Andrea Pubusa

Quando si perdono le elezioni con uno scarto non grandissimo, di solito, si pensa ad un intervento salvifico della magistratura, che - come un deus ex machina - scende dal cielo e rimette le cose a posto. E cioè ribalta il risultato. Raramente però questo rimedio funziona. E la ragione è molto semplice. Chi ha fatto riconteggi sa che gli elettori nel voto sembrano guidati da una mano superiore talché gli errori degli uni sono identici a quelli degli altri. Di più, sorprendentemente, gli errori si presentano in percentuali simili  nelle varie liste. Il ribaltamento, in caso di ricorso, è dunque possibile solo quando lo scarto sia infimo, come nei casi in cui una lista vinca per un voto o poco più, oppure sia mal difesa in giudizio. Negli altri casi il ribaltamento è paralizzato dal fatto che la lista chiamata in giudizio può, a sua volta, con un ricorso incidentale, chiedere il riconteggio a parti invertite, e - come ho detto - questo ricalcolo a tutto tondo lascia le cose immutate. 80 voti dunque sembran pochi, ma per ottenere un risultato diverso occorre che l’errore di spoglio abbia colpito solo il centrosinistra e non il centrodestra. Sennonché questa evenienza è pressocché impossibile perché lo spoglio avviene in pubblico e con criteri omogenei. E’ difficile, se non impossibile, convalidare o annullare una scheda in favore di una lista e usare un diverso trattamento per una scheda identica in favore di una lista concorrente. Ci sarebbero anche rischi penali, che è inverosimile che tutti i componenti del seggio vogliano correre.
Poi lo staff della Ghirra dimentica che non si può richiedere in modo generico un riconteggio generale. Occorre descrivere le schede contestate, contarle in modo che venga superata la prova di resistenza (ossia 80 in questo caso) e bisogna indicare i seggi in cui gli errori si sono verificati. Ora niente di tutto questo è stato detto e fatto.
La candidata del centrosinistra Francesca Ghirra fa bene a prospettare il riconteggio delle schede, anzi è suo dovere pensarlo, ma non deve illudersi o illudere i suoi sostenitori. Ha ragione, con milletrecento schede nulle e oltre venti contestate, ci vuole prudenza prima di cantar vittoria. Il ballottaggio non è lontano. Ma analoga e forse maggiore prudenza si richiede a chi pensa di ribaltare il risultato delle urne in tribunale.