Liste. Che dite? Meglio il PD, LeU o i Cinque stelle?

30 Gennaio 2018
5 Commenti


Amsicora

Gente, a cose  fatte, che dite? Che giudizio date sulla presentazione delle liste della varie forze? Comparativamente, meglio Renzi? Pensate ancora che le parlamentarie siano una bizzarria? Una modalità assurda? Un non senso? O credete che, tutto sommato, abbiano retto al confronto col metodo seguito dagli altri partiti?
A liste chiuse, se guardiamo alla questione senza pregiudizi, possiamo negare che il M5S ne sia uscito bene? Cosa significa l’ulteriore crescita nei sondaggi del M5S? E il calo delle liste concorrenti? Perché il PD è ancora calato? E perché, seppure per poco, ha flettuto anche LeU? Non è che non sia piaciuta la sbanditata di Renzi? Fare il proprio comodo paga? Ugo Sposetti, vecchio PCI, poi tesoriere del PDS e DS, ora sempre PD, dice di no. Sembra eccessivo anche a chi non si può dire che Renzi lo ami. Sentite con quale delicatezza il buon Ugo pensa al suo segretario: “Renzi è un delinquente seriale - dichiara - ora facciamo la campagna elettorale per il Pd. Dopo il 4 marzo, però, ci occuperemo della delinquenza“. Che bella prospettiva! E non si ferma: “dopo quello che ho detto ho ricevuto molte telefonate di sostegno da ragazzi sotto i trent’anni. Questo significa che se le cose vanno male, per la sinistra è finita per almeno un paio di generazioni. … I giovani li stiamo perdendo“. E come dargli torto? Anche i vecchi stanno scappando! Anche a non volere essere pessimisti, dopo il 4 marzo è facilmente pronosticabile lo sfascio. Ora tutti zitti, molti per paura di essere fatti fuori, non ci sono solo i seggi parlamentari, c’è tanto da prendere dai comuni in sù, negli enti, nel sottogoverno e nel PD, oggi “non si muove foglia che Renzi non voglia“. Ma domani, dopo la catastrofe?

E LeU? Non ditemi che che non nutrite istintiva simpatia per il buon Bersani? E volete negare che Grasso paia e sia una persona per bene? Stimabile. Eppure, credetemi, non riesco a vedere un grande futuro per LeU. Salvo un successo imprevedibile, un risultato, che dia ai suoi dirigenti una prospettiva, se non radiosa, accettabile. E sapete perchè? Vorrei essere smentito: questo ragguppamento sembra avere un personale politico, di diversa sensibilità politica rispetto al PD di Renzi, ma di pasta simile. Cosa ci ha detto la formazione delle liste? Prendete da noi, da Roma è stato catapultato Grassi. Chi è costui?  Uno statista? E i sardi, non meritano attenzione? E Michele Piras? Non è che io abbia grande simpatia per gli ex SEL. Cose mie. Ma, anche se non sembra, ho sempre attenzione per le persone. Guardo cosa fanno, ascolto le loro parole e scruto sopratutto le loro opere. Non vi pare che Michele, come deputato uscente, andasse sottoposto a verifica? Cos’ha fatto? Cosa ha omesso? Si è rapportato al territorio? Ha pensato agli elettori? Ha onorato la rappresentanza? Ora, chi di noi può onestamente dire che Michele meritasse un trattamento così ruvido? In fondo, ha fatto molte battaglie. Sui temi importanti per l’Isola si può negare che sia sempre stato dalla parte giusta? Servitù, pace, occupazione, grandi vertenze Michele con chi era? Non era forse con noi? Beh, lo è stato fin dalla prima ora nella battaglia referendaria. Ricordate? Quando sembrava dovessimo scalare una montagna, lui partecipò alla prima assemblea costitutiva del Comitato per il NO al Banco di Sardegna. Dicembre 2015. Fece un ottimo intervento. Incoraggiante per noi, per nulla impauriti, ma preoccupati dell’impari battaglia. In quel momento più d’uno che oggi è in LeU dov’era? Non è che fosse ancora dietro il carro di Renzi? Non è che, pur con tanti se e ma, menasse fendenti contro l’amata Carta? O semplicemente non la difendesse a dovere dai propositi di sfregio? Solo gli stupidi non mutano opinione, si sa. Bene le conversioni! Ma chi ha seguito il verbo fin dall’inizio non merita almeno altrettanta considerazione? Insomma, per farla breve, a me pare che Michele meritasse miglior trattamento. Esame ragionevole della sua attività. Del resto, più prosaicamente, è facile immaginare che Grassi susciti una reazione di rigetto. Al di là del valore, semplicemente perché non è sardo. Si capisce la catapulta nei territori di un grande dirigente nazionale. Lo si è sempre fatto. Anche il PCI lo faceva, ma metteva dirigenti nazionali importanti, legati in vario modo ai territori. Ricordo Giovanni Berlinguer nel collegio senatoriale del Sulcis. A parte la persona, ch’era squisita, fu molto gradito non solo per il nome, anche per la sua riconosciuta competenza nella medicina del lavoro. Ma Grassi? Si può dire altrettanto? O la barca ha fatto acqua, sono riapparsi i fantasmi di una sinistra che s’inabissa perché sulla lotta per la causa prevale l’assedio al seggio.
Di fronte a tutto questo che dire dei pentastellati? Marziani,  sembrano di un altro pianeta! Non vi pare? Sia ben chiaro, non sono un pivello. Non penso che l’assalto dei 15 mila alle parlamentarie sia stato animato solo da buoni sentimenti, da ascetica contemplazione delle beatitudini partecipative. No, amici miei, lì c’era anche ventre, basso ventre. Sfoghi di panza. Un fin troppo comodo mezzo per andare in un mondo dorato, fatto di privilegio, ozio e potere. E tuttavia, in cuor vostro, potete negare che coi controlli preventivi e successivi il risultato non sia male? Obietterete: così vince l’incompetenza. Ma, signori miei, nei partiti cosa domina? L’alta professionalità, la scienza! La Raggi è incompetente, ma lo è anzitutto per non avere istinto predatorio. Questo, amici miei, la gente lo capisce intuitivamente, come il bambino comprende chi lo gradisce e chi no, e il cane chi lo teme. Volete sentirne una? Non accusatemi di blasfemia o lesa maestà. A me certe nomine ricordano quelle del PCI a suo tempo. Compagni e compagne di mille battaglie, oggi acciaccati e sciancati, dai capelli bianchi o tinti, ricordate il gruppo della sinistra indipendente? Il terzo gruppo parlamentare, mica scherzi! C’erano uomini e donne di calibro. A titolo esemplificativo e in ordine alfabetico eccone alcuni: Gian Mario Albani, Franco Antonicelli, Gaetano Arfè, Giulio Carlo Argan, Laura Balbo, Andrea Barbato, Antonio Cederna, Ludovico Corrao, Eduardo De Filippo, Wladimiro Dorigo, Giuseppe Fiori., Mario Gozzini, Pietro Grammatico, Raniero La Valle, Ettore Masina, Virgilio Nasi, Claudio Napoleoni, Giorgio Nebbia, Franca Ongaro, Adriano Ossicini, Ferruccio Parri, Gino Paoli, Gianfranco Pasquino, Carla Ravaioli, Aldo Rizzo, Stefano Rodotà,  Guido Rossi,  Luigi Spaventa,  Altiero Spinelli,  Giorgio Strehler, Cesare Terranova, Enzo Tiezzi, Vincenzo Visco.
Certo non si può dire che i pentastellati abbiamo scelto persone di così chiara fama. Si è così. Loro tendono, però, ad altro, hanno un’altra filosofia. Non scelgono i più sapienti, vogliono “eroi della normalità“, belle persone, che fanno il loro dovere nella quotidianità. Andrea Mura, Gianni Marilotti o Pino Corrias da noi. Del resto, cosa diceva il grande Lenin? Un giorno lo Stato, del tutto democratizzato, “potrà essere diretto da una cuoca”. Con revocabilità dei rappresentanti del popolo in ogni momento e stipendio da operaio specializzato, come nella breve e gloriosa Comune di Parigi. Ma, planando e tornando alla cronaca del presente, avete visto come la presentazione delle liste ha fatto schizzare verso l’alto le simpatie verso il M5S? Come lo spiegate? Ondivaghe sensazioni? Superficiali emozioni video pilotate? O che altro? Poche chiacchiere! La gente comune gradisce le procedure sobrie, senza casini e scompostezze, intuisce la serietà delle scelte, apprezza le virtù delle persone comuni. Si riconosce in loro. Pensa che - come la mitica cuoca - possano far bene.
Per oggi basta. La campagna è ancora lunga.

5 commenti

  • 1 elio
    30 Gennaio 2018 - 11:09

    Andrea tu che sei uomo doto ,il rosatellum da premi di maggioranza??
    elio pillai

  • 2 Aladin
    30 Gennaio 2018 - 12:02

    Anche su aladinews: http://www.aladinpensiero.it/?p=77668

  • 3 Franco Meloni
    30 Gennaio 2018 - 12:36

    Concordo sugli ottimi candidati nelle liste del M5S, soprattutto quelli che si conoscono personalmente per serietà e duratura militanza politica o impegno civile. Ma in questo contesto elettorale mi piace citare la presenza di un altro compagno, come di seguito riporto da analogo commento sul blog Aladinews.
    Nel collegio uninominale per la Camera, circoscrizione di Cagliari, corre per Liberi e Uguali Roberto Mirasola, segretario provinciale di Cagliari di Sinistra Italiana. Io ho conosciuto Roberto per la sua militanza attiva e coerente nella sinistra sarda e soprattutto negli ultimi anni come fortemente impegnato nel Comitato per il No nel referendum costituzionale e nella continuità del Comitato d’Iniziativa Costituzionale e Statutaria. Ne conosco pertanto il valore umano, politico, culturale e sociale e ritengo che la sua auspicabile presenza nella prossima Camera dei deputati sarebbe un grande e produttivo acquisto per la Sardegna.

  • 4 Roberto Mirasola
    30 Gennaio 2018 - 23:28

    Grazie Franco per le belle parole da te espresse. Devo dire che l’esperienza da me fatta nel comitato NO Referendum e’ stata formativa. Mi sono confrontato con dei giganti dai quali ho appreso l’amore per la nostra Costituzione e la passione per le ragioni della Autonomia Sarda, entrambe sotto attacco in questi anni. L’unico mio rammarico è non avere più al mio fianco una figura di riferimento qual’e’ stata la splendida persona di Francesco Cocco. Per me è stato una grande esempio.

  • 5 Tonino Dessì
    31 Gennaio 2018 - 09:24

    Compimenti e auguri sinceri a Roberto Mirasola (Liberi e Uguali), Gianni Marilotti e Pino Cabras (M5S) per la scelta coraggiosa di mettersi in campo. Sono candidature che qualificano positivamente le liste nelle quali si presentano. Chi darà loro il voto non lo avrà sprecato.

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