Torres sta a Toni come Zapatero a Berlusconi

14 Luglio 2008
1 Commento


Andrea Pubusa

Non giudicatemi superficiale, ma in me la Fondaciòn Ideas di Zapatero evoca quel guizzo impossibile di Torres che ha regalato agli spagnoli il titolo europeo. Il tocco lieve e ironico con cui la punta iberica ha beffato il possente portiere tedesco è il gesto di coraggio di chi con le idee ricerca il futuro. Ed il salto dello statuario terzino teutonico? Non è la grande fiducia, quasi temeraria ma insieme molto razionale, con cui i socialisti spagnoli cercano soluzioni e infondono nuove speranze? E la spinta di Innesta, la forza tranquilla di Senna e i guizzi di Fabregas? Un mix di volontà, saggezza e coraggio che il progetto di fondare esplicitamente la società sulla libertà contiene in sé, mettendolo però a disposizione di tutti. Ma forse nessuno meglio di Sergio Ramos, col suo incessante difendere e attaccare, rappresenta il programma socialista spagnolo: consolidare e proteggere le conquiste e, con creatività, vigore e coraggio, fare incursioni in avanti per scompaginare le fila avversarie, per aprire varchi dove far passare nuovi diritti. I come Igalidad, D come diritti, E come ecologia, A come azione, S come solidarietà. I.D.E.A.S., ecco gli obiettivi del socialismo spagnolo, che non sulla sua storia, pur gloriosa, ma nel reinvestimento coraggioso di essa, costruisce il proprio avvenire. E ha orgoglio del proprio essere socialisti, tant’è che mantiene un nome ottocentesco, senza che questo sia un peso alla propria azione: Partito socialista operaio spagnolo – PSOE.

E l’Italia invece? Toni rappresenta la stagnazione delle idee, la mancanza di fantasia che non buca. L’insistenza nel tenerlo in campo anche se non è in forma, evidenzia la cocciutaggine di chi cerca nel passato le soluzioni, l’assenza di coraggio; la rinuncia a Borrielo, il timore del nuovo. Gli errori di Di Natale e De Rossi la preoccupazione che attanaglia il Paese, Barzagli, subito uscito di scena, la Sinistra Arcobaleno. Certo c’è anche il Paese: il mondo operaio, semplice ed operoso (Chiellini), la fantasia (Cassano, Del Piero) compressa dall’inconcludenza altrui (ancora Toni), la buona volontà e l’impegno di tanta gente normale (Grosso e Panucci), le impotenti eccellenze (Buffon). L’insieme è triste e cupo, immagine di un Paese che si rintana nella repressione e nella compressione dei diritti dei più in favore dei privilegi di pochi. Ed è senza alternative (Veltroni).

Insomma, fra la Spagna e l’Italia corre la differenza che esiste fra chi crea la Fondacòn Ideas e chi scheda, militarizza e autoassolve se stesso e il suo ceto.. La differenza fra la fantasia e l’angoscia.

1 commento

  • 1 Gianluca S.
    11 Luglio 2008 - 08:05

    Ottimo Andrea e calzante anche il paragone calcistico (vedere anche l’età media della Nazionale spagnola e confrontarla con quella italiana).

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