Smuraglia e Landini ricordano Carla Nespolo: «Costituzione e antifascismo, le sue passioni»

7 Ottobre 2020
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Simona Ciaramitano www.collettiva.it

 

Foto: Marco Merlini
Il ritratto della presidente dell’Associazione partigiani nelle parole del suo predecessore, Carlo Smuraglia Carlo Smuraglia, predecessore di Carla Nespolo alla guida dell’Anpi ricorda i tratti che hanno distinto la presidente dell’Associazione nazionale partigiani. La sua determinazione, le sue passioni, la sua dedizione nello svolgimento del suo ruolo e per la causa dell’antifascismo, del rispetto della Costituzione, della parità tra donne e uomini.Cosa le rimarrà di lei?  Di Carla Nespolo mi rimane tutto, un ricordo bellissimo. Sono stato io stesso che l’ho proposta per la carica di presidente, ottenendo poi l’unanimità nel Comitato nazionale, perché mi pareva fondamentale, dopo anni in cui il presidente era sempre stato un uomo, che si facesse un passo in avanti eleggendo una donna. Una donna che rappresentava il riconoscimento del ruolo delle donne nella resistenza e la passione dell’Anpi per la parità e la dignità delle donne. E così fu fatto. Era da anni partecipe del Comitato nazionale, aveva esperienza politica alla Camera e al Senato, ed era gradita a tutti. L’abbiamo eletta all’unanimità ed è entrata in funzione purtroppo per un tempo limitato perché poi si è ammalata e qui ha dato una grandiosa prova di se stessa: non si è mai arresa alla sua malattia, ha guidato l’Anpi ininterrottamente anche quando stava in ospedale o in condizioni difficili, per telefono, con messaggi e in qualunque modo possibile, lei ha tenuto a essere presente. Sono tratti che non dimenticheremo mai, chiunque altro si sarebbe arreso e avrebbe lasciato che altri si occupassero delle cose. Ha voluto essere presente fino a fino alla fine e interessandosi di tutto. Io ricordo di aver ricevuto anche telefonate notturne per consultarsi su qualche cosa, perché anche di notte, se le veniva in mente un’idea, era capace di chiamare, sentire, vedere.

Quali erano le sue grandi passioni?

L’Anpi innanzitutto, come organizzazione, forse una delle ultime organizzazioni veramente democratiche e ricche di storia. Era molto legata all’Associazione partigiani, alla quale ha cercato di dare un volto nuovo, cambiando anche la tessera rendendola più viva, più attuale, più artistica per dare l’impressione di un’Anpi più moderna. Poi si è contraddistinta per la convinzione che ci fosse da combattere contro il fascismo e per la Costituzione, non da soli, tant’è che mise insieme un gruppo di rappresentanti dell’associazionismo fedeli all’antifascismo, perché era convinta che l’unità delle forze democratiche e antifasciste fosse indispensabile per aiutare questo Paese a uscire da una crisi anche politica. Io la ricordo per i grandi meriti che ha avuto nello svolgimento di questa sua funzione di sviluppo dell’Anpi, dell’antifascismo e della difesa a oltranza della Costituzione e nell’idea di non procedere da soli, ma di procedere con altri per essere più forti. Un esempio è la grande manifestazione a Roma, alla quale parteciparono un po’ tutti, oltre alla Cgil con la quale abbiamo una grande amicizia. Infine la passione enorme, oltre che per la Costituzione e l’antifascismo, per il ruolo della donna nella società contemporanea e in questo ha contraddistinto anche l’Anpi, perché ha rinforzato il concetto di parità e ha cercato di assegnare alle donne il ruolo che hanno avuto nella Resistenza, anche dimostrando che non è vero che siano state soltanto quelli che portavano gli ordini ma che hanno avuto un ruolo primario insieme con gli uomini. Ha voluto che questo accadesse anche nell’Anpi, affinché non diventasse un’associazione di memoria militaresca e quindi profondamente maschile, ma anche un’associazione che valorizzasse il lavoro delle donne, favorisse lo sviluppo della dignità e uguaglianza nella società. Per questo la ricordiamo per la sua grande passione oltre che per il suo tratto umano che l’ha resa amica più che presidente di tante parti d’Italia, dove ci sono sezioni e organismi dell’Anpi nelle quali lei è andata con molta intensità con molta continuità creando rapporti di amicizia con tutti. È un altro tratto che fa sì che sarà difficile dimenticare Carla Nespolo.

Bella Ciao


Il ricordo di Maurizio Landini

 

Foto: Marco Merlini

Scomparsa l’altra notte Carla Nespolo, presidente dell’Anpi e prima donna a capo dell’Associazione nazionale partigiani d’Italia. “Per noi della Cgil è stata un punto di riferimento importante”, commenta il segretario generale Maurizio Landini: “Ci ha insegnato come coniugare le rivendicazioni sociali con l’antifascismo e l’impegno contro il razzismo”.
“Una perdita dolorosa per tutti noi. Per il Paese, per la democrazia, per l’antifascismo, per il sindacato”. Così il segretario generale della Cgil Maurizio Landini commenta la scomparsa di Carla Nespolo, presidente nazionale dell’Anpi dal novembre 2017, prima donna a capo dell’Associazione nazionale partigiani d’Italia. Malata da tempo, Carla Nespolo è scomparsa (lunedì 5 ottobre) all’età di 77 anni.
“Ha lottato e si è impegnata per tutta la vita nel solco dei valori della Resistenza, raccogliendo – lei, che pur non aveva partecipato direttamente alla lotta di liberazione - l’eredità di quelle donne e quegli uomini che ci hanno ridato la libertà e ci hanno donato la Costituzione”. Landini evidenzia che “nel solco di questo percorso di vita, Carla è stata un’importante figura della sinistra, offrendo il suo contributo di passione e conoscenza alle lotte delle lavoratrici e dei lavoratori, ed è stata particolarmente vicina alle organizzazioni sindacali che quelle aspirazioni e quei bisogni intendono rappresentare”.
Nata a Novara il 4 marzo 1943 e residente ad Alessandria, è stata la prima parlamentare comunista piemontese. Carla Nespolo era di famiglia partigiana e antifascista: lo zio (fratello di sua madre) Amino Pizzorno (nome di battaglia Attilio) è stato vicecomandante della VI Zona partigiana, operante tra Piemonte e Liguria. Ha ricoperto, sin da giovane, incarichi istituzionali e politici: dal 1970 al 1975 è stata consigliere provinciale di Alessandria, nel 1975-1976 ha ricoperto il ruolo di assessore all’Istruzione della Provincia di Alessandria.
Nel 1976 viene eletta alla Camera per due legislature, nel 1983 è senatrice della Repubblica, anche in questo caso per due legislature (ricoprendo diversi incarichi, come vicepresidente della Commissione Istruzione e della Commissione Ambiente). È stata relatrice della legge per la riforma della scuola secondaria superiore, componente della Commissione di vigilanza Rai e relatrice di numerose proposte di legge sui diritti delle donne.
“In tutti questi anni, prima come esponente politica e poi come presidente dell’Anpi, Carla - ricorda il segretario generale - è stata per noi della Cgil un punto di riferimento importante, una risorsa cui ricorrere, anche nei momenti più difficili, per apprendere come coniugare le rivendicazioni sociali con l’antifascismo e l’impegno contro il razzismo, cui in questi ultimi anni Carla si è dedicata con grande dedizione”.
In conclusione, Maurizio Landini afferma che “con la sua scomparsa, la Cgil perde un punto di riferimento essenziale”. Nell’esprimere il più profondo cordoglio a nome di tutta la Cgil, il segretario generale intende “riaffermare nel suo nome l’impegno del sindacato a sostenere e praticare i valori dell’antifascismo come base costituente della nostra democrazia e della nostra Repubblica. Grazie di tutto Carla”.

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