Caro Massimo, dai, finisci di leggere la Costituzione!

22 Settembre 2016
3 Commenti


Amsicora

Nalla foto Massimo in una pausa della lettura della Costituzione

Caro Massimo,

ci siamo lasciati prima delle ferie con una tua promessa. “Leggerò il testo della revisione Renzi-Boschi e poi mi schiererò”. Ti confido che molti del NO ti hanno biasimato: “Ha fatto il furbo prima delle elezioni per prendere voti a destra e a manca. Non sembra neanche uno di SEL. che è per il NO!“. Ma io, credimi, ti ho difeso: “Il referendum è lontano ed anche per noi avere dalla nostra il Sindaco del capoluogo non è cosa di poco conto“. E li ho cazziati, i soliti settari con poco acume politico e nessun senso tattico. Il prima o il dopo - ci vuole poco a capirlo - anche in politica spesso è determinante. Quando poi tu subito dopo la rielezione, fingendo di passare lì per altro, sei venuto al nostro banchetto del NO in via Garibaldi e ti sei trattenuto amabilmente a parlare con noi,  “vedete, ho detto ai tuoi critici, Massimo già dà segnali univoci. E’ con noi e presto darà ufficialità al suo NO. Del resto non è uno qualunque, non è come noi a cui dire NO non crea alcun problema. Lui è in una coalizione e deve essere garbato se al maggior alleato dice NO“. Fu in quella occasione che ad una nostra pressante richiesta, hai detto: “devo leggere le carte, poi dirò la mia“. E noi da allora siamo in trepida attesa. All’alba, quando spunta il sole, pensiamo: “avrà finito di leggere? Che oggi sia la giornata buona?“.
Qualcuno - le solite male lingue - dice che stai ancora leggendo, perché la tua lettura è come quella di tziu Boicu, di professione capraro, che in bidda aveva imparato a leggere con molto sforzo alle scuole popolari, e mentre era veloce sulle vocali, stentava sulle consonanti. Ma io ho replicato che leggere il testo dell’attuale art. 70 è semplice, mentre leggere quello della Boschi è complicato, ci vuol un bel po’ a capire cosa dice, perché è ricco di rinvii e bisogna costruirne il testo come un puzzle. Volete mettere l’attuale art. 70: “La funzione legislativa e` esercitata collettivamente dalle due Camere”, con quello della Boschi, un vero tormentone: “(Procedimento legislativo) 1. L’articolo 70 della Costituzione è sostituito dal seguente: «Art. 70. — La funzione legislativa è esercitata collettivamente dalle due Camere per le leggi di revisione della Costituzione e le altre leggi costituzionali, e soltanto per le leggi di attuazione delle disposizioni costituzionali concernenti la tutela delle minoranze linguistiche, i referendum popolari, le altre forme di consultazione di cui all’articolo 71, per le leggi che determinano l’ordinamento, la legislazione elettorale, gli organi di governo, le funzioni fondamentali dei Comuni e delle Città metropolitane e le disposizioni di principio sulle forme associative dei Comuni, per la legge che stabilisce le norme generali, le forme e i termini della partecipazione dell’Italia alla formazione e all’attuazione della normativa e delle politiche dell’Unione europea, per quella che determina i casi di ineleggibilità e di incompatibilità con l’ufficio di senatore di cui all’articolo 65, primo comma, e per le leggi di cui agli articoli 57, sesto comma, 80, secondo periodo, 114, terzo comma, 116, terzo comma, 117, quinto e nono comma, 119, sesto comma, 120, secondo comma, 122, primo comma, e 132, secondo comma. Le stesse leggi, ciascuna con oggetto proprio, possono essere abrogate, modificate o derogate solo in forma espressa e da leggi approvate a norma del presente comma. Le altre leggi sono approvate dalla Camera dei deputati. Ogni disegno di legge approvato dalla Camera dei deputati è immediatamente trasmesso al Senato della Repubblica che, entro dieci giorni, su richiesta di un terzo dei suoi componenti, può disporre di esaminarlo. Nei trenta giorni successivi il Senato della Repubblica può deliberare proposte di modificazione del testo, sulle quali la Camera dei deputati si pronuncia in via definitiva. Qualora il Senato della Repubblica non disponga di procedere all’esame o sia inutilmente decorso il termine per deliberare, ovvero quando la Camera dei deputati si sia pronunciata in via definitiva, la legge può essere promulgata. L’esame del Senato della Repubblica per le leggi che danno attuazione all’articolo 117, quarto comma, è disposto nel termine di dieci giorni dalla data di trasmissione. Per i medesimi disegni di legge, la Camera dei deputati può non conformarsi alle modificazioni proposte dal Senato della Repubblica a maggioranza assoluta dei suoi componenti, solo pronunciandosi nella votazione finale a maggioranza assoluta dei propri componenti. I disegni di legge di cui all’articolo 81, quarto comma, approvati dalla Camera dei deputati, sono esaminati dal Senato della Repubblica, che può deliberare proposte di modificazione entro quindici giorni dalla data della trasmissione. I Presidenti delle Camere decidono, d’intesa tra loro, le eventuali questioni di competenza, sollevate secondo le norme dei rispettivi regolamenti. Il Senato della Repubblica può, secondo quanto previsto dal proprio regolamento, svolgere attività conoscitive, nonché formulare osservazioni su atti o documenti all’esame della Camera dei deputati».
Ora, ditemi voi, come fa Massimo a ricostruire in fretta il tenore di questo “nuovo” art. 70 se deve individuare ”le leggi di cui agli articoli 57, sesto comma, 80, secondo periodo, 114, terzo comma, 116, terzo comma, 117, quinto e nono comma, 119, sesto comma, 120, secondo comma, 122, primo comma, e 132, secondo comma”. E Massimo deve anche capire con precisione - è un sindaco lui, mica uno qualunque, un quisque de populo - quale è il contenuto di queste leggi. Se pensate che fior di costituzionalisti sono divisi sul numero dei procedimenti legislativi previsti nel “nuovo” testo  (c’è chi dice nove, chi dieci, chi perfino dodici!), ditemi voi se Massimo può risolvere il problema interpretativo in poche settimane. E poi quando passerà agli articoli successivi è anche peggio!
Caro Massimo, va be’ che sei sindaco e forse il mio consiglio è inadeguato al tuo ruolo, ma te lo dico lo stesso, alla buona e col mio solito spirito collaborativo: non attardarti sull’interpretazione puntuale, non spaccare il capello in quattro fra commi, rinvii e combinati disposti, cerca di capire il senso della revisione Renzi-Boschi e, su quella base, esprimi alfine il tuo giudizio. Esempio: tu sei per le autonomie regionali e locali, allora devi dire NO perché Renzi accentra; tu sei per la semplificazione e allora devi dire NO perché - hai visto l’art. 70 - Renzi complica maledettamente le cose; sei per un maggior potere del parlamento allora devi fire NO perché Renzi dà preminenza assoluta all’esecutivo e così via. Naturalemnte dirai sì, se pensi il contrario, ma questo - dati i tuoi trascorsi e la tua adesione a SEL - sono pronto ad escluderlo.
Caro Massimo, c’è un solo punto che mi preoccupa e te lo dico con l’abituale franchezza. Non vorrei che tu pensassi a te stesso. E mi spiego. Con la revisione Renzi-Boschi-Verdini tu potresti diventare senatore. Saresti sindaco-presidente dell’area metropolitana (ossia della nuova provincia) e senatore. Senza elezione, che pacchia! Un terno al lotto! Un bel colpo! Renzi dice che non prenderesti un becco di un quattrino per questo nuovo incarico. Ma tu sei furbo e sai che poi il trattamento dei senatori lo fissa lo stesso Senato e allora non si chiamerà indennità, sarà rimborso, diaria, trasferta, ma poi, a conti fatti, a casa porterai un bel gruzzolo. Senza far nulla, anzi facendo male, per il cumulo delle cariche, il sindaco, peggio il presidente dell’area metropolitana e pessimamente il senatore. Per bacco!, potresti avere anche di più. Renzi aveva promesso a Fassino di farlo presidente del Senato, ma sai come è andata a finire. Stecchino è stato fiondato da Appendino e in Senato non andrà. E allora perché non tu presidente del Senato? Renzi vuole mostrare facce nuove e giovani. Vuole mostrare di essere aperto a sinistra. E chi meglio di te potrebbe fare alla bisogna del trombettiere di Rignano? E poi c’è la tua faccia. Tu alla tua bella faccia devi tutto. Basta presentarla e incanti. Lo so che ti chiedo troppo, ma te lo chiedo lo stesso in nome dei comuni ideali di sinistra. Ecco, caro Massimo, ti chiedo di sacrificare tutto questo ben di dio che il sì ti offre e di dire NO. Noi non ti offriamo nulla se non belle idee e grandi ideali, ma ti aspettiamo a braccia aperte! Ma fai presto! Non lasciarci in ambasce. Dai! Finisci la lettura della Carta e finalmente parla!

3 commenti

  • 1 Lucia Pagella
    22 Settembre 2016 - 10:09

    Se il caro Massimo legge come tziu Boiccu, penso che troverà molte difficoltà anhe a capire il senso della bella lettera che precede. Siamo il paese dei furbetti del quartierino perché questo paga ed in effetti i Cagliaritani lo hanno votato a plotoni appaiati nonostante tutti gli errori commessi, l’assoluta mancanza di disponibilità ad ascoltare noi sudditi. A proposito il caro Massimo cosa intende fare del nostro anfiteatro divenuto da il secondo per importanza e bellezza del mediterraneo, il primo immondezzaio? Ma si sa il caro Massimo, oltre a leggere con difficoltà, non contempla nel suo scarso bagaglio culturale l’amore per l’opera lirica. Basta pensare a chi aveva affidato la sopraintendenza del lirico!

  • 2 Andrea
    22 Settembre 2016 - 11:26

    Temo che la comprensione del testo come del contesto sia avulsa dall’attuale primo cittadino. Altrimenti non mi spiegherei simili amenità :

    “Cagliari e le Olimpiadi
    Domani il Presidente del Coni Malagò dovrebbe essere a Cagliari, parleremo con lui e con il Governo per decidere insieme che cosa fare dopo il no alle Olimpiadi della Sindaca di Roma Virginia Raggi. Credo che questo rifiuto sia un grave errore, dopo gli impegni assunti dal Comune di Roma e la presentazione della candidatura del Paese. Oltretutto quando mancano pochi mesi alla decisione finale del Comitato Olimpico Internazionale.
    Penso che con altri Sindaci, con i Governatori di altre Regioni si possa lanciare l’idea di una raccolta di firme e di un referendum che coinvolga i cittadini romani, i cagliaritani, insieme a tutti gli italiani. Decidano gli italiani. Credo che il no a un evento che riguarda milioni di appassionati di sport, migliaia e migliaia di atleti non possa essere nelle mani di una sola persona. Roma è conosciuta storicamente come “caput mundi”, la capitale del mondo, chi la governa non può avere paura di fallire la prova di un grande evento mondiale…….”

    Risposta

    Il testo fra virgolette è ripreso da fonti di stampa. L’idea del referendum è riportata oggi anche da L’Unione a pag. 7. E mentre tutto l’altro è opinabile e sostenibile (anche se a me pare ragionevole la posizione della Raggi), quella del referendum è una castroneria bella e buona, costituzionalmente parlando. (A.P.)

  • 3 Andrea
    22 Settembre 2016 - 13:56

    Il testo fra virgolette è ripreso dal profilo fb dell’attuale primo cittadino ed ho voluto riportarla proprio perché capace di palesare quale sia la visione del diritto, delle procedure e della Costituzione che pare avere certa “nuova” classe dirigente. Il mantra del fare ad ogni costo sta soppiantando la doverosa necessità d’individuare le priorità che qualsiasi amministrazione (in questo caso capitolina) deve porre come faro delle politiche da attuare.

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