Caro Massimo, attenzione! rischi la fine dello sventurato Chigachgook, l’ultimo dei Mohicani

15 Ottobre 2018
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Amsicora

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Caro Massimo,

non mi crederai, ma sto monitorando la tua candidatura alle presidenziali regionali, giorno per giorno, minuto per minuto, secondo per secondo, ossessivamente. Di buon mattino leggo avidamente la pagina regionale de L’Unione sarda. Poi scrutino minuziosamente i blog e i siti che si occupano del pollaio isolano. Ma perché tanta attenzione, tanto dispendio di energie? Beh, è semplice, voglio cogliere ogni segnale in tuo favore o, Dio non voglia, contro. E non solo quelli espliciti, ma anche quelli cifrati, non detti, tu sai quanto me che in politica i silenzi spesso dicono più dei proclami, non sempre sinceri.
Ma, porca miseria!, non si muove foglia. Silvio Lai su L’Unione ha detto che se vuoi la candidatura, nulla quaestio, ma te la devi zappettare e, sopratutto, te la devi vedere con quel tosto di Paolo Maninchedda. Come dire, non c’è corsia preferenziale per te. Devi rischiare, devi scendere in campo aperto, con la eventualità di rimanere impallinato. Non crederai di poter fare come Renato. Ricordi alla fine della prima legislatura? Si dimise anzitempo per far sciogliere il Consiglio e essere ricandidato senza primarie per via dell’urgenza. Ottenne la nomination diretta, ma - come sai - mal gliene incolse. Qui non fa. Anche perché, se vi molla pure Paolo e lui si presenta da solo rischiate di arrivare neanche terzi e di non prendere neppure un seggio.
Ma non è che Silvio con quella intervista a L’Unione volesse mandarti a dire anche altro? E cioè che i sassaresi sono contrari a seppellire l’ascia di guerra fra Capo di sopra e Capo di sotto senza combattere. Oggi, con Pigliaru fanno il bello e il cattivo tempo in giunta. Perché accendere il calumet della pace  e consegnare addirittura, senza contropartita, la guida della Nazione sarda al capo delle tribù del sud? Se ben ci pensi, in quest’ottica tribale, pardon! nazionale, Paolo è uno dei capi tribù del nord, e dunque, più in sintonia con Lai e compagni. Lai poi è - non dimenticarlo mai -  di ascendenzra DC come Paolo. E ben sai che semel democristianus, semper democristianus, la democristianeria entra a far parte del DNA e non si cancella. Loro due hanno quell’impronta genetica e si intendomo vita natural durante. Poi Paolo è  ben radicato nel nuorese e lì miete consensi. E anche Nuoro in questa giunta conta, pensa alla sanità con Arru. Presta attenzione, caro Massimo, non vorrei che i sassaresi e i nuoresi ti stiano giocando qualche brutto scherzo alle primarie, capo di sopra unito contro capo di sotto, campagna contro città. Sento odor di trappola.
E il segretario nazionale? Comprendo che l’endorsement di Franco Boi, che tu hai annunciato, con le lacrimucce agli occhi alla festa dell’Unità di Guspini, sia importante, ma converrai che lo è di più quello di Martina. E lui? Sfuggente. A l’Unione ha detto che sei una risorsa, ma non il candidato. Sulla lista decide il centrosinistra sardo, cioé i giochi sono ancora da fare, la partita è in corso. Tu hai interpretato questo riserbo come un atto di rispetto per i sardi. Sarà! Tuttavia, siccome in campo c’è il tuo nome, il silenzio può essere letto anche in altro modo. Che le tribù del Nord abbiano mandato messaggi di fumo non del tutto favorevoli a te?
Ho una paura. Vorrei tacere. Te la dico? Non ti voglio spaventare, sarebbe bene tacere, ma mi corre il dovere di franchezza fra compagni. Non prendertela a male, è una considerazione cruda, ma a fin di bene. Osservo che voi di Campo progressista, al momento, siate appesi per aria. Isolati. C’è Uras che si affanna a procurare consensi, a creare un fronte ampio (addirittra fino  FI, smanato!), ma gli altri sono titubanti. Anche le donne! Anche loro, nonostante il tuo bel visino, tacciono. O meglio dicono che il presidente potrebbe essere anche al femminile, e comunque gli assetti vanno visti nel loro complesso. Liste 50 e 50 ed eletti idem. Questo interessa le donzelle del centrosinistra, non la tua bella faccia.
Insomma, caro Massimo, la strada è in salita. E’ dura. Del resto, tu e Luciano siete stati gli ultimi a mantenere in vita SEL, ma SEL si è sciolta, ora - come quei giapponesi spersi nella giungla che pensavano di dover combattere quando la guerra era finita e persa da 10 anni - voi esibite la sigla C.P. - Campo progressista, quando Giuliano Pisapia l’ha mandata in soffitta da quasi 2 anni. Ho la sensazione che tu, Luciano & C. siate a fine corsa. E’ caduto il buon Piras neanche ricandidato, poi Uras fiondato dagli elettori, fra un po’ la stessa sorte  (mi spiace davvero e tanto) tocca ad Agus. Tu sarai l’ultimo, come lo sventurato Chigachgook, The Last of the Mohicans. Ma con una differenza: lui era rimasto solo per i colpi dei tanti nemici, voi per mano propria, per la pretesa di esclusività del comando e del seggio. Sia come sia, riguardati, caro compagno, compriti le spalle e il fondo schiena, mettiti la corazza. Comunque, good luck, amico mio!

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