Di Conte si fa una caricatura per attaccarlo. Ma funzionerà?

6 Giugno 2018
2 Commenti


Andrea Pubusa

Giuseppe Conte premier, Di Maio al Lavoro, Viminale per Salvini: ecco le ultime novità del totoministri

Tutto si può dire ma non che il discorso programmatico di Conte non sia stato equilibrato e ricco di spunti per un rilancio dell’intervento sociale nel Paese. Intanto, da almeno un decennio è il primo Presidente a non promettere (minacciare) ai ceti più deboli sudore e sangue. Anzi, ha ripreso quanto già detto da Di Maio nei giorni scorsi sulla centralità del lavoro: va creato per i disoccupati e reso dignitoso e sicuro per chi  ce l’ha, con un salario minimo accettabile. E’ la prospettiva delineata dall’art. 36 della Costituzione. Anche sulle pensioni si propone un riequilibrio fra quelle basse e quelle sproporzionate. Ci sono proposte per i ceti più deboli, contro la povertà. Una rivoluzione rispetto alla macelleria di Monti-Fornero, Poletti-Renzi. Si obietta che non si può fare, non c’è copertura. Sarà, ma questa è la direzione ed è giusta.
Parole forti anche per la lotta alla mafia e alla corruzione, da rendere centrale in tutta l’azione del governo. Sembra di sentire il discorso di qualche vecchio comunista degli anni passati.
Condivisibile anche il tema delicato dei migranti in cui l’attacco è a chi fa business sulle disgrazie altrui, non verso chi lascia guerre e devastazioni. Una posizione misurata rispetto alle inaccettabili parole e ai toni truculenti di Salvini.
In generale rassicura, nel nuovo premier, l’ancoraggio alla prospettiva costituzionale. Anche qui, dopo gli incubi del triennio renziano  e degli attacchi di Letta jr., abbiamo un esecutivo che non mette sotto tiro la Costituzione, ma anzi si muove per svilupparla. Non sarà sfuggito, ad esempio, il passaggio in cui ha difeso le Regioni speciali, in controtendenza rispetto alle mire compressive di Renzi e alla cultura restrittiva del centrosinistra.
Colpisce la reazione dei media al discorso di Conte, infarcita di luoghi comuni, declinati in vario modo. Il Manifesto, per esempio, parla di ”sorvegliato speciale”. E descrive Conte, “circondato da Di Maio e Salvini al punto che sembra chiedere la fiducia per loro e non per sé, il presidente del Consiglio non presenta il programma del governo ma rinvia alla lettura del contratto tra 5 Stelle e Lega”. Come se, nei governi di coalizione, i programmi non siano sempre stati la summa degli accordi di maggioranza. Insomma, si prosegue nella caricatura dell’esecutore, dell’arlecchino servo di due padroni.
Sempre stando a sinistra, è stupefacente anche il commento, su Il Manifesto, di Orlando, già ministro della giustizia. Un errore capitale - secondo lui - l’attacco alla mafia. ”E’ tipico dei populismi: governare restando sempre in campagna elettorale, parlando solo ai tuoi. Conte non ha usato toni da capopopolo, ma dividere su un tema così fa fare passi indietro al paese e alla lotta alla mafia”. E sorprende che questo punto non sia stato ripreso da Grasso, già magistrato antimafia, il cui compitino letto in aula, scialbo e prefabbricato, ha suonato come un de profundis per LeU.
Anche gli accenni alla democrazia diretta non intrigano il PD. Per Orlando, la creazione di un ministero per la partecipazione è “una mistificazione. Il tema è come si ricostruisce una democrazia deliberativa e partecipativa che integri la democrazia rappresentativa senza la pretesa di sostituirla”. Insomma l’esatto opposto di quanto hanno fatto i dem, anche al loro interno. E non piacciono neppure i comitati, e se ne comprende la ragione. “Parlo di una cosa diversa dal comitatismo”, precisa Orlando. Riecheggia il discorso di Renzi in aula, un morto che parla, esponendosi alla compassione generale.
L’aperta ostilità dei media, dai grandi giornali alle trasmissioni radiotv, contrasta con l’accoglienza di massa che Di Maio e Salvini hanno nelle piazze e alla crescita del gradimento del governo presso l’opinione pubblica, un segno ulteriore dello stacco fra il paese reale e l’establishment politico.
Ora, questo governo va seguito senza pregiudizi, spinto nelle azioni giuste, corretto o contrastato in quelle inaccettabili, ma l’atteggiamento più sbagliato è quello di darne una versione caricaturale per meglio attaccarlo. E’ quanro si è fatto gli anni scorsi col M5S e, in parte, anche con la Lega, ma non ha funzionato.

2 commenti

  • 1 Aladin
    6 Giugno 2018 - 08:21

    Anche su Aladinews: http://www.aladinpensiero.it/?p=83426

  • 2 Aladin
    6 Giugno 2018 - 22:09

    Autonomia, Conte: “Asseconderemo processo di autonomia in atto delle regioni”
    mercoledì 6 giugno 2018

    (Agenzia Vista) Roma, 06 giugno 2018
    “In materia di autonomia è stato riconosciuto che abbiamo già espresso sensibilità: addirittura abbiamo ormai Paesi che si sono sviluppati nel corso del tempo in direzione federativa, da noi il sistema è assai consolidato, come per le Regioni a statuto speciale che intendiamo conservare
    e valorizzare”. Lo dice il presidente del Consiglio Giuseppe Conte nella sua replica in Aula alla Camera. “Anche in base all’art.116 terzo comma della Costituzione siamo sensibili al fatto che ci sono già in atto delle trattative Stato-regioni e faremo di tutto per assecondare e non ostacolare questi processi in atto e la possibilità di conseguire per alcune Regioni un regime di maggiore autonomia, tanto più che questi percorsi hanno una base di legittimazione in istituti didemocrazia diretta” .
    Fonte: Agenzia Vista / Alexander Jakhnagiev

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