Scuola: ecco come il Comune di Cagliari aiuta le private

17 Giugno 2011
3 Commenti


Rosamaria Maggio - CIDI Cagliari

Non ci sono solo i baretti del Poetto dove rilassarsi bevendo un birroncino. Fra i problemi del nuovo Sindaco c’è anche la scuola. Gli edifici scolastici pubblici sono beni comuni? E può il Comune dare i beni comuni. gli edifici scolastici, a imprenditori privati scolastici per far profitti? Costoro devono quantomeno pagare un canone di mercato.  Lo pagano? E, in mancanza, gli amministratori incorrono in responsabilità per danno erariale? Come si vede, la questione involge temi di grande attualità politica oggi, a cui Massimo Zedda deve rispondere subito nel segno delle aspettative del popolo dei beni comuni, che lo ha eletto.
Sul piano giudiziario la vicenda richiede un chiarimento e porta dritti a via Angius, alla Procura della Corte dei Conti. Per verificare che tutto sia in regola o per chiedere il risarcimento del danno erariale, se c’è, a chi di dovere.
Ma ecco una ricostruzione della vicenda dalla parte della scuola pubblica.

Chi ricorda a Cagliari l’Istituto Galileo Galilei? E la Scuola Verbum?
La prima è nota in città per essere stata una scuola di recupero anni di studio per quegli studenti che non accettando il giudizio della scuola pubblica, potevano, pagando, saltare qualche anno scolastico e recuperare il tempo perduto.
Ora è una scuola paritaria ed ha due indirizzi di studio: amministrazione, finanza e marketing, costruzioni, ambiente e territorio per il settore tecnologico ed il liceo scientifico secondo il nuovo ordinamento.
La scuola Verbum, nata come Scuola per interpreti e traduttori (DM 31.10.96), è ora una Scuola Superiore per mediatori linguistici abilitata a rilasciare titoli di studio universitari e cioè lauree triennali in seguito al Decreto Dir. 31.07.2003 rilasciato dal Ministero dell’Università.
La cosa che però salta agli occhi è che, nelle ultime settimane del suo mandato, il Sindaco Floris e l’Assessore alle politiche sociali abbiano inaugurato in pompa magna il “Nuovo Polo per lo sviluppo di una didattica innovativa e laboratoriale” con sede in via Abruzzi, 10.
Approfondendo la notizia si scopre che la precedente amministrazione ha assegnato, dopo una ristrutturazione, la ex scuola media Alagon, chiusa per dimensionamento scolastico, a due soggetti privati che non fanno altro che portare avanti quello che hanno sempre fatto, ma questa volta lo fanno utilizzando un bene pubblico che per sua destinazione dovrebbe essere assegnato alle scuole dell’infanzia, primarie o secondarie dello Stato o del Comune. Il tutto farcito da un presunto progetto sulla innovazione didattica e contro la dispersione.
Anche in questo modo si può finanziare indirettamente il privato che in questo caso non ha così bisogno di affrontare una spesa così’ ingente come quella dei locali da destinare ad una scuola ed anche può sperare nel contributo del Comune per raccogliere clienti-studenti in una zona della città ove sicuramente le difficoltà economiche sono tante, ma con il contributo del Comune si può preferire la scuola privata a quella pubblica.
Alla faccia dell’art.33 della Costituzione che stabilisce che “enti e privati possano istituire scuole ed istituti di educazione, ”senza oneri per lo Stato”!!!
Da oggi ci rincuora sapere che le amministrazioni di Comuni e Province dovranno individuare le scuole non utilizzate per far fronte alle conseguenze della Sentenza del Consiglio di Stato che ha confermato la Sentenza del Tar del Lazio in favore del Codacons e che impone al MIUR l’emanazione del Piano di riqualificazione di edilizia scolastica contro “le classi pollaio”.
Chissà che almeno questo serva a rimettere al centro dell’interesse generale la scuola pubblica, gli studenti, l’obbligo scolastico, il diritto di tutti e di ciascuno all’istruzione!

3 commenti

  • 1 Marilisa Zaccheddu
    17 Giugno 2011 - 23:57

    Pagano costoro? e quanto pagano? e ,anche se pagassero un prezzo di mercato, cui prodest? non certo agli alunni della scuola pubblica stipati in aule stile “stia” o aulette coraniche mediorientali. Poiche’ la scuola pubblica non ha un fine di lucro, ma funzionale al pubblico benessere, questa operazione è invero un po’ bislacca……

  • 2 Rita Sanna
    18 Giugno 2011 - 13:09

    Grazie, Rosa, per aver diffuso le informazioni sugli ultimi colpi di coda dei caimanini nostrani. Coraggio , Massimo, sforna questi benedetti assessori e fatevi valere.

  • 3 nenne onnis
    19 Giugno 2011 - 19:51

    La vergogna delle pseudo-scuole che si aggiungono a quelle ‘private’ sono state il fiore all’occhiello di molte giunte precedenti ma, non dimentichiamocelo, direttamente vigilate dall’occhio del “grande fratello MIUR”-Moratti-Gelmini-Berlusca- per aggiudicare loro il nuovo onore e il riconoscimento ( private- parificate-legalmente riconosciute….)

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