C’era d’estate in America

13 Novembre 2011
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Rosamaria Maggio



Pubblichiamo volentieri questi appunti  di viaggio estivo negli USA, personali, ma che inducono a riflessioni più regerali.

Arrivo a Nyc in una bella sera di luglio.
Randy, la mia amica americana, mi viene a prendere in aeroporto ed inizia così’ la mia avventura.
Lei insegna arte alla scuola internazionale dell’Onu ed è una pittrice.
In questo periodo la sua ricerca artistica è concentrata sulla studio delle giostre di legno .
Le chiedo perchè, lei mi dice che i primi immigrati ebrei si mantenevano intagliando i cavalli di legno per le giostre.
Il suo è un omaggio ai Ghost jews!
Con lei la scoperta della Grande Mela è diversa.
Non mi sento una turista ma ho la sensazione di essere una di loro.
Scopro la città girandola in bicicletta da Battery Park attraverso Hudson River, passando per Riverside Park fino a Washington Bridge (125 th street) o consumando un frugale lunch come i neworchesi, in una delle tante piazze attrezzate di tavolini.
Il grande mercato all’aperto di Union Square ti fa scoprire che anche nella grande metropoli la gente cerca di tornare alla natura , alle cose genuine.
Lì’ si possono comprare le verdure fresche senza additivi, le uova, la carne, il pesce, il pane. I contadini arrivano dalle fattorie a giorni alterni e capisci che anche lì si fanno i conti con il cibo globalizzato, il cibo spazzatura, e si difonde un nuovo modo di rapportarsi alla natura.
Forse non è poi così’ vero che lo stile di vita degli americani non si può contrattare!!
Piove spesso ma non rinuncio a scoprire la città.
Non rinuncio ad un bagno a Manhattan beach, a Coney Island, dove vive una comunità russa piuttosto consistente.
I negozi hanno le scritte in russo ed i prodotti sono rigorosamente russi: compro una bottiglina d’acqua e scopro che …viene dagli Urali!
Non rinuncio ad un bagno nell’Oceano a Fire Island, rifugio dorato di molti ricchi neworchesi!!
Prendo il treno e poi il traghetto e si parte!
Ad attenderci troveremo amici che ci ospitano nella loro casa con annessa barca attraccata …alla veranda!!!
Le case sono in legno, in stile vittoriano, la spiaggia è immensa e bianchissima, l’Oceano è l’Oceano!!
Ripartiamo in serata ed ecco la prima sorpresa: un acquazzone si trasforma in nubifragio e scopro che la circolazione dei treni viene interrotta.
Anche nella tecnologica America, un acquazzone può cambiarti i programmi!
Ci vorranno 3 ore di bus per percorrere un tratto che in treno si copre in un’ora.
Il traffico è impazzito e la gente dice che è un fatto eccezionale!!
Nei giorni successivi non posso rinunciare ad uno spettacolo a Braodway.
Opto per Hair e mi immergo in questa atmosfera da anni ‘70.
Il Teatro è pieno, è così’ da anni tutti i giorni. E’ molto bello e penso che sia anche molto trasgressivo se riportato a 40 anni fa!
Spesso Randy ed io, andiamo a cena in qualche localino e mangiamo al bancone.
E’ molto caratteristico questo modo di mangiare che favorisce il dialogo con i vicini.
Si chiacchiera, si conosce gente in assoluta tranquillità ed il clima è molto accogliente.
Una sera decidiamo di andare in Central Park dove vi è un concerto celebrativo di un grande cantante e poeta: Shel Silverstein, autore di testi musicali e di libri per bambini, della colonna musicale di Thelma e Luise, di Cartoline dall’inferno, di racconti come The giving tree (L’albero-Salani) o della famosa canzone The unicorn!
Ci organizziamo un pic nic perchè si starà seduti per terra e si potrà mangiare qualcosa.
La serata è piovosa, ma la musica scalda il pubblico che segue fino alla fine, canta e balla!
Non mancherà una puntata ad Harlem per una rappresentazione teatrale sul significato dell’arte (The importance of doing art nel Pinpuppets theater ),invitate da una amica di Randy, artista anche lei.
E’ l’occasione per visitare il quartiere che nel nostro immaginario rimane quartiere periferico e degradato ed invece si presenta molto curato e vivibile, ricco di parchi; Randy dice che Clinton fissò il suo quartier generale qui e questo fu per lui un grande bacino di voti; anche questo forse ha contribuito a farne un quartiere come gli altri a Manhattan!
Non mi faccio sfuggire l’occasione di fare una visita alla sede de La Repubblica, al 1450 di Broadway; io d’altra parte sono vicina : sto all’ 840 di Broadway!
Scopro Manhattan anche seguendo l’ultimo libro di Federico Rampini (Occidente Estremo-Mondadori) che dell’America se ne intende e ci svela a volte cose che all’occhio del turista sfuggono.
Ad esempio noto, su suo suggerimento, che la grande potenza ha ancora i cavi elettrivi penzolanti! Questo influirà, al passaggio dell’uragano Irene , sulla capacità della città di fornire energia elettrica: infatti ben 4 milioni di persone nell’hinterland rimarranno per giorni senza luce.
Vado in redazione a cercarlo per invitarlo a Cagliari a parlare con noi di “Istruzione e sviluppo economico” : accetta!!!
La città comunque comincia a far emergere qua e là quei movimenti di protesta che in questi giorni si stanno ingrossando e stanno manifestando tutta la sofferenza e la difficoltà che gli americani affrontano da qualche anno: gli homeless, con il loro motto “It’s a housing crisis, not a homeless crisis”,”Don’t talk about us -Talk with us”! E poi i disoccupati a City Hall (Il Municipio) o i lavoratori della Verizon (una delle più diffuse compagnie telefoniche ), che temono i licenziamenti!
La prima parte del mio viaggio in America ed a Nyc si conclude (tornerò dopo l’uragano per un giorno, prima di ripartire per l’Italia).
Proseguo per Washington con un bus, mezzo popolare ed economico con il quale raggiungo la City delle istituzioni in circa 3 ore.
La città mi appare nella sua maestosità dei palazzi delle istituzioni, immensi e candidi:il Capitol hill, la Casa Bianca, il mausoleo a Lincoln, la Federal Reserve: tutti simboli del potere dell’Impero che troneggiano nei loro siti, ma che noi possediamo nel nostro immaginario collettivo per averli visti per decenni nel nostro casalingo schermo!!
Ho la fortuna di disporre di un miniappartamento messomi a disposizione da cari amici americani, nella esclusiva EAST Capitol Hill, ed ogni mattina quando esco per andare a cercare una connessione internet e magari fare colazione in uno “Sturbucks” piuttosto che in un “Le pain quotidien”, il Capittol Hill mi sovrasta quotidinamente con il suo candore e mi sembra che manchi solo che da un momento all’altro appaia Vittorio Zucconi!!!
Ho una amica che mi fa da guida :Kristin; è un avvocato che dopo 15 anni di professione ha deciso di cambiare lavoro e di occuparsi del patrimonio immobiliare di famiglia e di insegnare matematica (una sua passione) come volontaria, nelle scuole dove gli studenti hanno difficoltà di apprendimento.
Questa capacità di reinventarsi nel lavoro e nella vita, è uno dei grandi pregi di questo popolo!
Farò io da guida a Kristin a visitare la Sewall-Belmont House , una sorta di casa della donna.
In questa casa, le donne americane che fondarono il partito nazionale delle donne su iniziativa di Alice Paul ed altre, portarono avanti la battaglia per il diritto di voto e la parità.
Questa casa conserva la storia di questi importanti momenti.
Non potrà mancare oltre alle visite istituzionali (White House-Capitol Hill-musei e Library Congress),una cena nel ristorante dei poeti , dedicato a Langston Hughes , poeta di colore nato nel 1902 nel Missouri e morto nel 1967 e di cui possiamo ricordare alcuni bellissimi versi:
My people

The night is beautiful
so the faces of my people

The stars are beautiful
so the eyes of my people

Beautiful, also, is the sun
Beautiful,also, are the souls of my people

Il mio viaggio prosegue per Philadelphia, sempre in bus, confusa fra loro, in questo paese multiculturale e multietinico.
Sarò ospite di Joan e Dane, e con loro scoprirò un altro modo di essere americani.
Hanno lavorato nel settore turistico per anni e ora si godono la pensione coltivando l’orto nel Community Garden, una bella esperienza che il Comune ha voluto promuovere affidando pezzi di parco fluviale ai cittadini che lo vogliono.
Anche Philadelphia ha delle belle piste ciclabili : una molto bella è quella che ho conosciuto meglio, lungo il fiume Schuylkill !
Sembra che la storia razzista della città e dello Stato della Pennsylvania siano un ricordo: noto che molte persone di colore occupano posti di primo piano come il sindaco Nutter o la Soprintendente scolastica (dimissionaria), Arienne Ackerman.
I miei amici la pensano così’ . Mi dicono che è stata fatta tanta strada. Non tutti però sono d’accordo.
Si nota infatti che le pulizie nelle stazioni, gli/le autisti/e dei bus, i guardbody nei grandi magazzini, sono tutti di colore!!
Incontro Noelle Hanrahan, giornalista radiofonica che da anni lavora con e per Mumia Abu-Jamal e molti come lui che sono vittime di processi viziati da pregiudizi razziali.
Noelle è abituata ad imbattersi in situazioni di violazione dei diritti per motivi razziali e la sua vita è dedicata per lavoro e per convinzione alla denuncia di queste ingiustizie.
Il caso di Mumia, che molti ricorderanno, è emblematico.
Anche Amnnesty International ha denunciato questo caso come un simbolico caso di violazione di diritti fondamentali per motivi razziali.
Lo stesso Mumia, dal carcere, si batte , non per sé, ma per casi simili al suo.
Sembra che ancora debba farsi tanta strada.
In questa città vivrò poi due eventi importanti, insoliti ma anche stressanti, per fortuna con epilogo positivo.
Prima il terremoto, 5.7 della scala Richter, molto panico fra la popolazione, qualche piccolo danno ad alcuni edifici, nessun danno alle persone.
Poi l’uragano Irene. La prevenzione del sindaco Bloomberg a NyC , del sindaco Nutter a Phil, dell’amministrazione Obama, evitereanno il peggio, una seconda New Orleans.
Ma ci saranno comunque 38 morti che in uno spazio così vasto (10 Stati coinvolti) non è tanto, ma comunque stiamo parlando di vite umane e per ognuna di queste famiglie è stata la tragedia dell’”Hurricane Irene”.
Innumerevoli i salvataggi in mare e nei fiumi (Hudson a Nyc , Schuylkill e Delaware a Phil ), tante persone evacuate e per giorni senza energia elettrica.
Dal mio rientro in Italia la situazione economico- finanziaria mondiale si è complicata ed ormai da giorni anche gli “Indignati “ americani sono scesi in piazza.
Union Square e Wall Street non sono più i luoghi dove andare come e con gli americani in bicicletta, ma sono i luoghi simbolo della protesta che ormai dilaga!!!

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