Draghi, per chi suoni la campana?

10 Febbraio 2021
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Rosamaria Maggio

A pochi giorni dalla fiducia al possibile Governo Draghi, il mondo della scuola è in subbuglio. Per le voci che si rincorrono di un possibile ritorno di Maria Stella Gelmini in viale Trastevere, o forse no, sarà il Prof. Patrizio Bianchi, già presidente del Comitato di esperti per la gestione della pandemia nelle scuole istituito dal Ministro  Azzolina. Per l’idea, pare espressa da Draghi, durante le consultazioni di ieri sera, di prolungare l’anno scolastico.
In tanti hanno espresso malumori e preoccupazioni…:
La scuola non è più quella di una volta, per fortuna.
Cerca di essere la scuola di tutti e non per pochi.
Non sempre ci riesce, ma questa è la missione costituzionale e di gran parte della normativa in vigore.
So quanto siano difficili questi anni di pandemia.
In primo luogo perché’ dopo il lockdown totale le scuole hanno lavorato a macchia di leopardo a causa degli interventi delle amministrazioni regionali che differenziavano le aperture.
In generale però possiamo dire che la scuola dell’infanzia, la primaria e la secondaria di I grado sono state prevalentemente aperte ed in presenza, per cui i percorsi curricolari si stanno svolgendo regolarmente.
Diversa la situazione delle superiori che hanno lavorato in DAD totale in molte regioni ed ora lavorano in presenza almeno con il 50% degli studenti e organizzano Dad e presenza alternate. I docenti e gli studenti seguono regolarmente il curricolo in termini di discipline e di orario.
Dico di più: i docenti sono in costante contatto con gli studenti, attraverso chat di classe, piattaforme on line sulle quali vengono assegnati i lavori da svolgere a casa, che vengono restituiti corretti e con le osservazioni dei docenti quasi in tempo reale. Penso a questi colleghi in costante connessione con le loro classi…
Non credo che però sia tutto oro quel che luccica.
Se potessi dare un suggerimento al Prof. Draghi, gli direi di domandare ai Direttori scolastici regionali, quale sia  la situazione reale. Cioè, quanti ragazzi non hanno connessione, strumenti tecnologici per seguire le lezioni, quanti ragazzi si sono “dispersi” in questi mesi e provvederei a recuperare questi con corsi dedicati nel mese di giugno dopo il 10, giorno di chiusura ufficiale dell’anno scolastico, dopo i 200 gg previsti più o meno da tutte le scuole europee.
La data di chiusura non è sulla base di un vezzo, ne’ delle ferie degli insegnanti che sono previste in termini di giorni uguali a quelle di ogni pubblico dipendente.
Bensì è definita sulla base delle date previste per gli esami di fine ciclo, (nelle superiori e medie), nonché al fine di predisporre i corsi per gli studenti che devo effettuare gli esami di recupero debiti.
Quindi il calendario scolastico prevede tutto questo e se il prof. Draghi dovesse optare per la chiusura dell’anno scolastico al 30 giugno (così come avviene nelle scuole dell’infanzia), mi domando quando potrebbero essere svolti gli esami di Stato.
Forse pensa di sospendere il diritto alle ferie del personale scolastico tutto.?
Non crede che anche gli studenti che hanno fatto il loro dovere, debbano meritare il giusto riposo dopo un altro anno scolastico così difficile?
Attendiamo l’incontro con i sindacati.

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