La Chiesa tra luci (Terrasanta) ed ombre (Spagna)

16 Maggio 2009
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Red

Benedetto XVI ha concluso il suo viaggio in Terrasanta. ”Basta spargimenti di sangue. Basta lotte. Basta terrorismo. Basta guerra”, ha detto il pontefice all’aeroporto, pochi minuti prima della partenza da Tel Aviv, ‘’spezziamo questo circolo vizioso di violenza”. ”Facciamo - ha aggiunto - che la soluzione dei due Stati diventi una realta’, portando speranza alle molte altre regioni che sono colpite dal conflitto” e che ”non rimanga un sogno”. Fugando ogni possibile dubbio, papa Ratzinger si e’ detto ”amico di israeliani e palestinesi”:
”Facciamo si’ - ha detto - che sia universalmente riconosciuto che lo Stato di Israele ha il diritto di esistere e di godere di pace e sicurezza in confini internazionalmente riconosciuti. Facciamo si’ che sia ugualmente riconosciuto che il popolo palestinese ha il diritto a uno Stato sovrano e indipendente, a vivere con dignita’ e lavorare liberamente”. Il pontefice ha poi ricordato il muro d Betlemme come ”una delle visoni piu’ tristi” del viaggio in Medio oriente, pur sottolineando ”come sia difficile il compito” di Israele e della Autorita’ nazionale palestinese”. Prima, pero’, ha ricordato la Shoah: ”questo sconvolgente capitolo della storia - ha detto - non deve mai essere dimenticato o negato”. E ha citato le ”oscure memorie della mia visita di tre anni fa al campo della morte ad Auschwitz, dove cosi’ tanti ebrei - madri, padri, mariti, mogli, fratelli, sorelle, amici - furono brutalmente sterminati sotto un regime ateo che propagandava una ideologia di antisemitismo e odio”.

Bene, dunque Papa Benedetto in Terrasanta. Male, anzi malissimo, invece i suoi rappresentanti in Spagna, dove si scagliano contro Zapatero.
Sentite perché.
Il governo monocolore socialista di José Luis Zapatero ha dato via libera al disegno di legge di riforma dell’aborto contro il quale si sono schierati duramente i vescovi spagnoli e le associazioni pro vita. L’esecutivo ha approvato in lettura preliminare il disegno di legge preparato dal ministro dell’uguaglianza Bibiana Aido, che concede ad ogni donna il diritto di decidere liberamente entro le 14 settimane di gravidanza se abortire o meno. Dalla 14/a alla 22/a settimana l’aborto sarà possibile solo in caso di “grave rischio fisico o psichico” per la salute della donna o di malformazione del feto, constatati da due medici.
Al di là della 22/a settimana l’interruzione di gravidanza potrà intervenire solo in caso di”anomalia incompatibile con la vita” o di “malattia incurabile” del feto, su decisione di una commissione medica. Bibiana Aido ha precisato che l’aborto dovrà essere “libero e gratuito”, e poter essere praticato nelle strutture sanitarie pubbliche. Uno dei punti più duramente contestati del progetto di nuova normativa - che sarà sottoposto prima al consiglio di stato poi al parlamento - è quello che consente anche alle ragazze minorenni, fra i 16 e i 18 anni, la libertà di aborto senza che sia necessario il consenso dei genitori.”Non capisco l’ossessione del governo che le adolescenti possano abortire senza il consenso dei genitori e senza il loro aiuto”, ha protestato la capogruppo del Partido Popular, Soraya Saenz de Santamaria.
E la Conferenza episcopale spagnola (Cee)? Ha lanciato una campagna pubblicitaria contro la riforma, tappezzando la Spagna di manifesti per spiegare che le specie in via di estinzione, come la lince, sono meglio protette degli embrioni. Le associazioni pro-vita hanno convocato il mese scorso una grande manifestazione di protesta a Madrid. “E’ un progetto radicale ed estremista”, ha tuonato Ignacio Arsuaga, presidente dell’associazione “Derecho a Vivir”.
Com’è la situazione attualmente? La vigente legge sull’aborto, del 1985, lo consente solo in tre casi: stupro, malformazione del feto o rischio psicofisico per la salute della donna (senza limiti di tempo). Quest’ultima clausola è invocata nel 98% dei 120 mila casi di aborto praticati ogni anno in Spagna, con in alcuni casi interventi praticati fino ai sette mesi in cliniche private di Madrid e Barcellona.

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