Sardegna: per un nuovo Statuto speciale

8 Aprile 2024
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La politica regionale offre uno spettacolo misero. Il governo uscente si è caratterizzato per deteriori tatticismi, senza alcuno slancio propositivo. Occorre tornare ad una stagione propositiva e programmatica. In questa direzione, la Scuola di cultura politica Francesco Cocco organizza in data 18 aprile 2024 un Convegno di studio,
analisi e proposte dal titolo:
Sardegna, per un nuovo Statuto speciale
Idee, progetti e possibili processi di autogoverno
Proposte sviluppate da ricercatori, giuristi, politici e professionisti su Statuto, Energia,
Governo del territorio, Urbanistica, Ambiente, Paesaggio e Trasporti
Sintesi dei contenuti
I riferimenti ideali tra federalismo e autogoverno si rifanno ai grandi protagonisti e pensatori della storia
politica e culturale sarda e nazionale come Angioy, Tuveri, Asproni, Mazzini, Cattaneo, Gramsci, Bellieni,
Lussu, Simon Mossa, Melis e i movimenti politici popolari, identitari, etno-culturali e indipendentisti attivi
in Sardegna dagli anni ‘70 ai giorni nostri.
Lo Statuto di autonomia speciale e le sei materie su indicate saranno affrontate dai seguenti 5 punti di vista:
politico, tecnico-scientifico, giuridico-costituzionale, economico-occupazionale e finanziario, fiscale e
tributario.
L’analisi e le proposte operative nascono da personalità dei vari mondi dell’economia, dell’impresa,
dell’università, della scuola, delle professioni, del sindacato e della cultura operanti in Sardegna. Sono
invitati costituzionalisti e giuristi, pianificatori territoriali e urbanisti, filosofi, economisti, ingegneri,
politici, tributaristi, esperti di sistemi energetici, esperti di risorse finanziarie e federalismo fiscale.
Posto che le materie che la Costituzione enumera come “concorrenti” sono fonte di confusione e continui
contenziosi, la prima questione da porre nel rapporto Regione/Stato, e questo vale per ogni regione italiana,
riguarda l’individuazione delle materie di stretta competenza regionale (senza nessuna intromissione dello
Stato centrale) e quelle di competenza statale.
Al riguardo, tra diverse altre, sicuramente la sanità e l’istruzione dovrebbero essere di competenza statale, da
gestire a amministrare però sulla base di Livelli Uniformi delle Prestazioni e non di Livelli Essenziali delle
Prestazioni che per natura tendono inesorabilmente verso il basso e pregiudicano la vivibilità dignitosa di tut-
te le periferie del nostro paese, ivi comprese le regioni del Sud e delle isole.
A completamento di questo assunto, lo Stato per garantire i diritti di cittadinanza, si intende tutti i diritti,
deve essere dotato di un fondo perequativo adeguato al fine di poter riequilibrare le prestazioni di tutti i ser-
vizi di sua pertinenza ad ogni latitudine, compresi tutti i territori della nostra isola, con una redistribuzione
delle risorse economiche e finanziarie mirate a colmare i “gap” tra regioni.
Alcuni temi caratterizzano specificatamente la Sardegna e ci si chiede: sui trasporti e sull’energia decide lo
Stato o la Regione come rappresentante della sovranità popolare sarda? E sulla lingua e la cultura sarda? E
sull’ambiente e sul Paesaggio? E sul governo del territorio e le servitù militari?
Tutte domande, come si vede, centrali già nell’esperienza degli ultimi decenni della nostra storia politica e
culturale ed oggi più vive che mai perché si tratta di domande ancora prive di risposta e di programmi di go-
verno regionale adeguati almeno per l’individuazione di possibili percorsi di autogoverno da avviare.

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