Il governo parla d’altro, ma vuole colpire la libertà di riunione

2 Novembre 2022
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Andrea Pubusa

L’altro giorno, a caldo, abbiamo scritto un post, manifestando forte preoccupazione sulle misure del ministro degli interni sul rave di Modena. Abbiamo colto nelle parole del Viminale e del governo pulsioni ed umori anticostituzionali, precisamente contro la libertà di riunione e abbiamo tratto spunto per richiamare il dettato della Carta su questa libertà da annoverare fra quelle fondamentali e inviolabili di cui all’art. 2.
Cos’e’ il rave party, ci siamo chiesti? E’ un raduno, una riunione di molte persone. Art 17 Cost. Anzitutto le riunioni in Italia non necessitano di alcuna autorizzazione. Mai. Non esistono liberta’ autorizzate. Il concetto di autorizzazione contraddice quello di liberta’. La Carta prevede solo un preavviso per le riunioni in luogo pubblico e lo richiede perche’ le forze dell’ordine garantiscano lo svolgimento della riunione o manifestazione in luoghi di pubblico transito, vie, piazze dove si esercitano altri diritti costituzionali, come quello di circolazione.Nei locali aperti al pubblico (cinema, capannoni ecc.) non ci vuole neanche il preavviso perche’ sono luoghi chiusi al transito. Il rave di Modena, dunque, poteva svolgersi  liberamente senza alcun preavviso. Non c’è limite numerico ai partecipanti, devono svolgerso pacificamente e senza armi, quindi è illegittimo costituzionalmente l’apposizione del limite di 40 partecipanti. Dalle cose sequestrate si evince poi che si tratta di strumenti per diffondere e amplificare la musica, e questi non sono certo armi, anzi sono mezzi che favoriscono la socializzazione. Ragionevolmente si possono prvedere misure volte a tutelare i cittadini dal rumore dopo certi orari o sotto il profilo del volume.  E’ un problema che si pone anche per certi esercizzi pubblici o per le discoteche. Al mare da me frequentato chiudono alle 6 del mattino, senza abbassare il volume. A me sembra un eccesso, a cui si può porre rimedio  regolando o orario o volume.  Non sarebbe irragionevole neanche imporre ai titolari degli esercizi obblighi di pulizia di bottiglie o lattine o cartacce di cui vengono riempiti gli aspazi pubblici circostanti.
Altra cosa e’ la sicurezza. Si e’ detto che lo stabile di Modena  e’ pericolante. Se e’ cosi’, certo esiste in capo alle autorita’ competenti un dovere di proteggere la sicurezza e l’incolumita’, ma si versa in una situazione differente, in cui la liberta’ di riunione non c’entra, e non puo’ dirsi che l’incontro e’ illegittimo o illecito. Anzi dev’essere subito e preliminarmente chiarito che la libertà di riunione è salva e sacrosanta.
Invece da parte di esponenti del governo si fa volutamente confusione con le questioni della sicurezza connesse alla fatiscenza del locale e alla tutela dei tirolari dei luoghi contro l’abusiva invasione e occupazione di estraneì.  Peraltro l’ordinamento già annovera disposizioni a tutela di questi interessi. Non c’è bisogno di altri interventi, come invece fa il governo col suo decreto d’urgenza, esponenndosi ad una critica quasi ananime del mondo giuridico, compreso il vertice del Foro. La questione è così chiara per chi conosca e voglia applicare la Costituzione da non meritare discussione. Se, a causa della fatiscenza del locale, c’è reale pericolo alla sicurezza e incolumita’ dei partecipanti, l’invito a lasciare la struttura non ha nulla a che vedere con la legittimita’ costituzionale della riunione. Analogamente, se l’occupazione della locale o del luogo in cui si svolge la riunione avviene senza il consenso del proprietario. Anche in questo caso si pongono questioni che esulamo dalla liberta’ di riunione. Bisogna tener conto anche delle consuetudini e dei luoghi. Ad esempio, le occupazioni studentesche degli istituti. Sono espressione di democrazia, e quando i presidi e le forze dell’ordine sono state ragionevoli e dialoganti, si sono svolte senza critcità, costituendo anzi per i ragazzi una bella, e talora la prima, esperienza di partecipazione a eventi in cui si discute della cosa pubblica: la scuola, il diritto allo studio, la Costituzione.  Sono molto formative, certo di pù delle lezioni che si perdono e che si possono comunque recuperare nel resto dell’anno scolastico. Analogamente, l’uso o lo spaccio di droghe ha norme repressive specifiche. Si applicano anche nei rave, ma non investono l’intera riunione, perché sono una minimissima parte gli spacciatori o gli assuntori di droghe. Anche nelle manifestazioni politivhe, se qualcuno porta armi, lo si disarma o lo si allontana, ma chi sfila pacificamente continua a farlo senza i facinorosi.
Abbiamo sperato si trattasse di questo. Il decreto del governo non solo non ha chiarito, ma ha confermato che si parla d’altro per comprimere la libertà di riunione, alimentando tensioni e discussioni e svelando che questo governo sta avviando una sperimentazione. Non si azzarda per ora a proporre modifiche della Costituzione e di leggi importanti, ma - a quadro normativo invariato, a bocce apparentemente ferme - ne limita l’applicazione. Come per la legge sull’aborto. La Meloni ha assicurato che non verrà toccata la 194, ma conta in via amministrativa di comprimere la libertà delle donne, rendendo estremamente difficoltoso l’esercizio di questo diritto. Le forze democratiche devono prepararsi ad un’opposizzione attenta, senza sconti, ricorrendo non solo ad una ferma azione di contrasto in parlamento, ma ad un’ampia mobilitazione popolare. A ben vedere, la destra non ha vinto le elezioni per un consenso al suo programma; l’esito elettorale  iù che altro è un dono, frutto dell’insipienza e dell’autolesionismo del centrosinistra. Una opposizione forte e vincente è possibile.

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