Mobilitiamoci per la libertà e la democrazia

12 Marzo 2010
1 Commento


Giuseppe Mura

Ho ragione di pensare che anche alcune/i di voi, come me, vivono da
alcuni mesi in una situazione di spaesamento allucinato dovuto a due
motivi, tra loro complementari:

1. Da un lato il constatare l’accelerazione che la costruzione del
regime (come altro chiamarlo), che felicemente Michelangelo Bovero
ha definito “/fascismo post-moderno/”, ha avuto negli ultimi
tempi. E non credo sia necessario elencare le tappe di questo
processo, di cui la legge che ha smantellato l’art. 18 e gli
ultimi diritti dei lavoratori e il decreto cosiddetto /ad listam/
non sono che gli ultimi esempi.
2. Dall’altro lato la constatazione, dolorosa, dell’inadeguatezza
della risposta delle opposizioni, soprattutto quella politica, ma
anche quella sociale e culturale, con la lodevole e generosa
eccezione del movimento del popolo viola (pur con i suoi limiti).

Questo spaesamento si manifesta anche con il senso di impotenza che mi
(ci?) assale nel constatare che quando ancora si sta cercando di
costruire una qualche forma di opposizione e contrasto a qualcuno dei
numerosi misfatti di questo governo di destra, autoritario e razzista,
la realtà ci ha già superato, e le emergenze diventano altre, e sempre
più gravi. E sono francamente risibili le posizioni di chi sottovaluta
o, addirittura (come dicono alcuni autorevoli esponenti del PD) che il
governo berlusconi non governerebbe perchè distratto dai suoi problemi
personali: senza rendersi conto che questo governo governa pesantemente,
e le cosiddette leggi ad personam sono non un distrattore ma esse stesse
tappe strategiche nel processo di costruzione del regime.
Condivido perciò pienamente l’appello di Alberto Burgio pubblicato sul
Manifesto del 9 marzo, comprese le conclusioni: ci saranno dopo,
speriamo, le occasioni per dividerci, ora è il tempo della mobilitazione
più ampia e unitaria possibile.
Con due precisazioni:
* la battaglia non può essere più, se mai in passato poteva aver
ragione di essere, contro questo o quel provvedimento: deve essere
una battaglia a tutto campo contro questo governo, contro il
regime che, seppur non ancora ultimato, è sicuramente in uno
stadio molto avanzato di costruzione;
* la mobilitazione non può limitarsi alle manifestazioni di piazza,
ma deve saper articolare e connettere le proteste di piazza con la
battaglia elettorale (da non sottovalutare), la difesa dei beni
pubblici e del lavoro, i diritti civili, l’istruzione e la
ricerca, la cultura e l’informazione, la lotta contro il razzismo
e contro la guerra;
Queste righe non sono per stimolarvi ad un impegno che, sono sicuro, voi
come me già state dispiegando. Ma per fare uno sforzo di riannodare
relazioni e percorsi che negli ultimi tempi hanno un pò sofferto, almeno
così è sembrato a me.
Questa nuova fase della battaglia politica per la libertà e la
democrazia ha bisogno di costruire la più ampia rete di relazioni e di
comunicazione, perché ho il fondato timore che possano presentarsi tempi
ed emergenze ancor più difficili.

1 commento

  • 1 Bomboi Adriano
    12 Marzo 2010 - 16:07

    Se la battaglia elettorale del PD si trasforma in qualche regione in una corsa come UNICO grande partito “in difesa della democrazia”…quella sì che è una deriva autoritarista ed anche ridicola.
    Trovo penosa la sinistra attuale. Un Berlinguer non sarebbe mai scaduto a questo livello ma avrebbe posto con forza al governo Berlusconi la necessità di rinviare le elezioni senza ricorrere al Quirinale.

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