ANPI: manifestazione sotto la casa natale di Mussolini, per ricordare la cacciata dei nazifascisti dal paese, avvenuta il 28 ottobre 1944

1 Novembre 2022
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Red

In tutta Italia l’ANPI ha organizzato dibattiti, cortei, sit-in antifascisti nell’anniversario della Marcia su Roma. Particoralmente significativa la manifestazione popolare a Predappio, paese natale di Mussolini, dove viene ricordata la cacciata dei nazifascisti, avvenuta il 28 ottobre del 1944.

Il corteo per la Liberazione di Predappio

Circa due mila le persone giunte in gran parte dall’Emilia-Romagna, ma anche da più lontano come Milano ed Ancona. Erano 12 i pullman dei partecipanti. L’occasione ufficiale della manifestazione era la Liberazione del paese, che avvenne il 28 ottobre 1944 per mano dei partigiani dell’VIII Garibaldi e dei soldati polacchi, una data anch’essa simbolica: infatti, per l’ingresso degli alleati nel paese natale del Duce si scelse la stessa data che proprio 22 anni prima segnò la sua ascesa al potere. Tanto che la cacciata dei tedeschi da Predappio ebbe risalto all’epoca anche sui giornali stranieri. Un simbolismo di Predappio che perdura ormai da un secolo.

Il mancato patrocinio del Comune

La manifestazione non ha avuto il patrocinio del Comune di Predappio, guidato dal sindaco di centro-destra Roberto Canali ufficialmente per motivi di viabilità, in quanto è stata chiusa dalle 14,30 fino alle 16 circa la principale strada di attraversamento del paese, viale Matteotti, ma i disagi alla circolazione sono stati scarsi, anche perché una volta che i manifestanti si sono raggruppati nell’emiciclo di piazza Garibaldi, quello che si apre alla salita per la casa natale di Mussolini, la strada è stata riaperta.

L’Anpi: “Non medieremo mai sulla nostra diversità dai fascisti”

L’Anpi, nell’intervento finale del membro della segreteria nazionale Vincenzo Calò, ha quindi riaffermato i suoi principi e rivendicato la sua attualità: “Siamo l’unico vero presidio per la salvaguardia della democrazia e della Costituzione in questo Paese”, perché “c’è ancora una cultura fascista”. Quindi si scaglia contro quella che considera una “metamorfosi linguistica per modificare la realtà” con l’utilizzo di ‘nazione’ al posto di ‘Paese’ e del termine di ‘patrioti’ da parte della leader di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni. Rivendica quindi la differenza “tra chi si è battuto per i valori della Costituzione e chi per altri valori, non sono la stessa cosa, è l’unica diversità su cui non medieremo mai, al di là di ogni banalizzazione del fascismo”. Poi venendo all’attualità arrivano una serie di no: no al presidenzialismo, no all’autonomia differenziata delle Regioni e no alla guerra in Ucraina.

Fischi all’indirizzo del Comune, quando il presidente della Provincia Enzo Lattuca ha stigmatizzato l’assenza del sindaco (“Un’occasione persa, non abbiamo bisogno di queste ambiguità”, ha detto), il corteo si è snodato tra musica, letture e interventi. Numerose le tv presenti, anche straniere. Non sono mancate le polemiche nei confronti della nuova premier Giorgia Meloni. “Se si trova su quello scranno oggi è per la democrazia che hanno conquistato i partigiani”, dice Ivan Pedretti, segretario del sindacato dei pensionati Spi-Cgil. “La Resistenza ci ha regalato la libertà”, sempre Pedretti che poi ha invitato al pugno chiuso e ha ricordato come l’inizio del fascismo fu segnato dall’attacco di squadristi alle Camere del lavoro. “Lo stesso attacco di chi ha assalito lo scorso anno la sede della Cgil nazionale, ma noi risponderemo colpo su colpo, perché la democrazia va difesa”, sempre Pedretti.

Per evitare la tensione, poi, quando il corteo è sfilato davanti al negozio di gadget fascisti ‘Predappio Tricolore’, è stato chiuso volontariamente dal titolare proprio. Un cordone di poliziotti in borghese e dello stesso servizio d’ordine del corteo ha allontanato i contestatori senza  alcuna difficoltà, in una manifestazione comunque abbondantemente presidiata da polizia e carabinieri e senza alcun problema di ordine pubblico.

In piazza Garibaldi Luigi Lolli, il segretario dell’Anpi di Predappio (sezione che conta 40 iscritti) ha quindi smontato il mito di una Predappio salvaguardata dalle atrocità dei tedeschi perché paese del Duce, ricordando la famiglia Scala che venne rastrellata e uccisa come rappresaglia per la morte di un soldato tedesco, così come la fucilazione di due giovani ventenni. Trasmette quindi ai presenti il monito lasciatogli in eredità dal padre partigiano: “Guai a fare, dopo la fine della guerra, quello che fecero loro con i loro attacchi squadristi, mai far circolare l’odio”. Al Comune di Predappio quindi la richiesta di intitolare una strada a Giuseppe Ferlini, capo partigiano del paese romagnolo.Tra i presenti nel corteo c’erano Emma Pettitti, presidente dell’Assemblea legislativa dell’Emilia-Romagna; Enzo Lattuca, presidente della Provincia di Forlì-Cesena, diversi sindaci del territorio come Daniele Valbonesi (Santa Sofia), Elisa Deo (Galeata), Matteo Gozzoli (Cesenatico), Gessica Allegni (Bertinoro) e diversi altri. Presente anche il senatore del M5S Marco Croatti, unico parlamentare. A sfilare anche alcuni ex sindaci, da Paolo Lucchi (Cesena), Davide Drei (Forlì) e Giorgio Frassineti (Predappio). Nel corteo tante bandiere della Cgil, ma anche di Pd, dei partiti che si rifanno al comunismo, dell’Arcigay e bandiere arcobaleno della pace.

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