M. Prama. Ithocor, Orzocor, Sthruntzumcor: che nome dare al giovane?

16 Agosto 2016
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Amsicora

Il guerriero di Monte Prama

Leggo sui giornali e sul web di un dibattito scientifico fondamentale per le sorti della Sardegna e dei sardi. È stato svelato al Museo della Tonnara il volto virtuale di uno degli eroi di Mont’e Prama. Eroe senz’altro e senza ombra di dubbio. No non poteva essere un perdigiorno, lo dice l’Accademia, quella vera, che afferma solo ciò che risulta comprovato. E perciò, statene certi, il volto è fedele, quasi una foto! E’ stato ricostruito non dallo studio forografico di Moderno Bini, ma grazie a uno studio dell’Università di Sassari, che ha condotto prima la campagna di scavo nella necropoli nel corso del 2014, e poi ha effettuato le analisi sul Dna antico nel Dipartimento di Scienze Biomediche. Ecco i risultati: l’eroe si presenta sbarbato, con lunghe trecce che scendono lungo il petto e ha un’età che si aggira intorno ai 25 anni. Così  raccontano della ricostruzione facciale l’archeologo Raimondo Zucca, co-direttore degli scavi nel 2014, e il microbiologo Salvatore Rubino, che ha coordinato lo studio bioarcheologico.
Ora, mi scusino i chiari prof., ma come abbiano fatto da un teschio a desumere la mancanza di barba e l’esistenza di trecce lunghe fino al petto, non capisco. Ma una spiegazione scientifica c’è, parola del Prof. Raimondo Zucca, “gli elementi che avevamo per ricostruire la capigliatura dei sardi della prima età del ferro derivavano da raffigurazioni in bronzo e raffigurazioni in pietra. Circa l’86% dei bronzetti e il 76% delle teste ritrovate a Mont’e Prama presentano una capigliatura con trecce. Si tratta di un dato numerico significativo. Inoltre l’antropologia culturale e la storia antica ci raccontano che nelle civiltà antiche spesso l’età adulta era caratterizzata dalla presenza di chiome fluenti o trecce, mentre i giovani presentavano il capo rasato. Si tratta quasi di un rito di iniziazione”. Così il prof. Zucca, ma, senza voler apparire un bastian contrario a tutti i costi: e se il teschio analizzato fosse di un “ribelle”, fuori dalle convenzioni e avesse il capo rasato o la capigliatura corta? E non ditemi che la mia è una cazzata. Basta guardarsi attorno in spiaggia e si vedono uomini rasati, altri con chiome lunghe sciolte, altri ancora col codino, senza contare chi - come me - ha i capelli sul modello anni ‘50. Ergo, come erano i capelli di quel giovane non lo sappiamo e l’immagine dovrebbe essere riprodotta con le varie possibili capigliature.
Poiché - secondo quanto apprendiamo - nella necropoli del IX secolo a.C. risultano sepolti, in fosse individuali, maschi di età compresa tra i 15 e i 30 anni, e presumibilmente di alto prestigio sociale, ulteriori ricerche potranno svelare di più sulle abitudini oltre che sulla fisionomia dell’eroe, che, ad oggi, non ha ancora un nome.
Eccoci al dunque: il nome. Poiché il teschio era privo di documenti d’identità, due proposte sono state avanzate nel corso della conferenza. Attilio Mastino, storico, epigrafista, propone Ithocor, nome riconducibile al Medioevo giudicale logudorese. Raimondo Zucca rilancia, invece, con Orzocor, omologo di Ithocor nel Guidicato di Arborea.
Ora qui esimi prof., non ci siamo proprio: ma se Monte Prama risale alla prima età del ferro - come ha detto il prof. Zucca - che c’azzecca il nome di governanti dell’età giudicale? Non è antistorico? Sissignori! Bisogna tornare indietro nel tempo se si vogliono avanzare ipotesi più realistiche… e scientifiche. E bisogna anche pensare ai vari casi. Anzitutto, poteva essere un eroe, come dicono i prof., ma - penso io - anche uno scansafatiche, un disfattista, che alla guerra preferiva i bagordi e le belle donne. Questi libertini ci sono sempore stati e sempre ci saranno. E se così fosse, il nome di un giudice non sarebbe appropriato. Meglio Fillebagassahocor; mantiene la parte finale, ma muta quella iniziale, adattandola al profilo del soggetto, che mentre gli altri combattono, si dà alla bella  vita. Poi non si sa se era un sardo o uno venuto dal mare ad orpprimere i nuragici. E se fosse un oppressore? Il nome di un giudice sardo sarebbe antistorico e suonerebbe offesa per i sardi. In questo caso, non è meglio Sthruntzumcor, che indica bene le caratteristiche di un uomo che, avido di preda, assale e assoggetta popoli pacifici. Se invece fosse un combattente sardo, non so, lo chiamerei, pur con tante precauzioni, Sarduspatercor.
Qualcuno obietterà, perché tanti distinguo? Altri - i soliti antiscientifici - diranno: perché una parte dell’Accademia dà aria ai denti, mentre la Sardegna brucia, in tutti i sensi, anche e sopratutto dal punto di vista sociale? Ma, credetemi, dare il nome esatto al teschio dell’età del ferro è determinante per le sorti della nostra terra e della nostra gente. Non solo: lo è anche stabilire se si era fatto la barba o no e se aveva le trecce o i capelli all’Umberta o rasati. Dunque, non lasciamo ai soli prof. Zucca e Mastino il compito arduo di dare il nome o fare barba e capelli al teschio! Il dibattito è aperto! Partecipiamo!.

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