Presidente Milia, per vincere dobbiamo portare il fuoco

9 Settembre 2010
2 Commenti


Giulio Lobina

Giulio Lobina ci invia questa lettera aperta al Presidente della Provincia di Cagliari, Graziano Milia, che volentieri pubblichiamo. 

Carissimo Presidente,

mi soffermo un attimo su un passo della introduzione al suo libro, perchè vorrei porle una riflessione molto breve. Una riflessione che sa un po’ di domanda alla quale non so se saprà dare risposta, nè la pretendo perchè mi aspetto di leggerla tra queste pagine. Il passo è il fulcro sul quale ruota il testo. O meglio, l’obiettivo che si pone, da politico: “il politico dovrebbe saper leggere lo Spirito del tempo. Se la politica si ferma a prevedere cosa può accadere, pensa al futuro; se invece si spinge fino a determinare che cosa dovrà accadere, allora pensa IL futuro”.
Mi dica: il PD di oggi, quello di Bersani che ha paura di andare a elezioni perchè può perdere ora, o quello della Bindi che cerca l’alleanza con FINI, o ancora il ricercare continuamente la vicinanza di Casini, che una volta va a destra un’altra a sinistra, non significa forse pensare AL futuro? Cioè fermarsi all’idea di vincere le elezioni, prevedendo cosa può accadere, senza volersi spingere fino a determinare cosa dovrà accadere?
Chi capisce lo Spirito del Tempo vuole un GOVERNO DEL PAESE CON UN PROGRAMMA DI CENTRO SINISTRA condiviso dalle forze di centro sinistra. Oggi il PD sa più di “centu concas e centu berrittas”.
L’obiettivo non è, a parer mio vincere le elezioni. L’obiettivo è GOVERNARE il Paese con una forte maggioranza e con idee chiare che possano contribuire a ristabilire un equilibrio dei DIRITTI. Un Programma condiviso, soluzione dei problemi del Paese, utile a breve termine e valido a lungo termine, che abbia alla base l’OCCUPAZIONE in primis. La SICUREZZA, e LO SVILUPPO ECONOMICO. Che utopia oggi questo Sviluppo economico. Siamo in stallo. Immobili in una Europa che cambia, che cresce, che si arricchisce di immigrati. Un’Europa multietnica e pluralista alla Sartori che non ci aspetta. “Abbiam fatto l’Europa, facciamo anche l’Italia”, diceva Gaber.
Lo Sviluppo economico, nonostante i richiami del Presidente della Repubblica, ancora oggi, a livello Nazionale non ha neppure un ministro. Però si sente parlare di incontri al colle per chiedere le Dimissioni di un Presidente della Camera, come se Napolitano avesse il potere di “squalificare” un’altra carica dello Stato. E il bello è che il Presidente Berlusconi ha anche una laurea in Giurisprudenza (se non sbaglio). Studiasse un pochino la Costituzione, anzichè inventarsela!
Troppe riunioni a palazzo Grazioli per decidere le sorti del PDL e poche, nei luoghi della Democrazia, per pensare il futuro dell’Italia. Non mi meraviglia questo. Il centro-destra al Governo infatti non ha fatto altro che prendere decisioni personalistiche per salvare quello o quell’altro da un processo. E di quel centro destra, per quanto ora con un nome diverso, FLI, fa parte ancora FINI al quale si sta offrendo un’alleanza.
Questo è il RIFORMISMO DEL PD? Un PD che pensa al futuro, anzichè pensare IL FUTURO è decisamente povero. Povero di identità e di dignità. Perchè nessun ex comunista o ex democristiano accetterebbe un’alleanza con un ex fascista. Il “mini compromesso” è già scomodo “in casa” figuriamoci laddove si hanno idee completamente diverse. Fini non è di sinistra.
L’apparenza e la vanità dell’apparire oggi (giusto per citare qualche passo ancora del suo libro) sono ben diverse dall’aver qualcosa di sostanziale da dire. Che poi, a parlare siam bravi tutti…a FARE qualcosa invece, a quanto pare NO. Un partito riformista come il suo deve guardare al di là di una alleanza per vincere le elezioni. Deve guardare alle alleanze per GOVERNARE. E chi vince le elezioni non sempre governa. Abbiamo un esempio anche in questo governo Berlusconi. Non sta governando il Paese, ma sta gestendo i suoi problemi. I suoi di lui, dell’uomo Silvio.
L’Italia ha bisogno del PD. Ma non solo. Ha bisogno di Vendola e Di Pietro, di Ferrero e di quanti sono di sinistra e si comportano come uomini di sinistra nei fatti. Ha bisogno delle forze della sinistra unite. Ha bisogno di risvegliare le coscienze della gente. Ha bisogno di combattere persino le correnti organizzate nei e dei partiti…vedi D’Alema…ha bisogno di Primarie e di partecipazione, ha bisogno di quel “fermento dal basso” che è speranza dei e per i cittadini. Fini non è un esempio di “fermento dal basso”. Creare un partito da “presidente della camera”, portando nel partito i suoi parlamentari, non significa certo pensare alla gente comune. E’ solo un rimpianto. Tornare indietro ad Alleanza Nazionale cambiando nome.
Il popolo di sinistra non vuole alleanze con la destra o con le destre. I cittadini che credono nei partiti come strumento di democrazia e non nei partiti come scialuppa di salvataggio di un Governo che sta affondando, non vogliono questo. La gente comune è stufa di questi giochi di potere e quel disamore per qualsiasi elezione politica anche in seno all’Europa di cui lei stesso ha parlato nella presentazione del suo libro a Cagliari, non è ciò che può far crescere il desiderio di credere nella politica.
E quando qualcuno grida FUORI LA MAFIA DALLO STATO anche davanti al Presidente del Senato è da comprendere, non da maledire o rimproverare. Il popolo non è un blasfemo o un bambino. Il popolo è sovrano. E va ascoltato. Perchè assistiamo anche e ancora a morti di esponenti politici difensori della legalità, freddati dalla mafia. Ai racconti di un fratello che dice: “Ha parlato di forze dell’ordine colluse, ma l’hanno lasciato solo”. Bisogna combattere.
Presidente, per cavarcela dobbiamo portare il fuoco.

2 commenti

  • 1 admin
    12 Settembre 2010 - 05:35

    Giulio, parole sante, ma non capisco perché le abbia rivolte a Graziano che si sta rivelando giorno dopo giorno sempre meno adatto ad incarnare qualsiasi speranza per un PD migliore.
    Jan Lai

  • 2 Giulio Lobina
    13 Settembre 2010 - 13:40

    Perchè lui è il Presidente della Provincia. Perchè il suo libro PENSARE IL FUTURO è un’ottima riflessione su ciò che il PD non è o non è mai stato. Ne narra i buoni propositi con cui è nato. Poi offre una critica al “doppio riformismo”, concludendo che non è riuscito ad essere novità rispetto alle vecchie identità.

    E’ un PD che, sai bene, io non ho certo supportato in campagna elettorale. Un PD che però ha trainato tutta la sinistra tranne l’Italia dei Valori.

    Oggi Milia è il Presidente anche mio, Jan e mi piace pensare che possa fare qualcosa per migliorare un PD che purtroppo non sa che pesci pigliare. Vedasi la Bindi che chiama Fini. Et alia…

    Visto che “la base” del PD non riesce a ribellarsi a certi personalismi, magari chi rappresenta in Provincia quel PD e quella coalizione di centro sinistra può cambiare qualcosa. Magari.

    Jan, dobbiamo portare il fuoco. Unire e non dividere. Dobbiamo ardere di desiderio di Democrazia. E’ questo che manca oggi: il desiderio di Democrazia.

    Un abbraccio, Giulio

Lascia un commento