è dunque un’esortazione alla genuflessione. Si piegheranno  i socialisti?
3) “La possibilità a tutti di fare politica come protagonisti e non solo come spettatori nell’ottica di un percorso collettivo in cui tutti sentano di far parte di una collettività in cui tutti possano andare avanti e non curare semplicemente i propri interessi” equivale a rendersi disponibili a fare da massa di manovra, disinteressata, ma a favore di chi può, se del caso in contrasto col pubblico interesse, mantenerne uno proprio, imprenditoriale e finanziario. Di qui il richiamo al patto sottoscritto con la Legge Statutaria che appunto sancisce la monocrazia presidenziale e legittima il conflitto d’interessi;
4) Lo snellimento della Pubblica amministrazione, nella versione soriana, consiste in una fidelizzazione della dirigenza al Presidente in contrasto con la Costituzione e le leggi che distinguono fra indirizzo politico e amministrazione;
5) Sulle questioni economiche e ambientali rimandiamo agli esperti. In questo sito Sabattini ha dimostrato il contrario e la drammatica situazione dell’industria sarda e dell’occupazione sembrano dargli ragione;
6) Il PPR contiene normative interessanti, con qualche eccesso su beni identitari (genericità) ed altro. Ma c’è anche un soffocante accentramento delle scelte importanti in capo al Presidente, pericoloso per la tutela del territorio e per l’imparzialità delle decisioni  nonché per la stabilità di esse nel tempo. Il Presidente di turno può, nel bene e nel male, disfare ciò che hanno fatto i predecessori.
7) L’unica verità detta da Soru è che Cappellacci agisce in conto terzi. Sennonché l’alternativa ch’egli ci propone è di ubbidire non al Cavaliere ma a lui stesso. Un padrone fatto in casa in luogo “de unu meri strangiu”. E chi non vuole padroni e non è aduso a ubbidir tacendo? Manda al diavolo entrambi. O no?  

7 commenti

  • 1 admin
    8 Gennaio 2009 - 14:23

    Il Prof. Aquilino ci invia, per conoscenza, questa sua testimonianza, diretta a Michela Murgia, che volentieri pubblichiamo fra i commenti.

    Ieri pomeriggio sono andato alla fiera per vedere l’apertura della campagna elettorale di Soru. Ero in buona compagnia di almeno 4.000 persone. Forse c’era anche Lei.
    Mi e’ costato molta fatica. Nel giugno del 2007 ho avuto un ictus che mi ha costretto ad una certa degenza in ospedale ed ad un lungo periodo di riabilitazione. Fortunatamente mi sono ripreso dalla emiparesi (sinistra naturalmente) pero’ mi stanco presto, perche’ ho l’incurabile malattia di avere superato i 65 anni con annessi reumatismi. Non mi sono pentito di essere andato malgrado che, quando sono tornato a casa, ero maturo per il cassonazzo dei rifiuti (quando c’erano ancora i cassonazzi). Nella prima parte Soru ha parlato pochissimo, perche’ ha lasciato la parola a studenti, imprenditori e lavoratori come testimoni del suo governo. Quando poi ha accennato alla presenza in sala di quelli del Partito sardo d’azione che non hanno seguito a destra i loro dirigenti, s’e’ levato un urlo ed un lungo applauso, mentre sventolavano alte le bandiere che furono di Lussu, di Giacobbe, di Zuddas. Malgrado il fatto che sono siciliano, mi sono commosso a lacrime. Forse la destra farebbe bene a non cantare vittoria troppo presto. Il voto disgiunto potrà fare ben altri miracoli, oltre ad avere il voto di quelli dell’IRS.
    Avrei voluto piazzare questo pezzo nel suo blog. Francamente non ho trovato un post a cui fosse attinente. Lo trovi Lei il posto se ritiene interessante il mio pezzo.

    Saluti Aquilino

  • 2 stefano de candia
    8 Gennaio 2009 - 15:32

    Al prof Aquilino e a quelli che erano alla convention di presentazione del candidato del centrosinistra, il sig. Renato Soru, mi viene d’impulso la voglia di chiedervi perchè tanto interesse per i sardisti solo adesso?
    perchè il buon capocomico Soru non ha aperto le sue braccia e le orecchie prima?
    Il PSd’Az se, e sottolineo se, saranno accettate le sue condizioni sarà alleato del centrodestra non certo diventerà un partito di destra…
    Non c’è scritto nel nostro statuto di che parte politica siamo, a parte il nostro essere per la libertà, contro il fascismo ecc., nel nostro statuto c’è scritto solo che siamo nati per dare l’indipendenza alla Sardegna e questo non è nè di destra nè di sinistra!!!
    Noi siamo solo sardisti punto e basta!!!
    iIl problema è che nè Soru nè Cappellacci lo sono ma solo uno ha aperto uno spiraglio di dialogo con noi, l’altro forte della sua protervia e presupponenza ha sempre fatto orecchie da mercante o peggio ci ha dileggiati non appena ha potuto.
    Ed è proprio per questo che chi si indigna sono io con i miei ex, ma forse ancora compagni, indipendentisti perchè loro hanno tradito qualcosa noi del PSd’Az no, non abbiamo tradito nessuno anzi abbiamo ribatito le nostre origini sardiste e stiamo cercando qualcuno che ci metta nelle condizioni di fare qualcosa per il bene della Sardegna e di certo Soru non ha fatto per nulla molto bene alla Sardegna e solo un fanatico integralista della figura di un solo leader può far finta di non vedere una così evidente realtà.
    E adesso cortesemete smettete di parlare a sproposito del mio partito perchè solo chi è sardista può farlo e Soru e i suoi supporter sono tutto fuorchè sardisti!!!
    Io non mi permetterò mai di entrare nel merito delle beghe del PD o della PdL perchè i panni sporchi li si lava in famiglia ma lezioni di moralità da Soru non ne prendiamo soprattutto perchè da come si comporta pare avere un concetto tutto suo, opportunistico ovviamente, di moralità…
    FORTZA PARIS

  • 3 Gianluca Scroccu
    8 Gennaio 2009 - 16:08

    Ci deve essere un errore. Il pezzo è infatti firmato red, ma il comitato di redazione di questo blog, che poi non è altro che un pro forma, non ha evidentemente elaborato questo articolo come molti altri che sono apparsi negli ultimi tempi in relazione alle elezioni regionali. Credo che il pezzo debba essere attribuito al solo direttore, Andrea Pubusa. Del resto inizierei a sentirmi schizofrenico visto che sul Manifestosardo ho scritto cose ben diverse, pur articolate in chiave critica, prima fra tutte che avrei votato centrosinistra e il suo candidato presidente http://www.manifestosardo.org/?p=1133. dalla fine di questo pezzo sembra di capire, invece, che la redazione si asterrà. Come me, con post su questo blog o articoli su altri siti, Manuela Scroccu, Mauro Nieddu e Carlo Dore Jr. Sono sicuro che nei prossimi articoli l’errore non si ripeterà e ci sarà solo la firma dell’estensore

  • 4 admin
    8 Gennaio 2009 - 18:16

    Caro Gianluca,

    Non c’è nessun errore. Red è un anglicismo: vuol dire “Rosso”, non “Redazione”. Le Redazioni poi, come del resto i blog, non si astengono, per la semplice ragione che non hanno diritto di elettorato attivo (e tanto meno passivo). Semplicemente non votano, Votano le persone, che lo fanno in perfetta libertà, così come in altrettanta perfetta libertà esprimono le loro opinioni politiche, esponendole all’altrui libero giudizio. Nessuna schizofrenia, dunque tua né di altri: chi scrive in questo blog, ha il gusto della libertà, pensa e vota come meglio crede, rendendone conto solo a se stesso.
    Quanto poi alla tua “perfida” insinuazione che Red sia io, ebbene, sappi che non è così. Confesso, tuttavia, che l’idea non mi offende, benché mi renda conto che, oggidì, autoqualificarsi “Red”, “Rosso” è sempre più una stravaganza, una manifestazione di inarrivabile superbia!
    Ti saluto con molto affetto, che estendo ovviamente agli altri due componenti la “triade”, Emanuela e Mauro, nonché a Carlo jr, con la certezza che manterrete il gusto, sempre più raro, della libertà, (a.p.)

  • 5 Tore Melis
    8 Gennaio 2009 - 19:17

    Non faccio parte della RED, perciò, sui distinguo sollevati dall’amico G.L. Scroccu non esprimo alcuna opinione. Tuttavia, pur ritenendo legittime le puntualizzazione denunciate, mi permetto di suggerire che ogni necessario chiarimento, sarebbe più conveniente sottrarlo alla pubblica discussione e lettura.
    Ciò detto, mi riporterò alla discussione politica d’attualità con un più articolato intervento che apparirà su questo sito domani

  • 6 Enea
    8 Gennaio 2009 - 20:50

    Sono stato un convintissimo sostenitore di Progetto Sardegna. Era una meraviglia l’aria che vi si respirava. Sono stato tra i primi, un giorno, a dire mah! al capo (tutti glielo riconoscevamo perchè se lo era meritato) e mi rispose “qui decido io”.Tra me e me mi sono detto: “non si è mai permesso mio babbo di risponermi così vuoi che questo qui…”. Era sotto pressione e dimenticai la cosa. Abbiamo fatto in tempo a riunirci una sola volta tra coordinatori territoriali senza la presenza di Soru e i suoi 2-3 uomini di fiducia che subito ci venne dato lo stop. Tutte le decisioni erano solo e soltanto in mano sua e non era ammesso l’uso del simbolo su cui aveva iscritto copyright. Dopo di che fu sciolto il progetto. Dopo aver parlato con tante persone la storia era sempre la stessa: “ma è un fascista, ve ne rendete conto o no!” dicevo; e la risposta era sempre la solita “basta assecondarlo”. Sono cresciuto nel PCI che avevo 15 anni e ho fatto le battaglie contro i residui stalinisti che limitavano la democrazia interna. Scelsi, a 20 anni, la via dell’emigrazione e quando seppi di Progetto Sardegna mi buttai per dare una mano. Compagni io a un fascista il voto non glielo do. Spero che Cappellacci accolga le richieste sardiste, se ciò non fosse si vedrà ma, lo ripeto, a un fascista proprio no!

  • 7 elio pillai
    8 Gennaio 2009 - 22:33

    Come si conquista il potere politico.vedo molti giovani preparati allo scopo.

    “Puntiamo sui giovani e sulla scuola - la povertà si sconfigge con la cultura - per fare ciò bisogna aumentare il livello d’istruzione, la ricerca scentifica, la tecnologia, la capacità di stare sul mercato”. Ho preso questa frase del discorso di Soru per chiedere ai sostenitori di Soru di trovarmi una persona di destra dotata poco poco di buonsenso che non sottoscriverebbe questo assunto. Cosa c’è di sinistra e di innovativo in queste dichiarazioni? Nulla!
    “La povertà si sconfigge con la cultura”, è una frase ad effetto, che sicuramente ha richiamato chissà quanti applausi. Quella frase non dice nulla. Quella frase è populismo. Io penso che una persona non colta o non istruita, in cerca di un posto di lavoro, non cada in questa trappola. Chi ci casca è proprio la persona colta, che apparentemente può apparire come un messaggio profondo e magari pure di sinistra. Ma di quale cultura parla Soru, gli è mai stato chiesto? “La cultura dell’innovazione tecnologica e la ricerca? Quella per la quale Tiscali, la Rau, la Saras e pochi altre imprese in Sardegna prendono centinaia di milioni di euro dall’Unione europea per innovare e rinnovare il loro conto in banca? Quanti giovani laureati o diplomati hanno trovato lavoro in sardegna?? Secondo Bernstein i mezzi più importanti che determinano l’adattamento dell’economia capitalistica, sono il sistema creditizio, il miglioramento dei mezzi di comunicazione e le organizzazioni imprenditoriali. Il punto centrale e che Soru interpreta bene il mutamento di una societa capitalsitica in crisi e guida queste trasformazioni. Sceglie una via lenta, ma più sicura per la trasformazione guida il passaggio da un periodio e da un ordinamento sociale ad un altro. La statutaria da questo punto di vista rappresenta l’emblema di questa strategia. E’ il passaggio, la trasfomazione da una fase politica ad un altra sostituendo completamente una classe politica, un tempo capace di mediare le spinte corporative e governare i processi e gli interessi generali oggi però invecchiata e incancrenita, corrotta dalla sua stessa politica e incapace di innovarsi. Addittare questa classe poitica al pubblico ludibrio è un gioco da ragazzi per Soru, così come nazionalmente è stato facile per Berslusconi. Una classe politica nazionale corrotta, è odiata dal popolo, in gran parte liquidata dalla magistrattura, il colpo finale inferto dalla discesa in campo da Berlusconi, lui stesso figlio e padre di quella classe politica corrotta. Berlusconi è un innovatore nei sistemi di comunicazione,costruisce mediaticamente la sua immagine e in campo in prima persona. Abbiamo sottovalutato i processi culturali messi in atto dalle politiche berlusconiane. A quella vecchia classe politica tanto odiata persino da noi,sostituirla è un gioco da ragazzi. Dalla cultura berlusconiana nascono prodotti più adeguati alle attuali esigenze, giovani imprenditori più acculturati, forse anche più attenti ad alcuni processi ambientali e ad altri temi cari sopprattuto alla sinistra. Ma il nodo centrale della cultura capitalistica e liberistica rimane intata. La storia è piena di questi processi, nella storia delle società borghese, le rifrme legislative sono servite al progressivi rafforzamento della classe ascendente. Soru è bravo e si comporta da riformatore piccolo borghese e vede in tutte le cose del mondo un lato buono e uno cattivo, e coglie fiori in tutte le aiuole.

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